Watch Dogs 2: recensione e confronti grafici

Watch Dogs 2: recensione e confronti grafici

Dal punto di vista ludico Watch Dogs 2 migliora sotto molti punti di vista l’esperienza offerta dal precedente capitolo. Le attività a disposizione del giocatore sono più numerose, la mappa open world risulta molto diversa dal punto di vista estetico, ma anche considerevolmente più ampia, viva e pulsante rispetto a quella di Chicago. Purtroppo questi passi in avanti non sono stati sostenuti da un’altrettanto soddisfacente qualità del contesto narrativo e dei personaggi principali con i quali si interagisce.

di , Davide Spotti pubblicato il nel canale Videogames
Ubisoft
 

Un buon hacker sa come far perdere le sue tracce

Watch Dogs 2 amplia in modo trasversale le dinamiche di hacking che venivano messe a disposizione del giocatore nel primo capitolo. Alcune tecniche di valutazione dell’ambiente ostile sono rimaste inalterate, come lo sfruttamento delle telecamere per introdursi nelle zone vietate e manometterne i sistemi di sicurezza. La gamma è particolarmente ampia: si possono causare esplosioni, attirare l’attenzione delle guardie in determinate sezioni della struttura, oppure manomettere da remoto alcuni terminali. Tutte queste azioni possono di nuovo essere compiute senza nemmeno aver messo piede all’interno del perimetro ostile. In questo secondo capitolo non mancano però alcune novità piuttosto interessanti. La principale è senza dubbio legata all’hacking dei veicoli; selezionando un’auto parcheggiata è ad esempio possibile decidere di spostarla in avanti o indietro, a destra o a sinistra, allo scopo di creare un efficace diversivo o di mettere fuori gioco una guardia senza entrare in combattimento. Questa nuova funzionalità può essere sfruttata sia durante le missioni che nella libera esplorazione cittadina, dando anche qualche vantaggio in più durante le fughe dalla polizia.

Esattamente come avveniva nel precedente capitolo, Watch Dogs 2 basa gran parte delle proprie meccaniche sull’infiltrazione furtiva
Ovviamente è di nuovo consentito introdursi nei dispositivi di qualsiasi individuo, estrapolandone le informazioni riservate e sbloccando all’occorrenza alcune funzionalità specifiche. Tra le più esilaranti segnaliamo senz’altro la possibilità di entrare nel profilo personale di una ronda per poi accusarla ingiustamente di aver commesso un grave reato. In questo modo la polizia irromperà nella struttura e metterà in manette il malcapitato, lasciando quindi libero il giocatore di proseguire indisturbato.

L’albero delle abilità è affidato all’accumulo di Punti di Ricerca, che sono distribuiti su più aree di competenza, dall’hacking dei veicoli al controllo remoto degli oggetti, dalla manipolazione dei dati personali alla creazione di disservizi, ma è anche consentito migliorare le proprie abilità di combattimento oppure rendere maggiormente efficace l’utilizzo dei gadget. Da buon hacker di ultima generazione, Marcus è stato dotato anche di alcune apparecchiature funzionali all’infiltrazione, come droni e altri veicoli radiocomandati da controllare in remoto. In questi frangenti è possibile infiltrarsi in aree diversamente irraggiungibili, monitorare alcune parti degli edifici, ma all’occorrenza si possono anche distrarre le guardie o scattare delle foto. Per evitare di essere individuati bisognerà cercare di posizionare Marcus in una zona lontana da occhi indiscreti, tenendo comunque presente che questi dispositivi hanno un raggio d’azione limitato. La distruzione di queste strumentazioni ad opera delle guardie li renderà inutilizzabili per un breve lasso di tempo, costringendo il giocatore a modificare la propria strategia.

Esattamente come avveniva nel precedente capitolo, Watch Dogs 2 basa gran parte delle proprie meccaniche sull’infiltrazione furtiva. Marcus è per l’appunto principalmente un hacker, dotato di abilità atletiche interessanti e capace di padroneggiare un’arma, ma è pur sempre un civile. Ecco perché il gioco cerca comunque di privilegiare l’impiego di strumenti poco invasivi o non letali, anche durante le azioni corpo a corpo. Mentre Aidan era capace di sferrare attacchi ravvicinati utilizzando uno stiletto, Marcus ricorre ad uno strumento decisamente più bizzarro e poco convenzionale: la Thunderball, ovvero una specie di palla da biliardo legata artigianalmente a un filo elastico. Sfruttandola in prossimità di un obiettivo è possibile colpire la vittima al volto e fargli perdere rapidamente i sensi. In alternativa si ha comunque modo di ricorrere alle armi da fuoco, investendo il proprio denaro e sfruttando l’avanzata stampante 3D presente presso il covo del DedSec.

Altri miglioramenti rispetto al precedente capitolo sono stati introdotti nella varietà delle animazioni del protagonista. Grazie ad accenni di tecniche parkour è ora possibile scavalcare oggetti con acrobazie e scendere agilmente dalle zone sopraelevate con l’ausilio di capriole scenografiche. Oltre agli incarichi principali legati alla storia si ottiene l’accesso ad una ricca gamma di incarichi secondari, che possono essere selezionati a piacimento all’interno della mappa, incluse le gare a bordo di automobili, le regate e le competizioni dei droni. Altre attività prevedono di potersi scattare un selfie in determinate zone d’interesse della città, oppure di immortalare situazioni particolarmente bizzarre per poi condividerle con gli altri personaggi. Facendo ritorno al quartier generale del DedSec ci si può dedicare alla creazione dei nuovi oggetti o assistere ai briefing delle missioni insieme ai compagni che compongono la crew.

Qualunque attività presente nel gioco viene gestita dallo smartphone del protagonista, che può essere attivato con la pressione di un pulsante ed offre una gamma di attività più ampia rispetto al passato. Grazie alle app incluse nel telefono si può tenere traccia delle missioni, richiedere la consegna di un’automobile nei paraggi, accedere al media player con le tracce musicali, utilizzare la fotocamera e altro ancora. Ritornano in una nuova veste anche i puzzle che prevedono di introdursi in determinati terminali o strutture di sicurezza. In questi frangenti si può scorgere una rete di collegamenti suddivisi da alcuni punti nevralgici con i quali interagire. Il flusso dei dati dev’essere convogliato da un’area sorgente a un punto di attivazione e per farlo è necessario ricostruire correttamente il flusso dei dati.

Vale la pena concludere la disamina analizzando il nuovo modello di guida introdotto in questo secondo capitolo, che a nostro avviso ha ricevuto alcuni miglioramenti rispetto al passato. Nel primo Watch Dogs questa componente, fondamentale per un titolo free roaming, mostrava il fianco a causa del comportamento approssimativo e piatto delle vetture che venivano proposte. In Watch Dogs 2 l’impatto si è rivelato più convincente, sia in relazione al modello di guida che rispetto alle differenze presenti tra le singole categorie di veicolo. Viceversa riteniamo che si sarebbe potuta migliorare la reattività delle forze di polizia presenti in città: spesso è fin troppo semplice riuscire a far perdere le proprie tracce, anche in quelle situazioni nelle quali lo stato di allerta sia tale da giustificare l’ingresso dell’elicottero.

 
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