I 10 migliori videogiochi del 2018 scelti dai lettori
Anche quest'anno Hardware Upgrade offre la classica dei migliori giochi dell'anno precedente, scelti dai lettori. Si parte dalla decima posizione e si risale fino al gioco vincitore.
di Rosario Grasso pubblicato il 10 Gennaio 2019 nel canale Videogames4a posizione
Shadow of the Tomb Raider
Produttore: Square Enix Sviluppatore: Eidos Montreal Piattaforme: PC, PS4, Xbox One Uscita: settembre Percentuale di voti conseguita: 7,04% |
Ci aspettavamo un calo consistente dell'interesse intorno alla serie Tomb Raider, diventata un po' stantìa con le ultime installazioni, e invece la nostra community ha riservato un trattamento di riguardo per il nuovo Shadow of the Tomb Raider, anch'esso basato su pilastri tecnici importanti come i precedenti capitoli. Rise of the Tomb Raider, il secondo capitolo della nuova trilogia di Tomb Raider, non entrò nelle prime dieci posizioni della classifica del 2015. Shadow of the Tomb Raider, inoltre, ha eguagliato il primo capitolo della nuova trilogia, un punto critico nella storia dei videogiochi per via delle novità sul piano narrativo che fu in grado di portare nel media, che nel 2013 si era insidiato proprio in quarta posizione.
Shadow of the Tomb Raider completa la trilogia sulla genesi della Lara Croft per come oggi la conosciamo. Va ricordato quale fosse lo scopo del reboot del 2013: l’interessante idea degli sviluppatori fu di ‘guardare dietro’ la maschera dell’icona Lara Croft - avventuriera tutta curve ed efficacia - per restituirci, attraverso la narrazione delle prime avventure della giovane archeologa inglese, un personaggio più profondo, dotato di un background realistico e sofferto. Il percorso era chiaro: Lara doveva arrivare ad essere la ‘macchina da esplorazione’ che il mondo già conosce, ma lo avrebbe dovuto fare attraverso un umanissimo iter di crescita, tutt’altro che lineare e semplice.
Oltre alla narrazione e alla regia, le stesse dinamiche di gioco avrebbero dovuto far confrontare Lara con un percorso di crescita e sofferenza: combattimenti più maturi, contesti estremi, in cui raccogliere risorse per sopravvivere, enigmi ed esplorazioni ancora più letali ed impervie.
Crystal Dynamics con questo nuovo capitolo si è concentrata anche sul gameplay. Le sessioni di crafting, quelle platforming e puzzle-solving, quelle stealth e quelle di shooting si alternano magistralmente, riproponendo la solida offerta ludica della saga reboot di TR. In questo capitolo, la componente più espansa e meglio riuscita è quella dedicata all’esplorazione. Gli scenari di gioco sono studiati con creatività ed abilità, secondo sviluppi articolati e per lo più verticali. Utilizzare le varie abilità di Lara si rivela un piacere che diverte e invoglia a proseguire. Il limite, in questo senso, è per lo più insito nello sbilanciamento delle varie tecniche (alcune assolutamente più rilevanti di altre) e nella scarsissima libertà nell’approccio lasciata al giocatore (potremo scegliere quanto esplorare, ma le strade percorribili - per quanto ampie possano essere gli scenari) saranno sempre e solo quelle previste dai programmatori. Un classico per la saga e la tipologia di gioco, certo, ma anche un’occasione persa: visto il respiro ‘open wolrd’ che ormai ogni gioco pretende di offrire, si poteva certamente fare di più. Anche perché le sensazioni trasmesse da Rise in questo senso erano certamente migliori.
Per quanto riguarda il crafting, esso è davvero onnipresente. Ogni area a cui avremo accesso conterrà una quantità elevatissima di risorse, che Lara potrà trasportare con sé in modo abbastanza limitato (prima di acquistare zaini più capienti). Esse sono utili per fabbricare e potenziare armi, proiettili, medicine, veleni e anche abiti - gustosa novità di questo capitolo - che doneranno a Lara abilità permanenti.
Egregia anche la regia di cut-scene: spettacolari e memorabili come davvero capitato poche altre volte, nella serie ma non solo. Peccato, come detto, che tutto ciò non sia al servizio di una narrazione altrettanto solenne.