Recensione Tomb Raider: è il momento del verdetto
Eccovi la nostra recensione del nuovo capitolo di Tomb Raider sviluppato da Crystal Dynamics, che si presenta come un reboot della serie con equilibri di gioco completamente rivisti, così come risulta nuovo lo stile della narrazione, molto vicino agli stilemi cinematografici classici. Versione testata: Xbox 360.
di Rosario Grasso pubblicato il 25 Febbraio 2013 nel canale VideogamesXboxMicrosoft
Conclusioni
Crystal Dynamics con il nuovo Tomb Raider ha inteso creare un'avventura di sopravvivenza, di estremo dolore e di grande consapevolezza. Trasforma Lara da una giovane ragazza spensierata a una donna carica di responsabilità, a uno strumento di morte senza coscienza, che procede verso i suoi obiettivi come lo faceva nei Tomb Raider del passato. Per compiere questo percorso bisogna analizzare anche la psicologia di un personaggio in forte evoluzione come questo.
E tutto ciò viene fatto ricorrendo a tecniche di narrazione cinematografiche avanzate e oliate così come lo possono essere al cinema, per i grandi film costruiti su una base stilistica ragionata e, appunto, artistica. Tomb Raider non delude da questi punti di vista, anzi rischia di diventare un videogioco irrinunciabile per tutti coloro che vendono un confine molto sfumato tra cinema e gaming.
Il messaggio del terribile dolore a cui Lara è sottoposta è dunque filo conduttore unico dell'intera avventura. Ma si tratta anche di una storia di sopravvivenza, in cui Lara deve mettersi sulle tracce degli altri sopravvissuti che sono stati catapultati su Yamatai. Per certi versi, dunque, Tomb Raider ricorda Far Cry 3, perlomeno in termini di canovaccio narrativo. Ma non è la storia al servizio del gameplay, come nel capolavoro di Ubisoft Montreal: tutto è piuttosto rovesciato, perché è il gameplay al servizio della storia. L'obiettivo di Crystal Dynamics è creare un prodotto che abbia significato, e che sia intenso, in ogni momento, e il free roaming da questo punto di vista non avrebbe aiutato.
D'altra parte, è proprio un fatto di prospettiva. Ubisoft Montreal, con Far Cry 3, pensa in termini di ricostruzione di un mondo di gioco, mentre Crystal Dynamics pensa in termini di ricostruzione del ritmo della narrazione di un film.
Tomb Raider ci ha colpito molto anche in termini di grafica, nonostante lo abbiamo giocato finora solo su Xbox 360. Sulla console di Microsoft non avevamo visto finora roba del genere, soprattutto in termini di sensazione di realismo. A parte i soldati Solarii, forse troppo simili tra di loro e privi del dettaglio visivo delle altre componenti, tutto è costruito con grande dovizia di particolari. Effetti in post-processing, fluidità dell'immagine, gestione della fisica su un altro numero di oggetti, ampi spazi aperti, sono tutti elementi di soddisfazione per Tomb Raider. Per cui non vediamo l'ora di rigiocarlo su PC, soprattutto in considerazione della disponibilità dei 60 fps.
Il modello di Lara Croft in Tomb Raider è animato grazie a complesse sessioni di performance capture, una tecnica usata anche nel precedente capitolo di Tomb Raider, Underworld. Il gioco è costruito su piattaforma grafica proprietaria di Crystal Dynamics, ovvero Crystal Engine. E colpisce grandemente, come abbiamo detto tante volte nel corso della recensione, anche per lo straordinario livello di reattività dei modelli poligonali dei personaggi, che sembrano addirittura anticipare il pensiero e l'azione del giocatore.
Dal punto di vista del gameplay, il nuovo Tomb Raider è sempre intenso e variegato, come abbiamo visto, anche se perde l'incredibile livello di difficoltà dei precedenti capitoli della serie (missioni facoltative escluse, perché sono difficilissime!). In alcuni punti torna la paura di perdersi o dell'affrontare le belve selvagge, tipica della tradizione di Tomb Raider: per cui si tratta certamente di una rinuncia alla sfida ma non certo alle emozioni dei vecchi giochi della serie. E il gameplay, per quanto semplificato possa essere, è più funzionale rispetto ad altri giochi simili del recente periodo: dal mio punto di vista, il nuovo Tomb Raider è ad esempio superiore all'ultimo Uncharted. I combattimenti prevedono maggiore strategia, soprattutto nell'alternanza delle armi, e non sono esagerati come nel gioco Naughty Dog, in cui si eccede nel numero di nemici da uccidere.
