Microsoft Game Stack, una nuova piattaforma per semplificare il cloud gaming
Microsoft Game Stack riunisce tutti i tool e i servizi di Microsoft dedicati agli sviluppatori in un unico ecosistema alla portata di tutti
di Rosario Grasso pubblicata il 05 Febbraio 2020, alle 17:21 nel canale VideogamesMicrosoft
Microsoft Game Stack è una piattaforma che eroga servizi per sviluppatori di videogiochi basata sulla piattaforma Cloud Microsoft Azure, che offre la potenza di calcolo e lo spazio di archiviazione essenziali per il futuro del gaming, oltre a servizi basati sull’Intelligenza Artificiale e sul Machine Learning. L'obiettivo è di venire in soccorso degli sviluppatori, e di facilitare l’accesso agli strumenti di sviluppo.
Game Stack integra PlayFab, un servizio completamente back-end per la creazione e la gestione di titoli basati sul Cloud, che entra così nella famiglia Azure, beneficiando dell’affidabilità, della scalabilità e della sicurezza della piattaforma.
PlayFab è stato creato da James Gwertzman con l'obiettivo di sgravare gli sviluppatori del lavoro di gestione dei servizi cloud, in modo che possano concentrarsi sui giochi veri e propri. Nel 2008 Microsoft ha acquisito PlayFab e lo ha integrato all'interno della famiglia di servizi che fa capo ad Azure, rinominandolo in Game Stack. Ora Gwertzman è direttore generale di Microsoft Game Stack, e continua nel suo lavoro di semplificazione dei servizi di cloud gaming per gli sviluppatori.
Gwertzman ha una visione molto ampia su come migliaia di giochi vengono sviluppati ed eseguiti in modo efficiente su una varietà di piattaforme e ha condiviso alcune di queste conoscenze in una recente intervista a GamesBeat realizzata durante una cena stampa a San Francisco. Si è parlato del nuovo concetto di "games as a service", del nuovo ruolo degli sviluppatori di giochi e di come verranno sviluppati i videogiochi del futuro.
Gwertzman ha lavorato in Cina per PopCap (Plants vs. Zombies) e si è occupato di titoli free-to-play. Con l'acquisizione di PopCap da parte di Electronic Arts, ha poi lavorato per il colosso della produzione di videogiochi. Ha quindi deciso di fondare PlayFab per intercettare la transizione verso i "games as a service". "Tutti i miei colleghi che stavano realizzando "games as a service" avevano questo bisogno di infrastrutture server back-end. E quindi ho visto un'opportunità. Quando ero ancora in EA, stavano sviluppando nuove soluzioni da zero e spesso non tutto andava per il meglio. Ho dunque visto l'opportunità di costruire una piattaforma per i live games, che è diventata Playfab".
"Azure ha una tradizione di 30 o 40 anni nell'ecosistema di creazione di giochi e avevamo quindi una grossa opportunità per ricoprire un ruolo più importante nella fornitura di servizi cloud per gli sviluppatori di giochi" continua Gwertzman. "Dopo due anni, sto iniziando a vedere più opportunità per integrare i nostri servizi all'interno di Azure. Ovvero, andare al di là dell'hosting dei server di gioco multiplayer, ma fare analisi ed eseguire servizi come Github".
Tra meno di un anno Xbox Series X diventerà realtà, e Microsoft si concentrerà su quel progetto per quanto riguarda le sue ambizioni gaming. Deve recuperare molto rispetto al rivale Sony PlayStation e, probabilmente, non avrà altre chance dopo questa. xCloud è una parte cruciale del progetto, ovvero la possibilità di giocare via cloud sfruttando le risorse di elaborazione supplementari che mette a disposizione.
"Il modo di sviluppare i giochi è cambiato" dice il fondatore di PlayFab. "Fortnite ha modellato il mondo dei videogiochi non solo dal punto di vista del servizio, ma anche come community. Il gaming è una piattaforma e il tipo di cose che si fanno nei giochi è cambiato. Non si tratta più solo di giocare, ma di fare altre cose, streaming, competizione e acquistare oggetti virtuali. Anche la natura del gameplay è cambiata".
Negli ultimi anni è diventato sempre più popolare il termine "discoverability", ovvero la capacità del gioco di essere notato. Il paradigma non è più lo stesso di 5 anni fa, il numero di giochi è aumentato a dismisura e conquistarsi le posizioni sugli store online è una vera e propria sfida.
"Sappiamo che nel mondo ci sono 2,8 miliardi di giocatori e il nostro obiettivo, come Microsoft, è raggiungerli tutti. Sappiamo che non potremo mai raggiungerne più di 100 milioni vendendo Xbox. L'unico modo per raggiungere i restanti 2,7 miliardi è usare altri sistemi, come xCloud o PlayFab. Ovvero, non li raggiungiamo direttamente, ma forniamo strumenti e tecnologie che possano consentire a terze parti di raggiungerli".
"Realizzare un "games as a service" non è solo una questione di cambiamento della tecnologia. È un cambiamento nel processo di produzione e un cambiamento nella mentalità dello studio. Quest'ultima cosa è la più difficile. Per uno studio che opera da molto tempo possono volerci cinque o sei anni per cambiare la mentalità di sviluppo. Una volta, se avevi una grande idea con molta probabilità avresti attirato i giocatori. Oggi, non basta. Si va dal game designer come regista al game designer come impresario di un locale notturno. Ora il gioco è un'opportunità per i giocatori di incontrarsi e avere interazioni significative. Diventando questo l'obiettivo, e non più raccontare una storia o condividere una visione, devi completamente cambiare il tuo approccio allo sviluppo".
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