Sette volte Call of Duty: ecco Black Ops

Sette volte Call of Duty: ecco Black Ops

Abbiamo provato le versioni XBox 360 e PC di Call of Duty Black Ops. Articolo e videoarticolo sono stati curati da redattori differenti, per cui le conclusioni divergono in alcuni punti.

di , Rosario Grasso pubblicato il nel canale Videogames
XboxCall of DutyMicrosoft
 

La guerra personale

Partiamo dal doveroso presupposto che, secondo il sottoscritto, LA guerra online, per questa generazione di console, è quella rappresentata da Battlefield Bad Company 2. Con le sue mappe enormi, i suoi veicoli, la sua specializzazione in classi e la sua sobria strategia militare. Specifichiamo peró anche quanto il sottoscritto abbia adorato il multiplayer del primo Modern Warfare, con la sua frenesia, le sue innovazioni, i suoi sblocchi, il suo equilibrio e il suo carisma. E il suo M60 d'oro (ho ancora la pelle d'oca al pensiero di quell'arma).

Stabilito ció, si puó facilmente capire come avessi accolto con costernazione le esagerazioni nel multiplayer di MW 2 (qualcuno ha detto testata nucleare tattica? Ecco, ci siamo capiti). L'approccio al mondo online di Black Ops è avvenuto, quindi, non senza qualche timore.

Immenso. Questo è l'aggettivo che mi pare -al momento - piú calzante per descrivere l'online del nuovo COD. Black Ops, infatti, propone la più ricca offerta mai donataci dal multiplayer di uno sparatutto. Non é perfetto, ma terribilmente abbondante. Partiamo dalle osservazioni 'generali': Black Ops non è e non vuole essere un gioco tattico, strategico o realistico. Certo, alcune sue modalità richiedono un minimo sforzo di coordinamento e pianificazione strategica. Ma restiamo lontanissimi da quanto proposto da Battlefield. Un peccato, vien da dire, perché in BO c’è davvero poco spazio per l’azione corale, tattica e coordinata. In più non c’è nessuna interazione di nota con lo scenario: gli edifici, infatti, non risentiranno assolutamente di nessun colpo infertogli, offrendo sempre un comodo – e irrealistico – rifugio. Tutte cose ‘tipiche’ di una serie che non ha mai cercato il realismo simulativo. Ma la buona notizia è che, stavolta, c'è molto altro di cui andare fieri: COD non vuole 'sfidare' BF sul terreno della specializzazione e della strategia. Offre un altro approccio alla guerra online. E lo fa dannatamente bene e in profondità.

È principalmente una questione di ritmo: le partite di COD puntano forte (e bene) su azione e velocità. Niente tempi morti, niente situazioni di stallo. Partite sempre in bilico, continui capovolgimenti degli equilibri in campo, scontri a fuoco rapidi, precisi e ripetuti, respawn sempre nel cuore dell’azione (particolarmente punitivi per chi ha effettuato la prima uccisione).Si tratta, insomma, di una velocità che non cerca il realismo, ma il divertimento. E non fallisce. Non fallisce per più motivi.

Per prima cosa, il bilanciamento. Ogni partita a BO é una sfida seria e curata. Non ci sono armi davvero definitive (anche se i primi momenti online vi vedranno piuttosto in difficoltà, alle prese con giocatori già perfettamente equipaggiati), non ci sono mappe dominabili con una singola interpretazione, non ci sono sblocchi da killstreak risolutori (e sono pochi anche quelli sbilanciati. Con una palese eccezione: le RC-XD. Le dannate automobiline esplosive radiocomandate, ottenibili dopo una serie di solo tre uccisioni: il pane quotidiano del noob, insomma), non ci sono perk irrinunciabili. Un lavoro egregio. Specie considerando quante armi, capacità e sblocchi Treyarch ha dovuto gestire.

Ed ecco il secondo enorme pregio di BO: l'enorme profonditá delle possibilità di customizzazione del nostro soldato virtuale. Lo sviluppo del personaggio e dell’arsenale parte dai punti esperienza e dai COD points. I primi sono i classici punti d’evoluzione, che ci permettono di salire di livello e di sbloccare armi, equipaggiamento ed elementi di contorno. I secondi, invece, sono una vera e propria valuta in-game: fondamentale per acquistare quanto precedentemente sbloccato. E siccome gli acquisti sono definitivi, occorre ponderare con attenzione come spendere i propri COD points.

Esperienza e COD points si guadagnano in modo simile e cioè principalmente giocando, uccidendo e vincendo online. In più, Treyarch ha introdotto la possibilità di sottoscrivere dei contratti: periodicamente, il gioco propone delle sfide al giocatore, il quale, pagando dei COD points, potrà accettarle. Se riuscirà a vincerle nel periodo concesso dal gioco, otterrà ricche ricompense di punti esperienza e COD points. Un esempio: ho appena completato M60 brutale, un contratto che proponeva di uccidere 75 nemici con l’M60 entro 40 minuti di gioco effettivo. I contratti sono di tre tipi: ci sono quelli legati alle armi, quelli legati alle modalità di gioco e quelli legati alle uccisioni ‘speciali’ (con l’equipaggiamento o in condizioni particolari). Se il contratto non viene rispettato, esso rimarrà bloccato per un certo periodo di tempo, dopo di che sarà nuovamente sottoscrivibile.

Si tratta di un’aggiunta di pepe a ogni partita, perché oltre agli ‘obiettivi macro’ avremo anche questi ‘micro’, ma molto redditizi per noi stessi. Il rischio? Avere un ulteriore disincentivo alla cooperazione tattica, con partite in cui il grosso dei giocatori si disinteressa degli obiettivi di squadra per concentrarsi sui propri contratti. Tipico di COD e della sua utenza media (da fenomeno di massa qual è, COD è ormai frequentatissimo da casual gamer che in molti casi non sono assolutamente in grado di leggere le fasi di gioco più elementari).

Un altro metodo per far crescere rapidamente i COD points è la modalità scommessa (Wager mode): partite con regole particolari (ad esempio One in the Camber presuppone che ogni giocatore sia armato di un coltello e di una pistola con un singolo colpo. Uccidendo, si avrà un colpo addizionale in canna) in cui si scommetteranno i propri punti e, nel caso si arrivi tra i migliori tre, si incasseranno i premi. Modalità molto adrenalinica (perché le sfide sono molto sui generis) e competitiva.

 
^