Epic sta perdendo un sacco di soldi nella guerra a Steam, lo dice Apple
Dai documenti della battaglia legale tra Epic ed Apple emerge tutto lo scetticismo della seconda sulle possibilità di Epic Games Store di colmare il margine rispetto a Steam
di Rosario Grasso pubblicata il 11 Aprile 2021, alle 10:01 nel canale VideogamesEpicValveSteamApple
55 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoE la logica è banale, anche se sembra che nessuno la comprenda: nel momento in cui acquisisci una posizione tale per cui hai il controllo di un certo tipo di mercato, le regole della competizione non sono più dettate da quelle fissate dal libero mercato, ma appunto dalla società che acquisisce posizione tale per cui le sue scelte indirizzano a suo volere le scelte stesse di mercato.
Quando Microsoft è stata multata dalla UE, ha semplicemente installato di default sul SUO sistema operativo il suo browser. Se andiamo a guardare, che avrebbe fatto di così scandaloso? Nei fatti ha operato all'interno del suo ecosistema, esattamente come sta facendo oggi Apple con iOS e cosa per la quale quelli che prima denigravano Microsoft oggi difendono Cupertino.
Il problema nasce dal fatto che lo scopo del libero mercato è di permettere a tutti di competere ad armi pari con le stesse regole e al tempo stesso permettere a tutti di poter emergere.
Per cui finchè vieni considerato una piccola entità, o di nicchia, ti viene concesso di poter agire con una certa libertà: sia per farti la possibilità di farti notare, sia perchè le tue mosse non incidono in maniera significativa sul mercato.
Nel momento in cui possiedi quote importanti di mercato (la posizione dominante non necessariamente implica il possesso del 50%+1 del mercato), le tue scelte condizionano anche le possibilità di altri competitor, sia diretti che indiretti.
Windows era installato sul 90% dei PC del mondo, imporre di default IE con tacito consenso (anche se nessuno ti impediva di scaricare un altro browser e non usare IE) indirizzava le scelte dell'utente, facendo leva proprio sulla sua posizione dominante e quindi "oscurando" le altre aziende che cercavano di fornire il loro prodotto. Ed è lo stesso motivo per cui molto probabilmente Microsoft non ha mai imposto ai produttori software di passare forzatamente sul loro store per installare applicazioni su Windows.
Apple alla stessa maniera con il suo sistema impone di produttori di App di passare forzatamente per il suo store per avere quel famoso 30%. questo ovviamente limita le possibilità, permette ad Apple di avere un guadagno in ogni caso e soprattutto impone all'azienda produttrice di pagare quel 30%. E questo senza che Apple abbia nulla a che vedere con il 99% delle App che girano sul suo store.
Poi essendo un libero mercato di compravendita, è ovvio che la posizione dominante l'assumi perchè c'è gente che acquista determinati prodotti, ma quella non è la discriminante. La discriminante è che tutti possano avere le stesse possibilità per vendere quel prodotto.
In America questi discorsi non esistono, o sono molto più vaghi. Giusto o sbagliato che sia, questo però porta a situazioni tipo Amazon che, bene o male che sia, le ha permesso di acquisire posizioni nel mercato tali per cui può fare il bello ed il cattivo tempo in alcuni settori, senza che i competitor possano fare nulla, o molto poco.
Vedi ad esempio nell'editoria: da un lato molte case editrici hanno difficoltà a contrastare mosse "poco ortodosse" atte solo ad impedire alla concorrenza di operare come vorrebbe (e non, quindi, cercando semplicemente di vendere meglio il proprio prodotto).
Dall'altro ci si ritrova con situazioni come i formati ebook, dove se acquisti un kindle sei costretto ad usare il formato di Amazon, e se passi ad un altro reader quel formato non puoi più leggerlo. Quindi tu acquirente sei costretto a continuare ad acquistare da Amazon, perchè ti viene limitata la scelta (e questa è un'altra cosa sulla quale, a mio avviso, si dovrebbe intervenire... va bo, estemporanea).
Premesso che concordo sul discorso in generale, qui vorrei puntualizzare che il pericolo in quello specifico episodio era un altro: Microsoft stava riuscendo ad imporre un suo standard per il web, che avrebbe impedito una corretta fruizione del web da chiunque avesse usato sistemi alternativi (IE c'era solo per Windows) rafforzando ancora di più la presa di Windows sull'utenza.
