Microsoft e Activision, dopo l'acquisizione licenziamenti e rincari: l'antitrust britannica aveva ragione?
Sono trascorsi diversi mesi dall'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft e molto è cambiato per ambedue le società, anche rispetto a quanto sostenuto da Microsoft in tribunale prima che l'operazione si concludesse.
di Vittorio Rienzo pubblicata il 11 Luglio 2024, alle 13:53 nel canale VideogamesMicrosoftActivisionBlizzardKingXbox
È trascorso solo qualche mese da quando Microsoft ha acquisito Activision Blizzard, eppure i cambiamenti sono stati numerosi e drastici. Tra licenziamenti e aumenti di prezzo per i consumatori, viene spontaneo chiedersi: forse i timori dell'antitrust britannica erano fondati?
Per chi non lo sapesse – o semplicemente non se lo ricorda – in una prima fase, la CMA (Competition and Market Authority) britannica bocciò l'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft. La principale motivazione fu l'instaurazione di un regime quasi monopolistico dell'azienda di Redmond che avrebbe potuto approfittare della sua posizione dominante sul mercato.
In particolare, le preoccupazioni riguardavano le eventuali conseguenze sui consumatori poiché, in assenza di una reale concorrenza, non avrebbero più avuto la possibilità di scegliere. Era soprattutto Call of Duty, un titolo di riferimento per l'intera industria dal punto di vista commerciale, il pomo della discordia tra Microsoft, Sony e CMA.
In sede legale, però, Microsoft ha garantito che Activision Blizzard avrebbe mantenuto la sua indipendenza e che l'integrazione di Call of Duty nell'offerta Xbox non avrebbe causato aumenti di prezzo. Proprio su quest'ultimo punto, Microsoft sottolineò che un aumento del costo per i consumatori avrebbe rischiato di ridurre il numero degli abbonati.
Tuttavia, pare che le promesse fatte da Microsoft in tribunale non siano state mantenute. All'inizio di quest'anno, la società ha annunciato 1.900 licenziamenti tra la divisione Xbox e Activision Blizzard, ma pare che addirittura i tagli stiano proseguendo oltre. Pochi giorni fa abbiamo riportato il post di una dipendente Microsoft licenziata mentre era in vacanza il che, secondo Tom Warren, è solo uno degli allontanamenti operati da Microsoft in una nuova tornata di tagli.
E per quanto riguarda Call of Duty e i prezzi? Ebbene, proprio ieri Microsoft ha annunciato un aumento del prezzo di Xbox Game Pass su tutte le piattaforme, PC incluso. Va riconosciuto che stiamo attraversando un periodo in cui tutti i prezzi sono in aumento per l'intera industria dell'intrattenimento (e non solo).
Bisogna anche ammettere, però, che il tempismo è piuttosto curioso: solo qualche settimana fa la regina dei sistemi operativi ha annunciato che, per la prima volta, il nuovo Call of Duty, Black Ops 6, sarà disponibile su Game Pass dal giorno di lancio.
Naturalmente, tali riflessioni non sono passate inosservate a Microsoft. I licenziamenti, stando a quanto dichiarato dalla società, erano già stati pianificati da Activision Blizzard, mentre l'aumento del costo del Game Pass fu anticipato da Phil Spencer prima della chiusura dell'accordo.
7 Commenti
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Cara Microzoft, mi caschi sempre sull' EEE, vero ?E' proprio vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Ad ogni modo, e per fortuna, si può vivere senza videogiochi. Basta non comprarli, o tirare fuori le vecchie consoles a cartucce
Al netto delle considerazioni sulle politiche commerciali di Microsoft nel mercato gaming, dal mio punto di vista discutibili da diversi punti di vista (su altri aspetti no), non capisco da dove nasca la logica di quest'articolo.
L'antitrust britannica, che tra l'altro si è basata su tesi quanto meno "ballerine" (per non dire che che si era letteralmente arrampicata sugli specchi per dare contro a Microsoft), ha puntato il dito sull'eventuale concorrenza sleale di Microsoft, come peraltro rientra tra i suoi compiti.
Perchè appunto l'antitrust serve per evitare concorrenza sleale all'interno del mercato per garantire i diritti delle imprese partecipanti, e per garantire i diritti dei consumatori. Da questo principio, almeno in teoria (nella pratica ci sarebbe molto da ridire, dato appunto le motivazioni che sono state addotte nel caso specifico), nasce il tentativo di divieto che sarebbe peraltro stato valido solo in Inghilterra.
Preso atto di ciò, cosa centra tutto questo con ovvie scelte interne aziendali che giustamente Microsoft può prendere in tutta autonomia? Licenziare i propri dipendenti perchè banalmente non sono più necessari per l'azienda, o aumentare i prezzi a listino dei loro prodotti, rientra in politiche aziendali del tutto libere e lecite. Per cui ha ragione su che cosa l'antitrust britannica? Sulla base di qualche promessa che lascia il tempo che trova?
Questo, ripeto, tralasciando il discorso che le motivazioni addotte dall'antitrust furono piuttosto ridicole. In un mercato dove da sempre, seguendo la loro logica (opinabile, ma prendiamola per buona), il consumatore non ha MAI avuto possibilità di scegliere, perchè da sempre ci sono una pletora infinita di titoli che sono disponibili solo su una piattaforma o un'altra (e il cloud, sotto questo punto di vista, si può trattare alla stessa maniera).
Poi beninteso, non sto qui certo a lodare le scelte di Microsoft degli ultimi 5-6 anni: con le varie acquisizioni fatte e le politiche che inizialmente sembravano essere messe in campo, per quanto mi riguarda da videogiocatore mi aspettavo l'uscita di titoli di un certo spessore. Cosa che palesemente non è avvenuta, con l'azienda che non ha fatto altro che sfruttare marchi divenuti fonte di guadagno a prescindere da quello che buttano fuori, senza però pensare minimamente ai contenuti.
Tra l'altro la stessa chiusura dell'articolo lascia intendere quanto sia stato un attacco piuttosto gratuito: prima dici apertamente che l'antitrust britannica aveva ragione, poi però ci si affretta a dire che i licenziamenti erano già stati programmati da tempo e che l'aumento di prezzo del pass era già stato annunciato prima dell'acquisizione, in un periodo dove tutti stanno continuamente rincarando i prezzi dei loro servizi.
Di quelli a cui sono abbonato, Prime, Netflix, Disney, PSN, Apple+, DAZN e Sky, nessuno non ha avuto rincari.
Solo ChatGPT, Claude e Midjourney sono rimasti invariati.
Non capisco perché a Microsoft si debba sempre rompere il cazzo.
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