The Technomancer, un RPG di fantascienza ambientato su Marte
The Technomancer è sviluppato da Spiders Studio, compagine che nel proprio portfolio possiede già svariati progetti dagli esiti non particolarmente fortunati, basti pensare a Gray Matter, a Il Testamento di Sherlock Holmes, ma anche al fallimentare gioco di ruolo Bound By Flame. Tentativi accomunati dalla difficoltà di far breccia sul grande pubblico e raggiungere standard qualitativi di un certo rilievo. Il gioco di cui ci apprestiamo a parlare è però inevitabilmente legato a doppio filo soprattutto a Mars: War Logs, altro action RPG dello studio francese, passato in sordina sia su PC che Xbox 360 nel corso del 2013.
di Davide Spotti pubblicato il 05 Agosto 2016 nel canale VideogamesHalifax
Crafting e motore grafico
The Technomancer sfrutta anche un sistema di crafting degli equipaggiamenti e degli oggetti, che peraltro è solamente accennato e non lascia ampie libertà di scelta al giocatore. All’interno delle mappe sono disponibili alcuni banchi da lavoro, grazie ai quali si possono innanzitutto potenziare le armi. Ognuna di esse dispone di alcuni slot che, dopo essere stati attivati, scegliendo tra un elenco di possibilità proporzionate al proprio livello, possono offrire fondamentali aggiunte, a patto di possedere nell’inventario le componenti necessarie a produrre quel miglioramento. La stessa dinamica si applica poi a tutte le componenti dell’armatura e agli scudi.
Pur non brillando per originalità, gli oggetti offrono sempre una discreta quantità di variabili. Talvolta il modo di vestire avrà degli influssi anche sui dialoghi, andando a determinare ad esempio il livello di fiducia da parte degli interlocutori appartenenti a una determinata fazione.
Attraverso i banchi da lavoro è inoltre possibile fabbricare degli oggetti consumabili, come le trappole esplosive che abbiamo citato nei precedenti paragrafi, le iniezioni di salute per ripristinare gli HP, ma anche le iniezioni di concentrazione, che sostanzialmente fungono in modo analogo alle pozioni di The Witcher che migliorano resistenza e velocità del protagonista per un periodo di tempo limitato.
Dal punto di vista tecnico The Technomancer non ci ha saputo convincere più del dovuto. L’impressione che se ne trae è quella di un prodotto che deve ancora migliorarsi per poter ambire ai livelli che competono ai migliori esponenti della categoria. In passato Spiders Studio era solita utilizzare una versione modificata del PhyreEngine di Sony, denominata Silk Engine. Quest’ultimo è stato utilizzato per tutti i precedenti titoli pubblicati dalla compagnia francese fino a Bound By Flame. Trattandosi di uno strumento ormai superato rispetto alle potenzialità consentite al giorno d’oggi, per lo sviluppo di Technomancer lo studio ha preferito riscrivere da zero il proprio engine, con l’obiettivo di sfruttare in modo più consono le attuali console. Ciò avrebbe dovuto tradursi in una maggiore cura per la qualità delle texture e dei materiali che compongono le città, ma anche in in una rinnovata fedeltà espressiva dei personaggi. A nostro avviso l’operazione non è andata perfettamente a buon fine su nessuno dei due versanti, perché The Technomancer risulta evidentemente un passo indietro rispetto a molti altri prodotti concorrenti usciti negli ultimi tempi. Il gioco gira a 1080p su PlayStation 4, mentre su Xbox One – come avviene ormai di consueto – non vengono superati i 900p. La fluidità è invece impostata, anche qui senza troppe sorprese, sui 30 frame al secondo su entrambe le piattaforme.