Per fortuna aver perso la guerra dei browser prima e la diffusione enorme dell'accesso ad Internet sul mobile poi ha portato lo sviluppo dei browser in un'altra direzione.
Oggi purtroppo ci ritroviamo in una situazione, seppure differente, che ha dei punti in comune con questa, con lo strapotere di un unico motore di rendering, cosa che rischia di frenare l'innovazione e dare troppa influenza a chi quel motore di rendering lo gestisce (ossia, di fatto, Google).
Condizioni contrattuali che come puoi facilmente immaginare non legge nessuno preso dalla foga di usare il[SIZE="4"] nuovo iphone!!!11!
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Qui ti risponderei semplicemente: sti caxxi?
La solita solfa di Apple immune dai malware. Personalmente non ho mai avuto malware che mi abbia causato danni su Android, basta usare un minimo il cervello e comunque il problema si pone solo per le applicazioni di dubbia provenienza. Non credo che nessuno abbia mai avuto paura di beccarsi del malware installando un prodotto(originale) di una casa rinomata come, chessò, Adobe.
L'utente Apple cerca solo lo status symbol e la semplicità d'uso data dal non poter fare. Sono come bambini piccoli messi dentro quei recinti di cui non mi sovviene il nome.
per inciso, oltre a quello che citi tu, ti offrono anche:
- le sdk per sviluppare l'app
- un mercato che raggiunge milioni di utenti a cui non avresti accesso
e il punto dell'articolo è proprio questo infatti (dimostrare che chi chiede meno del 30% ha un'attivià in perdita).
Che animo magnanimo alla Apple!
"Mercato che raggiunge milioni di utenti" ingabbiati.
Effettivamente non sapevo che ci fossero diverse percentuali, meno male che ci sei tu a dimostrarmi per bene quanto perversa e avida sia Apple.
Per come la vedo io dovrebbe essere esattamente il contrario. In pratica sono gli sviluppatori di applicazioni di qualità a pagare la "costosissima" infrastruttura dell'app store a beneficio degli altri.
Dovrebbe essere Apple a pagare gli sviluppatori e non il contrario... Sappiamo bene che fine fa un device senza applicazioni interessanti. Quindi è per proprio interesse e beneficio che fornisce SDK, diversamente non venderebbe nemmeno i dispositivi.
Di fatto Apple con la sua posizione dominante sfrutta gli sviluppatori. Poi quello che sarà l'esito della causa è un altro discorso e riguarda solo il sistema legale, non la realtà dei fatti.
Il punto dell'articolo, a partire dal titolo, è una mezza marchetta ad Apple e basta. Epic perde soldi perché ha pagato le esclusive per dare visibilità allo store, non perché non ce la fa a pagare lo sviluppo e l'infrastruttura dello store. Si chiama investimento e come tale può fallire o avere successo.
Altro piccolo dettaglio : la licenza d' uso non ha alcun valore legale
Licenza d'uso che deve rispettare le norma nazionali del paese dove viene venduto e nel caso di un paese europeo quelle comunitarie. Quindi se c'è un esposto dell'autority per la concorrenza europea contro un comportamento di Apple previsto dalla licenza d'uso, non solo la multa ma la costringe ha modificare la pratica scorretta e ha modificare la licenza d'uso altrimenti viene sequestrato il prodotto dal mercato comune europeo
che è una possibilità sfruttata più dai malware che dalle applicazioni legittime. l'utente apple questa possibilità non la vuole, non la cerca, e anzi preferisce che non ci sia.
Sono d'accordo, e qualche casa editrice, mi pare IBS, ci provò a denunciare il fatto, ma l'autority ha considerato il mercato digitale degli ebook, parte del mercato complessivo della letteratura, ed è, per la stragrande maggioranza, ancora in carta e inchiostro, quindi Amazon ha una piccolissima fetta di mercato.
Anche perché se ci pensi, la Feltrinelli potrebbe farsi il suo e-book come anche la Mondatori, tra l'altro la Mondatori ha un accordo con Amazon per tutte le sue edizioni, se Mondadori diventasse concorrente di Amazon negli e-book, questa perderebbe una bella fetta del mercato Italiano.
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