Fable III: usurpazione o Regno glorioso?
Con Fable III Peter Molyneux, mantenendo finalmente le promesse fatte anche con i precedenti capitoli, intende creare un mondo in cui ogni azione fatta dal giocatore, anche la più elementare, porta a delle conseguenze. Include l'intervista a Josh Atkins, lead designer di Fable III.
di Stefano Carnevali pubblicato il 08 Ottobre 2010 nel canale VideogamesLa rivoluzione non si fa da soli
Molta enfasi, in tutta la saga di Fable, è sempre stato posto sulle interazioni con i personaggi non giocanti. Il semplice e divertente sistema di interazioni –gestuali e sonore– è sempre stato il marchio di fabbrica del gioco di Lionhead. Un sistema sicuramente efficace, anche se spesso tacciato di eccessiva semplicità. Molti addetti ai lavori auspicavano un sistema di dialoghi –scritti o parlati– che dessero maggiore profondità alle relazioni di Fable III, ma Lionhead ha deciso di non snaturare l’immediata semplicità delle conversazioni che avvengono ad Albion. Ma, avendo deciso di creare una storia più drammatica, ha voluto far compiere un ‘salto di intensità’ anche ai colloqui con gli NPC. La svolta viene dalla fisicità che adesso è possibile dare alle conversazioni e agli incontri con la popolazione di Albion. È stato perciò introdotto il Dynamic Touch che –grazie all’uso di stick analogico e croce digitale– consente di toccare i NPC, facendo immediatamente avvertire e rendendo concrete le nostre intenzioni nei loro confronti.
Atkins assicura la profondità e la credibilità di questo sistema che, unito a una maggiore incisività delle nostre scelte (se commetteremo dei delitti, non basteranno qualche balletto e due rutti per tornare a essere beniamini del paese), dovrebbe restituire un mondo relazionale piuttosto profondo. Da quanto visto il sistema di ‘tocco’ degli NPC, per quanto curioso e a tratti efficace, non appare la ‘svolta’ tanto decantata. Ma è sicuramente un aspetto da approfondire e gestire.
Altro fattore introdotto per dare credibilità e carisma al popolo d’Albion è quello delle side-quest. Ogni NPC con cui entreremo in contatto, una volta divenuto nostro ‘amico’, potrà assegnarci delle vere e proprie missioni da svolgere per suo conto. Si tratta di un semplice stratagemma che approfondisce ogni singolo abitante d’Albion e che rende il gioco enorme. Da verificare, però, credibilità, utilità e varietà di tutte queste missioni secondarie.
Torna anche il fedele segugio che ci ha accompagnato in Fable II. Sarà possibile scegliere tra differenti razze canine e il nostro operato –come per quanto riguarda le armi– inciderà sul look del nostro amico a quattro zampe. Diverse, poi, saranno le reazioni dei NPC nei confronti del nostro cane.
Lionhead sta cercando di approfondire anche l’esperienza del multiplayer online. Da quello che è stato detto, un amico potrà entrare nella ‘nostra storia’ (nel senso che durante le partite in co-op, sarà solo la storia dell’host a procedere, solo la ‘sua’ Albion si modificherà) e vivere con noi parti dell’avventura. Il nostro compagno potrà anche divenire un pezzo fondamentale della ‘nostra’ Albion, al punto da convolare a nozze con il nostro eroe. La finalità è quella di ottenere una cooperazione davvero emotiva.
Il lancio di Fable III sarà riccamente supportato da Microsoft che lo ‘combinerà’ con l’esperienza di Kingmaker, un gioco mobile geo-localizzato che funzionerà inizialmente solo in Europa e che porterà i fan di Fable III in un enorme territorio virtuale alla ricerca dell'oro. Altri dettagli qui.