È fenomeno LittleBigPlanet, ma in cosa consiste?
La stagione natalizia di PlayStation 3 ruota intorno a uno dei progetti più originali e creativi, insieme a Spore, degli ultimi anni. Il gameplay si basa sulla condivisione dell'esperienza di gioco, sia nella fase di creazione che in quella videoludica vera e propria.
di Rosario Grasso pubblicato il 10 Ottobre 2008 nel canale VideogamesPlaystationSony
Considerazioni
Primo tra questi è proprio la condivisione dell'esperienza videoludica, e non solo per il gameplay da gioco di co-operazione, ma anche nella fase di creazione vera e propria dei livelli di gioco. In pochissimi minuti chiunque è in grado di creare il proprio livello di gioco, e poi ci pensa il software ad abellirlo con texture e colori e conferendogli la giusta consistenza poligonale. Il gioco vero e proprio, in più, favorisce la co-operazione tra i giocatori per sbloccare dei meccanismi o, più semplicemente, per raggiungere una piattaforma troppo distante.
Consentite a un giocatore di vecchia, se non vecchissima, data di rispolverare per l'occasione un classico degli anni '90 come Push Over. La prospettiva di gioco e il livello di interazione con i livelli di Lbp mi hanno riportato alla mente quell'apparentemente semplice platformer (uscito nel 1992 su Amiga, Atari ST, DOS e SNES) in cui si poteva agire solamente sulle tessere di un originalissimo domino e attraverso queste costruirsi la strada più efficace per portare a termine i livelli di gioco.
Che Lbp sia un progetto atipico è, dunque, evidente, ma è anche atipica la struttura della software house, MediaMolecule, che l'ha sviluppato. Pensate che questa software house è composta solamente da trenta persone, contro le centinaia che ormai sembrano necessarie per qualsiasi progetto Tripla A per le console di nuova generazione. Come abbiamo raccontato su Appunti Digitali, Mark Healey, fondatore di MediaMolecule e game designer principale di Lbp, ha dichiarato che con più di trenta persone non riesce a divertirsi nello sviluppare un gioco, spiegando che ridurre le dimensioni del team aumenta l'efficienza e contiene i costi. Sembra che i risultati gli abbiano dato subito ragione.
Lbp è un fenomeno perché introduce delle idee e delle meccaniche di gioco che faranno strada e che sapranno sicuramente coinvolgere moltissimi giocatori, rimettendo in spolvero tutto il business PlayStation 3, un po' afflosciato per via delle problematiche relative al prezzo di listino della console (nettamente più cara rispetto a Wii e a XBox 360). Sony ha visto giusto perché è un gioco semplice e immediato da una parte, ma contemporaneamente complesso e di spessore sul piano tecnologico, dell'interazione e del gameplay (se si considera l'elevato livello di co-operazione richiesta ai giocatori).
LittleBigPlanet è ormai in dirittura d'arrivo; arriverà infatti in Italia il 22 ottobre, solo su PlayStation 3. Si parla anche di una possibile edizione PSP, ma non è lecito attendersi l'approdo del platformer di MediaMolecule su altri formati visto il richiamo che avrà e considerando la necessità di Sony di rivitalizzare il business PlayStation 3.
68 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoInfatti...e molto originale e bello questo gioco!Speriamo che facciano almeno qualcosa di simile e per PC.
Peccato che questo sia per PS3...speriamo che sia confermata anche l'arrivo di LBP su PSP!
davvero stupendo!!!!
ps.a me ricorda armadillo run!
Se uno si fa prendere dall'editor il gioco diventa INFINITO altrimenti meglio che risparmi 70€.
Meccaniche di una semplicità imbarazzante.
Praticamente un Armadillo Run semplificato.
Lo prenderò usato!
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