Amy Hennig: 'i giocatori chiedono i giochi single player, ma poi non li comprano'
Riportiamo un'interessante intervista all'autrice dei primi capitoli di Uncharted, perché fa una fotografia molto precisa dello stato attuale dell'industria dei videogiochi
di Rosario Grasso pubblicata il 24 Gennaio 2018, alle 10:21 nel canale VideogamesElectronic ArtsStar Wars
E' sempre più complicato produrre giochi single player, perché i giocatori si stanno spostando sul multiplayer e premiano i modelli di business basati sugli acquisti in-app. Chiedono agli sviluppatori di creare nuovi giochi con la storia ma poi non li comprano perché preferiscono guardare altri mentre li giocano sui servizi di Live Streaming come Twitch. E' il riassunto dell'Hennig-pensiero così come emerso in questa intervista pubblicata da Polygon.
Per Amy Hennig, che qui si trova coinvolta insieme a Sean Vanaman, fondatore della software house Campo Santo famosa per aver realizzato Firewatch, si tratta delle prime dichiarazioni pubbliche dopo l'annuncio della chiusura di Visceral Games e del cambio di rotta per il gioco su Star Wars su cui stava lavorando sotto la direzione della stessa Hennig. L'annuncio ha destato molto scalpore presso gli addetti ai lavori e lanciato ulteriori segnali allarmanti circa la rimuneratività dei giochi single player.
"Il single player sta incontrando un momento di flessione che, tra le altre cose, ha colpito anche il nostro progetto su Star Wars", ha detto la famosa scrittrice di Uncharted. "Il percorso che hanno intrapreso i giochi con la storia ha portato a investimenti sempre più importanti fino al punto che per i produttori è diventato troppo difficile trovare il punto di pareggio. I giocatori, inoltre, sono diventati sempre più esigenti in quanto a grafica, fedeltà, modalità di gioco e altro".
"Si parla sempre peggio delle moderne fonte di monetizzazione, delle casse premio e delle micro-transazioni, ma per i produttori di videogiochi questi elementi rappresentano il modo più efficace per rientrare dagli onerosi investimenti per lo sviluppo"."I costi crescenti rischiano di rendere insensato lo sviluppo di altri giochi single player", prosegue ancora la scrittrice. "La gente si è lamentata per la decisione di cancellare un gioco con storia lineare, ma loro stessi non lo avrebbero comprato. Al massimo ne avrebbero guardato qualcun altro giocarci online".
La visione di Amy Hennig conferma il dato secondo il quale nel 2017 i giocatori PC hanno speso 22 miliardi di dollari in micro-transazioni all'interno dei giochi free-to-play a fronte di "soli" 8 miliardi di dollari spesi nello stesso periodo di tempo per acquistare giochi per PC e console nel formato classico (fonte SuperData).
41 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoi giocatori chiedono i giochi single player, ma poi non li comprano perché li facciamo da schifo
Se fai giochi che fanno schifo, non li devo comprare solo perchè sono singleplayer.... devono essere anche belli!
Soliti discorsi
"Vorremmo fare roba buona ma nessuno la vuole", quindi continuiamo coi multiplay col personaggio che corre in mutande e microtransazioni che facciamo tanti $$$$Se fai giochi che fanno schifo, non li devo comprare solo perchè sono singleplayer.... devono essere anche belli!
Quoto, sono giochi davvero fantastici. Il 2 mi ha dato emozioni paragonabili alla prima volta che ho giocato half life 2.
La Henning ha ragione da vendere ... solo un paio di giorni fa con degli amici vecchi come me (over 40) discutevamo di come, pazziando pazziando, ad euro ad euro, avevamo speso a testa una cinquantina di euro in Clash of Clans che è onestamente una BEEEP di gioco, ma ha quel qualcosa che alla fine ti spinge ad andare avanti ...
E con quei soldi ognuno di noi poteva comprarsi X, Y e Z, mentre invece ce li scambiamo (tu mi dai bloodrain, io passo Assassin creed, poi lo giriamo a tizio che in cambio ci gira Horizon)
Purtroppo è davvero il modello di business che è, scusatemi il termine, tumorale: lo formi, gli dai sostanza senza quasi accorgertene.
PS
E nel caso della Henning i suoi "single player" sono spettacolari
Quindi si chiedono single player ma nessuno li compra perchè non hanno una durata accettabile
..anche perchè a differenza di una volta ora esiste internet e prima di acquistare ci vuol poco ad informarsi sulla longevità di un titolo.
