The Technomancer, un RPG di fantascienza ambientato su Marte
The Technomancer è sviluppato da Spiders Studio, compagine che nel proprio portfolio possiede già svariati progetti dagli esiti non particolarmente fortunati, basti pensare a Gray Matter, a Il Testamento di Sherlock Holmes, ma anche al fallimentare gioco di ruolo Bound By Flame. Tentativi accomunati dalla difficoltà di far breccia sul grande pubblico e raggiungere standard qualitativi di un certo rilievo. Il gioco di cui ci apprestiamo a parlare è però inevitabilmente legato a doppio filo soprattutto a Mars: War Logs, altro action RPG dello studio francese, passato in sordina sia su PC che Xbox 360 nel corso del 2013.
di Davide Spotti pubblicato il 05 Agosto 2016 nel canale VideogamesHalifax
Le disgrazie di Marte
Su Marte l’acqua è rara e costituisce una delle principali ragioni per cui gli umani, dopo la colonizzazione del pianeta rosso, si sono dati battaglia per generazioni. Ogni goccia è di fondamentale importanza per i cosiddetti figli dimenticati della Terra. Le difficili condizioni di vita in un ecosistema ostile hanno provocato atroci sofferenze tra le fasce più deboli della popolazione, molti individui sono mutati per l’eccessiva esposizione alle radiazioni solari, deformati nel corpo e anche nello spirito. Tutti gli altri riescono a sopravvivere all’interno delle cosiddette linee d’ombra, protetti da apposite strutture sotto il controllo delle corporazioni che gestiscono gli approvvigionamenti idrici e sono in perenne lotta tra loro. Nei bassifondi la vita delle persone non è molto più gratificante rispetto alle disgrazie dei mutanti, lo sa bene Zachariah Mancer, che ha trascorso in povertà i primi anni della sua vita, prima di entrare come cadetto tra i tecnomanti della città di Ophir.
I Tecnomanti sono custodi di un antico segreto, considerati combattenti d’elite grazie alle speciali abilità di condurre e controllare l’energia elettrica per sfruttarla come arma da combattimento. Per loro disgrazia vengono anche interpretati come un culto, dedito ai propri rituali, una classe di guerrieri fondamentale per l’andamento delle guerre, che peraltro nella corrotta Ophir ha finito per diventare un cliente ingombrante, soprattutto agli occhi dell’esercito e dei servizi segreti.
La struttura di gioco ricorda per alcuni versi Mass Effect per quanto attiene la presenza di scelte morali e dialoghi a risposta multipla dotati di più esiti. Cionondimeno la qualità complessiva della proposta si è rivelata ancora qualche passo indietro rispetto alle vette raggiunte in passato dalla saga di BioWare, vuoi per la profondità intrinseca delle linee di testo, vuoi per il carisma dei personaggi coinvolti nel complotto ordito ai danni di Zachariah e della sua fazione. The Technomancer soffre inoltre di un incipit piuttosto lento da digerire e interlocutorio, durante il quale viene privilegiato il livellamento iniziale del personaggio attraverso il completamento di quest iniziali e incarichi secondari di dubbio interesse, alcuni dei quali non appaiono affato legati al filone narrativo principale.
Rispetto a Mars: War Logs, che era suddiviso in soli tre capitoli principali, The Technomancer si dipana attraverso un prologo che vede Zachariah superare la sua ultima prova come cadetto dell’ordine, e ben quattro atti, nel corso dei quali si visiteranno numerosi avamposti e città situati in vari luoghi del pianeta rosso. Pur garantendo una longevità decisamente superiore rispetto al precedente tentativo, la struttura narrativa segue la medesima interpretazione già adottata in passato, pertanto le scelte morali e l’andamento della trama decolleranno solo a partire del secondo atto, quando gli intrighi politici inizieranno a farsi un po’ più chiari, insieme al ruolo di determinati soggetti.
Nei mesi precedenti alla release gli sviluppatori avevano assicurato che alcuni eventi avrebbero avuto un impatto marcato sull’andamento complessivo della storia. Nello specifico, attraverso le scelte estrapolate dai dialoghi e dalle proprie azioni, sarebbe stato possibile modificare anche la familiarità o viceversa l’ostilità dei propri alleati e dei nemici. Gli indicatori di fazione, che si modificano in base all’esito di alcuni dialoghi o al comportamento tenuto durante la missione, assicurano questi genere di variazioni, sebbene i comportamenti contrapposti che ne derivano non sembrino portare mai a esisti degni di nota.
Durante l’intero arco della campagna Zachariah avrà a che fare con numerosi personaggi, ma ancora una volta Spiders Studio non è riuscita a conferire ai suoi interpreti il dovuto carisma, in parte a causa di una sceneggiatura che presta il fianco ad alti e bassi, ma soprattutto per la scarsa espressività dei volti che, alla luce delle potenzialità tecniche disponibili al giorno d’oggi, avrebbe meritato uno sforzo qualitativo ulteriore.
Tra le attività di carattere morale sussiste anche un meccanismo che consente di decidere se graziare i nemici appena messi al tappeto o viceversa giustiziarli senza pietà, analogamente a quanto abbiamo visto fare in inFamous. Peraltro anche questa caratteristica è stata mutuata da Mars: War Logs e, ovviamente, conduce alcuni indicatori legati al personaggio verso esiti contrapposti. Decidendo di essere misericordiosi non si otterrà il prezioso siero supplementare utilizzabile come forma di valuta per l’acquisto di materiali, mentre mostrandosi cinici si andranno a incamerare punti karma negativi.