Fable III: usurpazione o Regno glorioso?
Con Fable III Peter Molyneux, mantenendo finalmente le promesse fatte anche con i precedenti capitoli, intende creare un mondo in cui ogni azione fatta dal giocatore, anche la più elementare, porta a delle conseguenze. Include l'intervista a Josh Atkins, lead designer di Fable III.
di Stefano Carnevali pubblicato il 08 Ottobre 2010 nel canale VideogamesSoprattutto drammatici
Il mondo di Fable III è decisamente più complicato e cupo di quello vissuto nei primi due capitoli della saga. Ma è tutto il nuovo gioco a voler cambiare approccio, spingendosi a raggiungere vette di maggior drammaticità.
Logan, il Sovrano di Albion, è il figlio dell’Eroe di Bowerstone (il/la protagonista di Fable II). Presumibilmente, anche in lui sono presenti le capacità e i poteri tipici degli eroi di Albion. Dopo la morte dell’Eroe di Bowerston, Logan sale al potere e –con l’aiuto del fidato Walter- trasforma letteralmente Albion, accentuando la spinta industriale, a scapito della vivibilità nel paese e del sovrannaturale. La situazione sociale, come comprensibile, è esplosiva. E particolarmente ‘matura’, rispetto a quanto si è abituati a vivere ad Albion.
Il giocatore vestirà i panni del fratello (o della sorella) minore di Logan. Un altro discendente in linea diretta dell’Eroe di Bowerstone, insomma. Ma tenuto alla larga, per opera del dispotico fratello, dalle decisioni politiche. Su un dramma sociale va presto a innestarsi un profondo conflitto famigliare.
Fable III offre, quindi, temi più maturi e conflitti più forti rispetto ai precedenti capitoli della saga. Lionhead, insomma, cerca di donare una maggiore drammaticità al proprio gioco. Da qui, ci pare evidente, la scelta di non far impersonare al giocatore un anonimo bambino da ‘crescere’ nel corso dell’avventura, da qui le numerose e molto intense cut-scene (su cui Atkins rivela di puntare molto) che ci aiuteranno a leggere e vivere la storia. Da qui la volontà di estremizzare l’impatto di ogni scelta effettuata nel gioco, donandole una dimensione politica.
Molto presto, infatti, avrà termine l’esilio dorato del giovane principe (non ce ne vogliano eventuali donzelle all’ascolto: da adesso in poi parleremo dell’eroe sempre al maschile. Ma non scordatevi della possibilità di giocare l’intera avventura negli eleganti panni di una principessa): appena messo il naso fuori dal suo lussuoso palazzo, il ragazzo toccherà con mano i disagi della popolazione di Albion e le conseguenze del malgoverno del fratello. Inutile anticipare che immediatamente il giovane principe verrà percepito come una minaccia da Re Logan. Per cui il dramma famigliare e lo scontro fratricida avrà inizio. Messo alle strette da Logan, il nostro eroe incontrerà l’immancabile Theresa, da sempre deus ex machina delle vicende di Albion, la quale ci introdurrà nuovamente nella Gilda degli Eroi, da tempo caduta nell’oblio. In quanto discendenti diretti dell’Eroe di Bowerstone, presto scopriremo in noi la capacità di utilizzare la magia e di guadagnarci così il nostro posto nell’antico ordine. E ci faremo carico della missione di salvare nuovamente Albion.
Ma non siamo più nel bruto medioevo o nell’illuminata e propositiva epoca coloniale: non c’è più spazio per le imprese del singolo eroe. La politica è il cuore della nuova Albion. Ecco allora che, per salvare il paese, sarà necessario detronizzare Logan e vestire al suo posto la corona.
La prima parte dell’avventura, quindi, sarà deputata a organizzare una vera e propria rivolta che ci consenta di divenire Sovrani. Ecco allora l’esaltazione del sistema di scelte tipico di Fable: ora la moralità (o meno) del personaggio non si ripercuoterà più in ambiti limitati, ma su tutto il Paese. La ‘corsa al trono’ sarà costituita da combattimenti e missioni, ma anche, e soprattutto, da vere e proprie promesse politiche: per procurarsi seguaci e consensi, l’eroe dovrà farsi carico dei problemi del popolo, garantendone la soluzione, una volta al potere.