Rage: serviva id Tech 5 per rendere tattico DooM 3

Rage: serviva id Tech 5 per rendere tattico DooM 3

È arrivata in redazione la versione XBox 360 di Rage, uno dei giochi più attesi e rimandati degli ultimi anni. Vediamo quali sono le caratteristiche del gameplay e cosa si è inventato il veterano John Carmack sul piano della tecnologia. La versione PC di Rage sarà curata nel dettaglio con un articolo dedicato e con un videoarticolo, che usciranno nei prossimi giorni.

di pubblicato il nel canale Videogames
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Storia

Rage parte con una presentazione in grafica pre-renderizzata dai toni poetici. Sembra quasi una blasfemia per un gioco id Software, visto che da sempre i ragazzi del team texano badano al sodo senza perdersi in troppi fronzoli. La musica è decisamente orecchiabile e le immagini che raccontano il disastro naturale capitato alla Terra attirano e coinvolgono.

Ho assistito a diverse presentazioni per la stampa di Rage, e in ognuna di esse si aveva la sensazione che finalmente id Software aveva rivisto il proprio metodo di lavoro a proposito della storia, sempre trascurata nei giochi precedenti. Addirittura, qualcuno del team di sviluppo disse che la trama di Rage sarebbe stata di qualità shakespeariana rispetto ai giochi precedenti della software house texana.

Questo non è vero. Avendo completato l'ultimo shooter id Software, posso dire che se quella presentazione instilla nel giocatore tante speranze, in Rage non c'è una storia particolarmente presente, che non sia nella sostanza banale come negli altri giochi id Software, o che sia raccontata in senso cinematografico. Anzi Rage, nonostante tutta l'impalcatura tattica che tra un attimo vedremo, è un gioco immediato, dove si combatte in maniera viscerale e brutale, e in cui il giocatore non deve preoccuparsi più di tanto della storia.

Un asteroide, chiamato Apophis, pieno di un materiale conosciuto con il nome di feltrite, ha colpito la terra e l'ha quasi interamente distrutta. La collisione ha ampiamente modificato gli equilibri naturali del pianeta, e ha portato a una rapida desertificazione delle aree principali. La feltrite, inoltre, ha cominciato a diffondersi e gli esseri umani ne hanno scoperto delle interessanti potenzialità, soprattutto di natura militare.

L'impatto ha reso la superficie del pianeta invivibile per decine di anni, e questo ha indotto gli scienziati ad avviare un progetto volto a preservare conoscenza, campioni genetici e altri elementi essenziali per la vita umana. Questo progetto è stato definito Eden, ed è basato sulla tecnologia dei nanotriti, che permette agli esseri umani di sopravvivere all'ibernazione profonda. Alcuni di essi vengono inseriti in strutture tecnologiche conosciute come Arche, e ibernati.

Gli esseri umani custoditi nelle Arche conservano quel livello di evoluzione che si era raggiunto prima della collisione: sono individui che hanno a cuore l'ordine democratico e il rispetto dei diritti umani. Tutte cose che però sono scomparse dalla Terra dopo la collisione, visto che differenti fazioni hanno iniziato una feroce battaglia per accaparrarsi ogni risorsa rimasta. Vincitrice è l'Autorità, una corporazione dittatoriale che soffoca sul nascere qualsiasi tipo di ribellione, utilizzando spesso delle armi non convenzionali. Le arche, dunque, sono il principale nemico per l'Autorità.

Il personaggio interpretato dal giocatore, che non parla e non ha un nome come nella migliore tradizione degli sparatutto in prima persona, custodisce dei dati fondamentali per la guerra sostenuta dalle fazioni ribelli contro l'Autorità. È elemento indipensabile per sovvertire gli equilibri e dare una piccola speranza all'umanità e aiutarla a tornare come era una volta. All'inizio del gioco si pone molta enfasi su quello che è effettivamente il ruolo di questo personaggio, ma con il procedere nella storia non ci sono particolari colpi di scena, non c'è evoluzione nella narrazione, con il risultato che tutto diventa molto più scontato rispetto a quelle che erano le premesse.

 
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