Le luci e le ombre di Alan Wake
Remedy e Microsoft hanno finalmente deciso di mostrare alla stampa specializzata Alan Wake, il thriller psicologico prodotto -in esclusiva per Xbox 360- dal team finlandese, che sarà nei negozi a partire dal 21 maggio.
di Stefano Carnevali pubblicato il 04 Marzo 2010 nel canale VideogamesMicrosoftXbox
Conclusioni
Dopo cinque anni di attesa, si può dire che la curiosità e la voglia di provare Alan Wake erano davvero tante. Dopo questo test –di meno di due ore- si può provare a tracciare un bilancio.
Per prima cosa, il lato artistico del gioco: la storia, la narrazione e il setting. Sono la componente fondamentale: Remedy vuole raccontarci una bella storia di paura e ha scelto modalità e location con cura. Ci sono citazioni e tributi, ci sono cliché che vengono utilizzati, ma è tutto fatto in modo accurato, mescolando gli ingredienti migliori del genere e dotandoli di un carisma unico, scaturito dalle peculiarità della vicenda di Mr. Wake. I tributi, così, non infastidiscono, i cliché non annoiano, contribuendo a creare empatia. L’intrigo di Bright Falls sembra sufficientemente complicato e accattivante per spingerci ad andare fino in fondo, andando a far luce (è proprio il caso di dirlo) su quello che è successo in questa (una volta) tranquilla cittadina dello Stato di Washington.
Per quanto riguarda la giocabilità, è inevitabile una sensazione di già visto. Nonostante le grandi promesse di interazione con l'ambiente e di free roaming, Alan Wake sembra essere un survival horror d'azione ben realizzato, su cui si innesta un'anima da shooter piuttosto ben riuscito. Per carità: niente di male, ma poco di nuovo.
Le roboanti promesse di libertà di movimento e interazione con i personaggi non giocanti sembrano ridursi all'esplorazione delle vaste vallate attorno a Bright Falls (magari in cerca delle pagine del misterioso libro che descrive l’avventura di Alan prima che essa accada, sempre posizionate in luoghi assurdi), all'interazione con radio e Tv in cui ci imbatteremo e a dialoghi fortemente passivi e piuttosto scomodi da gestire. Niente side-quest e, soprattutto –su questo Remedy è stata chiarissima- nessuna possibilità di compiere scelte che incidano pesantemente sulla vicenda.
Insomma: Alan Wake ha fascino e carisma (per il sottoscritto il setting scelto –e come è stato realizzato-, vale da solo il prezzo del biglietto), una realizzazione tecnica sopra la media e una bella storia da raccontare. Dal punto di vista del gioco, è solido, divertente e ben fatto. Resta da vedere quanto saprà essere vario. Per certo, però, non porta quasi nulla di nuovo con sé. Il che –a ben vedere- non è forzatamente un difetto.
105 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoComunque sarà indubbiamente una buona storia da "vivere".
regolarmente ogni 3-4 anni cambio pc. e io il pc con windows lo uso solo per giocare, il resto tutto su linux. e probabilmente col tempo sempre più vedremo la crescita di sistemi con os linux fatti solo per internet e mail.
ma la microsoft fa più soldi con windows o con la 360?
anni di attesa per la versione pc, e quei vigliacchi lo rendono esclusiva del botolo
Tutti giù a farsi paranoie con la bava alla bocca e adesso che c'è 7 e dx11 esce solo per xbox360?
molto seri, complimenti
Ale!
@deidara80
se chrome os dovesse diffondersi,la possibilità di vedere più giochi su linux e open gl sarebbero più ampie.Tutto sta nel mercato,non credo che gli sviluppatori dei giochi si mettano ad affrontare costi aggiuntivi per vendere 1000 copie in più........
Se cominciassero a sviluppare giochi anche per linux,di buona qualità e in buona quantità,i videogiochi per pc si slegherebbero da windows pian piano.........
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