Recensione Elite Dangerous: è il simulatore spaziale che volevamo?

Recensione Elite Dangerous: è il simulatore spaziale che volevamo?

Lo scorso 16 dicembre è stata rilasciata la tanto attesa versione 1.0 di Elite Dangerous. Come sanno i fans, si tratta di un simulatore spaziale estremamente rigoroso, complesso da padroneggiare e capace di immergere il giocatore in un universo di gioco che si compone di 400 miliardi di sistemi stellari. Insomma, non è certo un gioco per tutti, ma offre comunque un livello di profondità affascinante per qualsiasi tipo di utente.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Cargo hold at maximum capacity

Elite Dangerous permette di esplorare una Via Lattea accuratamente riprodotta attraverso un modello di navigazione che rispetta le leggi della fisica newtoniana. Il modello di volo è incredibilmente accurato, il che porta il giocatore a procedere con grande attenzione in tutte le manovre che è chiamato a compiere, richiedendo l'uso di un buon joystick. Si può affrontare l'esperienza di gioco con un gamepad, mentre è molto più difficile e sconsigliato giocare con mouse e tastiera. Il gamepad comporta comunque dei limiti, soprattutto nei combattimenti contro altri giocatori umani.

Si può comunque abilitare la modalità "flight assist on", il che si traduce in un aiuto importante per il giocatore. In assenza di questa agevolazione, infatti, la navicella sarà trascinata dalla forza di inerzia e il giocatore dovrà imparare a padroneggiare tutta una serie di controlli per il bilanciamento rispetto all'inerzia. Il giocatore può, inoltre, abilitare anche la correzione rotazionale, in modo da ottenere un aiuto nella compensazione rispetto alle forze inerziali.

Il tutto è contestualizzato all'interno di una base narrativa, con fatti che sono ambientati nel 3300 dopo Cristo, quando l'umanità è venuta in possesso di un propulsore iperspaziale che le consente di colmare istantaneamente le distanze più grandi. Questo ha portato alla proliferazione di tanti porti spaziali in giro per l'universo, con cui, come abbiamo detto, è possibile interagire già da questa 1.0. Per districarsi nel traffico spaziale i giocatori devono imparare a pilotare secondo le leggi interplanetarie e conoscere tutte le strumentazioni a bordo.

Bisogna, innanzitutto, gestire l'energia a disposizione del veicolo, visto che il giocatore può indirizzarla verso il sistema di difesa, verso il motore, verso le armi o verso le altre funzioni della nave. Avere un veicolo più reattivo in termini di motore consente di utilizzare più spesso l'overboost, e quindi di spostarsi più velocemente all'interno di un'istanza di gioco, il che può essere cruciale soprattutto nei combattimenti o quando si vuole raggiungere rapidamente una stazione orbitante.

Ci sono quattro regimi di velocità in Elite Dangerous. Quello tradizionale, che serve per gli spostamenti di precisione; overboost, che serve per accelerare per brevi intervalli di tempo; supercruise, necessario per spostarsi da un pianeta all'altro all'interno dello stesso sistema planetario; hyperdrive, utile per spostarsi da un sistema planetario all'altro. I regimi consumano differenti quantità di carburante e, in funzione della capacità di immagazzinamento di carburante della propria nave, questo può impedire di raggiungere un sistema planetario particolarmente distante.

I giocatori possono decidere di passare su una nave più potente e di lasciare la precedente in un dato porto spaziale. Questo può essere utile se si vuole essere in grado di passare da una dotazione, ad esempio, funzionale nei combattimenti ad un'altra più efficace nel mining o nel trading. Per recuperare la precedente nave, però, si deve fare ritorno al porto in cui la si è lasciata.

Le varie navi presentano differenze in termini di velocità di punta, manovrabilità e reattività. Le navi commerciali, ad esempio, sono più pachidermiche e meno rapide, e solitamente anche più resistenti. Le navi specializzate nei combattimenti, come Viper, invece sono scattanti e rapide. Questo per quanto riguarda i primi due regimi di velocità, ma per hyperdrive e supercruise, invece, non ci sono differenze prestazionali tra le varie tipologie di navi spaziali.

 
^