Ho terminato la storia in circa 12 ore, con un livello di completamento di tutti i puzzle presenti sulla mappa di gioro pari al 62%. Chi volesse risolvere proprie tutte le sfide offerte da Crystal Dynamics può spingere la longevità anche alle 15 ore. Un dato non indifferente, se si considera che un gioco su mondo aperto come Far Cry 3 si completa in 20 ore circa.
In attesa della prova del multiplayer, che comunque sembra molto simile a quello di Uncharted, non possiamo che consigliare senza riserve il nuovo Tomb Raider a tutti coloro che vedono i videogiochi come una forma di intrattenimento che sfuma il confine tra interazione e cinematograficità. È un tipo di esperienza unica ed emozionale che, a fronte di un prezzo non certo basso, non è facilmente ricontrabile in altri media di intrattenimento, portando a un nuovo livello le tecniche di narrazione.
Il giocatore condivide, infatti, insieme a uno dei personaggi cardine della storia dei videogiochi, Lara Croft, un'esperienza di profonda e, sul piano registico cinematografico, insistentemente ricercata sofferenza.
47 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoquando usci il primo Tomb Rider avevo 13 anni e non ho avuto nessun problema nel finirlo, stessa cosa per i capitoli successivi.
State cercando di dire, in maniera molto velata, che i giovanissimi di oggi sono completamente lobotomizzati?
quando usci il primo Tomb Rider avevo 13 anni e non ho avuto nessun problema nel finirlo, stessa cosa per i capitoli successivi.
State cercando di dire, in maniera molto velata, che i giovanissimi di oggi sono completamente lobotomizzati?
se lo scrivi in maniera così palese saranno costretti a venire a dirti che non è così.
Non ho potuto leggere tutte le pagine ma sono contento per le ore di gioco dato che ce ne metto sempre 4 o 5 di più di quelle che leggo quindi 16/17
quando usci il primo Tomb Rider avevo 13 anni e non ho avuto nessun problema nel finirlo, stessa cosa per i capitoli successivi.
State cercando di dire, in maniera molto velata, che i giovanissimi di oggi sono completamente lobotomizzati?
E non dimentichiamoci che all'epoca del primo TR per psx c'era una difficoltà un po' particolare e ormai dimenticata: distinguere in mezzo ad un ammasso di pixel e texture preistoriche una leva fondamentale per aprire una qualche botola/porta
Nei primi tomb raider è sempre stato il contrario eri tu a dover anticipare il lag dei comandi ,forse per questo questo capitolo risulta più facile .
Da comprare nathan drake mi è sempre stato antipatico
Verissimo
Francamente vedendo questo video delusione completa, davvero sembra uncharted con le te**e con un massimale di sfiga che basta guardarla che uno si deve grattare.. ed attacca una corda e cade, e cammina e gli rotola un pietrone in testa, e saluta all'aereoplano e gli cade sopra, e sta su una nave e questa fa la fine dei Titanic.. sta maledetta non fa altro che portarsi sfiga ed urlare (che non sono gli urletti che c'erano in TR1 quado la "sbattevi" contro il muro ), una cosa insopportabile.
P.S.
Da un giocatore di vecchia data di TR.
CIAWA
Devo dire poi che, grafica a parte, preferisco vedermi un walkthrough di quelli di una volta che questo film casinaro [U]pieno di uomini[/U]...
eheh troppo vero.
mi pare nel 2 nel livello il covo di Marco Bartoli mi sono incazzato come una iena per una leva mimetizzata nel muro e che non vedevo mai (non ricordo però se era stato fatto di proposito). Fatto sta che i pixel complicavano davvero il tutto anche considerando che giocavo a 640*480
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