Quindi si chiedono single player ma nessuno li compra perchè non hanno una durata accettabile
..anche perchè a differenza di una volta ora esiste internet e prima di acquistare ci vuol poco ad informarsi sulla longevità di un titolo.
Io ho accumulato 800 e passa ore a tf2, anni fa ci giocavo molto, ma non per questo diventa il miglior gioco del mondo, anche perché prima era molto più giocabile e accessibile, aveva tutti i pregi del single player. Ci ho rigiocato poco tempo fa e lo hanno stravolto, le vecchie mappe più grandi sparite, mappette piccole dove ci si massacra senza sapere come e perché. Rimosso, era un bel gioco, ma valve ha fatto una scelta, erano i migliori ed hanno perso tutto nel giro di un paio d'anni.
Quindi si chiedono single player ma nessuno li compra perchè non hanno una durata accettabile
..anche perchè a differenza di una volta ora esiste internet e prima di acquistare ci vuol poco ad informarsi sulla longevità di un titolo.
multiplayer: ore e ore a fare sempre le stesse cose.
the witcher 3 e skyrim non durano 10 ore, il primo dopo quasi un anno ancora non l'ho finito, e ogni quest è una sorpresa, nel secondo ho racimolato 180 ore. Senza parlare dei final fantasy, in cui almeno 50 ore scorrono senza che te ne accorgi.
Non credo che uncharted 4 e horizon non siano stati campioni di vendite. Secondo me dovrebbero fare single player meno ampi e complessi, e più improntati sulle 3 principali caratteristiche: trama, gameplay e ambientazioni(atmosfera). Basta vedere il successo di un gioco come cuphead. Non è sempre necessario fare giochi open world in cui puoi fare di tutto, basta un po' di sostanza vera.
La Henning ha ragione da vendere ... solo un paio di giorni fa con degli amici vecchi come me (over 40) discutevamo di come, pazziando pazziando, ad euro ad euro, avevamo speso a testa una cinquantina di euro in Clash of Clans che è onestamente una BEEEP di gioco, ma ha quel qualcosa che alla fine ti spinge ad andare avanti ...
E con quei soldi ognuno di noi poteva comprarsi X, Y e Z, mentre invece ce li scambiamo (tu mi dai bloodrain, io passo Assassin creed, poi lo giriamo a tizio che in cambio ci gira Horizon)
Purtroppo è davvero il modello di business che è, scusatemi il termine, tumorale: lo formi, gli dai sostanza senza quasi accorgertene.
PS
E nel caso della Henning i suoi "single player" sono spettacolari
Le grandi case produttrici hanno premuto sull'acceleratore dei costi in maniera sconsiderata pompando a livelli INUTILI comparti ad alto costo come (sopratutto) la grafica ed il marketing o le concessioni di diritti.
Sempre più in difficoltà nel rientrare dei costi hanno progressivamente ridotto il puro tempo dedicato a funzioni fondamentali quali gameplay ed affidabilità (ormai è semplicemente RIDICOLO il livello di incompletezza a cui vengono rilasciati i giochi), per non parlare della "portabilità" o anche solo del fatto che per stare dietro alla loro follia, quella vasta fascia di giocatori "abituali" che non sono NE' "casual", NE' "pro", avrebbe dovuto cambiare hardware ogni anno.
Ovviamente, investendo cifre spropositate, uno dei modi di recupero investimento più facile è il rialzo dei prezzi al consumo a cui, però, è seguita la continua rincorsa a DRM sempre più "efficaci"... talmente "efficaci" da rendere a volte inutilizzabili i giochi protetti a chi li aveva acquistati.
Dopo il detto "Un pc sicuro è un pc spento", abbiamo visto applicare il detto "Un software non piratabile è un software che non funziona"... ed hanno pure sbagliato (nel senso che le copie piratate, almeno, FUNZIONAVANO!).
Quindi, riassumendo, cara Amy: il tuo legittimo cruccio è che i videogiocatori vi chiedono giochi single-player ma poi non comprano giochi che durano OTTO ORE, costano da QUATTRO A DIECI VOLTE più di un gioco "indie" senza tanta grafica ma con una buona sostanza, li obbligano (se per PC) a spendere 200-400 euro annui di adeguamento hardware e A VOLTE NON FUNZIONANO causa bug a pioggia o DRM criminali.
Eh, comprendo il tuo disappunto...
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