Battlefield Hardline: strategia, velocità, trama. Ma è davvero Battlefield?
Il gioco sviluppato da Visceral Games ci è sembrato poco attinente alla tradizione di Battlefield, per le molte differenze che intercorrono sia sul versante single-player che sul fronte multigiocatore. Il tema militare è stato messo da parte per trattare tematiche che richiamano i telefilm polizieschi, facendo leva su dei personaggi con una loro personalità e un approccio inedito anche sul piano del gameplay. Online rimangono alcuni dubbi sull’adattabilità di questa struttura al background ormai consolidato della serie.
di Davide Spotti pubblicato il 27 Marzo 2015 nel canale VideogamesElectronic ArtsBattlefield
Nick Mendoza e la corruzione dilagante
Siamo a Miami e la guerra per il controllo della droga imperversa come se fossero ancora gli anni ’80. Un nuovo tipo di cocaina liquida, nota come Hot Shot, è il principale oggetto della discordia tra alcune delle più grosse organizzazioni criminali che detengono il controllo degli affari sporchi, in Florida e non solo. In città c’è un nuovo detective, si chiama Nick Mendoza ed è da poco sbarcato nella metropoli americana, decidendo di mettersi alle spalle le spiacevoli tradizioni della sua famiglia, dedita per lo più ad attività illegali o di compromesso.
La fuga dai fantasmi del passato dura però assai poco e Nick si troverà suo malgrado invischiato in una vicenda di corruzione e interessi economici che lega a doppio filo i narcotrafficanti e alcuni poliziotti del dipartimento di polizia di Miami, sui quali il nostro eroe sarà chiamato a indagare. Al suo fianco ci sarà una donna, l’agente Khai Mind Dao, ragazza tutta d’un pezzo di origini vietnamite che ha già combattuto il crimine organizzato nei sobborghi di Los Angeles, prima di essere trasferita sulla costa occidentale.
Per la realizzazione della campagna singolo giocatore Visceral Games ha attinto soprattutto dalle serie televisive poliziesche americane, da CSI a The Shield, passando per Law & Order. Non a caso la trama è stata suddivisa in dieci episodi, che scandiscono la narrazione come se si trattasse di una vicenda da seguire a puntate. Se da un lato questa soluzione aiuta a dividere le fasi di gioco e a favorire partite di breve durata, sotto un altro punto di vista questa ripartizione ci è parsa piuttosto fittizia, soprattutto per il modo in cui si sviluppano i fatti. Solitamente nelle serie televisive d’azione sono presenti i cosiddetti cliffangher narrativi, picchi di tensione emotiva che permettono di mantenere viva l’attenzione dello spettatore e di invogliarlo a seguire anche l’episodio successivo. Sebbene sia una pratica comune in tutti i telefilm di maggior successo, nel caso di Hardline l’impressione è che questa idea sia per lo più artificiosa e formale, poco in linea con lo stile che ha fatto la fortuna di altre compagnie, come ad esempio Telltale.
Visceral Games ha cercato di portare avanti un’idea ben precisa, ovvero quella di instaurare un dialogo tra le parti in causa – protagonisti e antagonisti della vicenda – contrariamente a quanto avveniva nella campagna single-player dei recenti capitoli di Battlefield. Ad affiancare Nick e Khai ci saranno altri personaggi di rilievo, tra cui il capitano Julian Dawes, capo della polizia di Miami e Tyson Latchford, trafficante di cocaina che nel tempo si è trasformato in un criminale d’alto bordo, una sorta di broker della droga, come viene definito ad un certo punto del gioco. Quest’ultimo è peraltro interpretato da Adam J. Harrington, attore canadese già noto per aver impersonato il ruolo del poliziotto Roy Earle in LA Noire.
Per riuscire a rendere la rappresentazione più interessante è stato infatti scritturato un cast di attori con una comprovata esperienza nel genere d’azione. Lo stesso Harrington è ormai un habituè, avendo preso parte a serie televisive come Dexter, Criminal Minds e CSI. Lo stesso discorso può essere esteso anche agli altri principali componenti del cast. Khai è interpretata da Kelly Wu, volto noto soprattutto per il ruolo di Lady Deathstrike in X-Men 2, mentre il protagonista è efficacemente impersonato da Nick Gonzalez, che in passato aveva già ricoperto il ruolo del detective sia in Law & Order che in Sleepy Hollow. Ottime note anche per quanto attiene al doppiaggio in italiano, che è di buon livello e annovera anche voci piuttosto note alla community, come ad esempio quella di Matteo Zanotti, già interprete di Nathan Drake in Uncharted.
L’atmosfera “hardboiled” – alcuni punti ci hanno vagamente ricordato Stranglehold e in un paio di scene sono anche presenti evidenti citazionismi dei film di John Woo – e un approccio “black humour” abbastanza riuscito non riescono comunque a nascondere gli eccessivi e numerosissimi clichè incontrati nel corso della trama, spesso anche piuttosto telefonati. Eppure la presenza di personaggi dotati di un minimo di personalità e la proposizione di vicende che possono essere seguite senza fatica dal giocatore, collocano la campagna di Hardline almeno due gradini al di sopra del nulla cosmico che popolava le campagne di Battlefield 3 e Battlefield 4. Peraltro nella prima parte del gioco il ritmo rimane piuttosto interlocutorio, soprattutto fino al terzo episodio, a causa di un susseguirsi di cutscene e di molte sequenze giocate che offrono un’interazione ridotta. Solamente a partire dal quarto capitolo gli eventi decolleranno e si faranno più interessanti. Questo fattore di certo non gioca a favore della longevità, considerando che al massimo livello di difficoltà disponibile (la difficoltà Hardline viene sbloccata solamente al termine della prima run) la durata della nostra esperienza si è attestata all’incirca sulle 7 ore.