Oblivion: pronti per il regno degli inferi?
The Elder Scrolls IV: Oblivion, ovvero il più atteso gioco di ruolo dell'anno, è finalmente in dirittura d'arrivo. La saga di Elder Scrolls è in procinto di arricchirsi con quello che, probabilmente, sarà il suo miglior capitolo
di Rosario Grasso pubblicato il 06 Marzo 2006 nel canale VideogamesI combattimenti
Gli Elder Scrolls sono dei giochi di ruolo piuttosto rigidi, ma hanno da sempre avuto una propensione più o meno netta per l'azione. Morrowind è sì un gioco di ruolo, ma anche un action/adventure per via della possibilità di poter intervenire direttamente negli scontri corpo a corpo, scandendo, ad esempio, i vari colpi. Tutto ciò rimane, nella filosofia di fondo, immutato in Oblivion, anzi l'aspetto legato all'immediatezza risulta corroborato. D'altra parte, proprio i combattimenti sono uno degli elementi più curati nel nuovo episodio della saga e maggiormente rivoluzionati rispetto al passato.
Il primo obiettivo, in questa direzione, è di rendere il tutto alla portata di ogni giocatore, quindi anche di chi è meno avvezzo ai giochi di ruolo. Questo comporterà una rivisitazione dell'interfaccia di gioco e la semplificazione di alcune meccaniche. In questo modo si spiega il nuovo sistema relativo alle caratteristiche delle varie armi, il quale costituisce una vera e propria via di mezzo tra il rigore da gioco di ruolo e l'approccio immediato da gioco d'azione.
Sostanzialmente, mentre in passato erano fondamentali le caratteristiche dell'arma che si utilizza per stabilire il danno inferto al nemico, adesso questo valore sarà determinato anche dall'abilità pratica nei combattimenti. A questo si aggiunge un complesso sistema di combo, aspetto che ci fa toccare con mano le intenzioni dei ragazzi di Bethesda in proposito di un approccio certamente più arcade rispetto al passato. Sarà, pertanto, fondamentale la tecnica di attacco e la giusta combinazione dei colpi: non possiamo, quindi, più nasconderci dietro la nostra arma, ma dovremo scendere in azione in maniera più diretta. Capisco che si tratta di elementi che potrebbero fare storcere il naso agli appassionati di vecchia data della saga e a chi è più attaccato alle ferree regole di gioco da RPG, ma tutto questo si spiega almeno con due argomentazioni.
Principalmente, la serie sta cercando di assumere un approccio più immediato in relazione al suo approdo su console. Mentre Morrowind restava più o meno invariato nella sua versione Xbox rispetto a quella PC, adesso si è invece voluto accontentare di più i possessori di console, i quali, lo sappiamo, privilegiano gli approcci arcade a quelli ragionati. In secondo luogo, gli Elder Scrolls hanno sempre presentato un certo connubio con gli elementi d'azione come questo: pertanto, da un certo punto di vista, può essere considerata come un'evoluzione al gameplay. Fermo restando il punto che, comunque, tutto è giudicabile esclusivamente provando il gioco e i suoi equilibri, trattandosi di un aspetto troppo delicato da valutare esclusivamente in base a queste fredde considerazioni.
Le parate, inoltre, sono affidate adesso esclusivamente ai riflessi del giocatore, il quale potrà eseguirle agendo su un determinato tasto. Inoltre, mentre in Morrowind, per lanciare un incantesimo, occorreva riporre la propria arma, selezionare l'incantesimo che si intendeva eseguire e scagliarlo; adesso, invece, il tutto avverrà in maniera più integrata al combattimento. Sostanzialmente, potremo quindi utilizzare gli incantesimi mentre continuiamo a infliggere colpi e danni al nemico.