Amy Hennig: 'i giocatori chiedono i giochi single player, ma poi non li comprano'
Riportiamo un'interessante intervista all'autrice dei primi capitoli di Uncharted, perché fa una fotografia molto precisa dello stato attuale dell'industria dei videogiochi
di Rosario Grasso pubblicata il 24 Gennaio 2018, alle 10:21 nel canale VideogamesElectronic ArtsStar Wars
41 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infogiochi che durano 4 o 5 ore dopo nemmeno un mese li trovi già scontati a 15 euro, a meno che non sono giochi che hanno una componente multiplayer che è prevalente
Inoltre, la competizione (anche solo per pimparsi esteticamente i personaggi) tra giocatori spinge le meccaniche pay-per-win/microtransazioni e quindi porta a maggiori revenue.
Le sw house sono for-profit e quindi seguono il mercato.
...
Eh, comprendo il tuo disappunto...
10 min di applausi
La vera verità è : perché lavorare duramente per fare un titolo in single player quando basta mettere insieme 4 personaggi e due stanze per fare un multiplayer ? E poi con le microtransazioni ci si guadagna un sacco ...
Questi non li chiamo giocatori. Sono tifosi o semplicemente appassionati di giochi. Il giocatore, gioca.
Quindi si chiedono single player ma nessuno li compra perchè non hanno una durata accettabile
..anche perchè a differenza di una volta ora esiste internet e prima di acquistare ci vuol poco ad informarsi sulla longevità di un titolo.
Dipende dal gioco
Max Payne non durava neanche 10 ore ma son state alcune tra le più emozionanti che ricordi
Invece in multi puoi passare mesi a farmare ma quali emozioni ti porti via ?
Anche nel cinema ci sono mosche bianche che potrebbero fare i soliti fumettoni ed invece sperimentano, arrivando, quando fanno un buon lavoro, anche a guadagnarci.
Se i videogiochi sono solo una industria, allora ok, ma se ha anche ambizioni artistiche, le cose cambiano. Il profitto permette di fare i giochi, ma non lo ordina mica il medico di spillare ogni centesimo dal portafoglio dei clienti.
Questo per dire che se si rincorressero meno le mode e si osasse di piú, basterebbero budget inferiori, minimizzando il problema delle vendite.
Anche nel cinema ci sono mosche bianche che potrebbero fare i soliti fumettoni ed invece sperimentano, arrivando, quando fanno un buon lavoro, anche a guadagnarci.
Se i videogiochi sono solo una industria, allora ok, ma se ha anche ambizioni artistiche, le cose cambiano. Il profitto permette di fare i giochi, ma non lo ordina mica il medico di spillare ogni centesimo dal portafoglio dei clienti.
Questo per dire che se si rincorressero meno le mode e si osasse di piú, basterebbero budget inferiori, minimizzando il problema delle vendite.
Giochi come i vari wolfenstein richiedono anni di sviluppo (gameplay, storia, riprogettazione del motore grafico, personaggi, musiche, doppiaggio). I multiplay li tiri su in qualche mese, basta prendere un sandbox e riempirlo di alberi e casette. Pochissima spesa tanta resa.
Le grandi case produttrici hanno premuto sull'acceleratore dei costi in maniera sconsiderata pompando a livelli INUTILI comparti ad alto costo come (sopratutto) la grafica ed il marketing o le concessioni di diritti.
Sempre più in difficoltà nel rientrare dei costi hanno progressivamente ridotto il puro tempo dedicato a funzioni fondamentali quali gameplay ed affidabilità (ormai è semplicemente RIDICOLO il livello di incompletezza a cui vengono rilasciati i giochi), per non parlare della "portabilità" o anche solo del fatto che per stare dietro alla loro follia, quella vasta fascia di giocatori "abituali" che non sono NE' "casual", NE' "pro", avrebbe dovuto cambiare hardware ogni anno.
Ovviamente, investendo cifre spropositate, uno dei modi di recupero investimento più facile è il rialzo dei prezzi al consumo a cui, però, è seguita la continua rincorsa a DRM sempre più "efficaci"... talmente "efficaci" da rendere a volte inutilizzabili i giochi protetti a chi li aveva acquistati.
Dopo il detto "Un pc sicuro è un pc spento", abbiamo visto applicare il detto "Un software non piratabile è un software che non funziona"... ed hanno pure sbagliato (nel senso che le copie piratate, almeno, FUNZIONAVANO!).
Quindi, riassumendo, cara Amy: il tuo legittimo cruccio è che i videogiocatori vi chiedono giochi single-player ma poi non comprano giochi che durano OTTO ORE, costano da QUATTRO A DIECI VOLTE più di un gioco "indie" senza tanta grafica ma con una buona sostanza, li obbligano (se per PC) a spendere 200-400 euro annui di adeguamento hardware e A VOLTE NON FUNZIONANO causa bug a pioggia o DRM criminali.
Eh, comprendo il tuo disappunto...
Fossimo su Reddit, invocherei la pioggia di gold
Io così mi son guardato tutti i Wolfstein, SOMA, Uncharted (appunto), Resident Evil 7, Life is Strange, Her Story (tutto bello in ordine) e ora pure Horizon Zero Dawn.
Ma sono appunto un genere specifico: gameplay "tanto per", andamento su binari, molto "story rich".
Ma alcuni non si prestano, già Horizon era al limite (ma su youtube mi han tagliato tutte le parti noiose), un Fallout o un Civilization neanche per sogno.
Che facciano quindi meno giochi che durano 5 ore e sembrano film interattivi. Oppure che vietino i gameplay su twitch e youtube, che in effetti a me sembrano una bella ladrata.
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