I giocatori si divertono a spendere di più. La posizione di Ubisoft sulle microtransazioni

Nel suo ultimo report finanziario, Ubisoft difende l’uso delle microtransazioni nei giochi premium, sostenendo che rendano l’esperienza "più divertente". L’azienda promette equilibrio tra rispetto del giocatore e sostenibilità economica, ma le dichiarazioni del CEO sollevano dubbi
di Vittorio Rienzo pubblicata il 21 Luglio 2025, alle 16:56 nel canale VideogamesUbisoft
Nell'ultimo resoconto agli investitori, Ubisoft non ha fornito solo i dati finanziari dell'azienda, ma anche una prospettiva sulla strategia che verrà adottata in futuro. Tra gli aspetti che hanno fatto più discutere vi è l'argomento "microtransazioni" che, secondo Ubisoft, rappresentano un divertimento in più per i videogiocatori, anche nei prodotti premium, ovvero videogiochi dei quali già si paga la versione di base.
All’interno del rapporto, l’azienda ribadisce l’impegno a mantenere un equilibrio tra l’esperienza del giocatore e le politiche di monetizzazione. In una sezione dedicata al modello di business, Ubisoft afferma che l’obiettivo è "consentire ai giocatori di godere appieno del gioco senza dover spendere di più".
Tuttavia, come riportato da MP1IST, Ubisoft ritiene che le microtransazioni possano "rendere l’esperienza di gioco più divertente", in quanto per i giocatori sarebbe diventato centrale poter personalizzare i propri avatar virtuali o progredire più rapidamente.
Questa dichiarazione ha attirato l’attenzione degli osservatori del settore, in particolare per l’apparente contraddizione tra l’intento di rispettare l’utente e la promozione di acquisti in-game. Allo stesso tempo, il linguaggio adottato sembra voler distanziare Ubisoft dalle pratiche più controverse, ovvero il "pay to win", poiché la società sembra concentrata su contenuti del tutto facoltativi e che non influenzano l'esperienza di gioco.
Nonostante l’intento dichiarato, la reazione di parte del pubblico non si è fatta attendere. In ambito videoludico, le microtransazioni all’interno dei giochi a pagamento restano un tema delicato.
Se da un lato sono ampiamente accettate nei titoli free-to-play, la loro presenza nei giochi premium continua a generare dibattito. Per molti, infatti, l’aggiunta di elementi acquistabili viene percepita come una frammentazione intenzionale dell’esperienza o una forzatura commerciale, piuttosto che un arricchimento ludico. In alcuni casi, è oggettivamente così, con parti dell'esperienza accessibili solo attraverso il pagamento di contenuti aggiuntivi.
Ubisoft ritiene che questi acquisti siano del tutto opzionali, il che è vero: i giochi forniscono un'esperienza giocabile dall'inizio alla fine senza acquisti aggiuntivi. Tuttavia, non è raro imbattersi in contenuti senza i quali l'esperienza risulta incompleta, castrata, limitata quasi intenzionalmente per motivare agli acquisti aggiuntivi, oltre a quello del gioco base.
Inutile dire che, così come quelle in merito all'iniziativa Stop Killing Games, le affermazioni del CEO Yves Guillemot stanno facendo discutere. Le microtransazioni sono state più volte oggetto di malcontento tra i videogiocatori e, talvolta, anche la loro implementazione da parte di Ubisoft ha scatenato una certa perplessità.
Sarà interessante capire in che modo la società vorrà bilanciare l'offerta che accompagna l'acquisto del gioco base con i contenuti complementari. In ogni caso, però, dubitiamo del fatto che, se quegli stessi contenuti venissero offerti con il gioco di base, i giocatori si lamenterebbero di non poter spendere di più.
10 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoEh ???
Eh ???
Fixed
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Ma io che faccio, i cannoli per pagà le microtransazioni a essi ???
Ma questa Ubisoft cos'è diventata, un mio datore ?
Io il gioco, lo presi e lo pagai !
Non é che si divertono a spendere i soldi, bensì sbloccando funzionalitá aggiuntive a pagamento, i giochi diventano più divertenti. Che é la logica dietro alle mille transazioni "in game". Non penso che nessun videogiocatore faccia i szlti di gioia sapendo di dover spendere sempre danari per tenere alta la longevitá ed il divertimento di un gioco che, altrimenti, sarebbe lento, spoglio, castrato, ecc.
Non é che si divertono a spendere i soldi, bensì sbloccando funzionalitá aggiuntive a pagamento, i giochi diventano più divertenti. Che é la logica dietro alle mille transazioni "in game". Non penso che nessun videogiocatore faccia i szlti di gioia sapendo di dover spendere sempre danari per tenere alta la longevitá ed il divertimento di un gioco che, altrimenti, sarebbe lento, spoglio, castrato, ecc.
In pratica se non spendi altri soldi hai un gioco che fa c4g4r3
Quindi "I giocatori spendono di più se vogliono divertirsi a giocare, altrimenti bestemmiano"
Allo stesso tempo, la logica del “paga per saltare la noia” è sintomatica di un problema a monte: se un gioco propone meccaniche ripetitive o un grind eccessivo, e l’unico modo per aggirarle è pagare, allora vuol dire che è stato progettato così apposta per spingere verso le microtransazioni e questo, per me, è un segnale di cattivo game design.
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