Recensione Elite Dangerous: è il simulatore spaziale che volevamo?

Recensione Elite Dangerous: è il simulatore spaziale che volevamo?

Lo scorso 16 dicembre è stata rilasciata la tanto attesa versione 1.0 di Elite Dangerous. Come sanno i fans, si tratta di un simulatore spaziale estremamente rigoroso, complesso da padroneggiare e capace di immergere il giocatore in un universo di gioco che si compone di 400 miliardi di sistemi stellari. Insomma, non è certo un gioco per tutti, ma offre comunque un livello di profondità affascinante per qualsiasi tipo di utente.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

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In Elite Dangerous i giocatori hanno a disposizione diversi tipi di missione da portare a termine. Ogni tipologia richiede un certo tipo di strumentazione sulla nave spaziale, oltre che caratteristiche ben precise. Potremmo dover eliminare dei pirati o dei commercianti, recuperare oggetti particolari o trasportare delle merci. Insomma, potremmo dover diventare dei cacciatori di taglie, piloti spaziali abili nell'estrazione di risorse (mining) o dei commercianti. Per svolgere tutte queste missioni occorre possedere una precisa nave e gli strumenti adatti da installare negli appositi "hardpoint".

Combattere è la cosa più difficile in Elite Dangerous, ma anche più gratificante e divertente. Con il Sidewinder di base sarete sostanzialmente indifesi contro la maggior parte dei nemici, perché questa nave è poco resistente e non dotata della forza di fuoco necessaria. Si può potenziare, ma è meglio procedere all'acquisto di qualcosa di più competitivo come un Viper o un Cobra Mk. III. Il giocatore può quindi stabilire se investire subito gli introiti ottenuti dagli scambi commerciali oppure se aspettare e procedere direttamente all'acquisto di una nave più competitiva.

Negli "hardpoint" dedicati alle armi si possono installare mitragliatori o armi laser, mentre in altri punti della nave vanno collocate le strumentazioni necessarie per la difesa. Abbiamo il sistema di ricarica per gli scudi ma anche delle contro-offensive che ad esempio fanno sì che i missili a ricerca calorica perdano il loro bersaglio e vadano a vuoto. Ovviamente abbiamo a disposizione un numero ridotto di "hardpoint", quindi vanno fatte delle scelte, e soprattutto non tutti i tipi di strumentazione sono installabili in tutti gli "hardpoint".

Nel caso della strada del commercio potremmo propendere per rinunciare agli scudi per avere sulla nave più spazio di cargo, e in questi casi si potranno trasportare più unità di merci contemporaneamente. Contate, infatti, che per certi traffici ci potrà essere richiesto di trasportare anche 20 o 30 unità di merce verso un porto spaziale anche molto distante rispetto al sistema planetario in cui ci troviamo. Il tutto quando la nave può ospitare solo 4 unità di merce. In casi come questi, quindi, o si aumenta lo spazio di stoccaggio a bordo o si dedica tantissimo tempo a fare avanti e indietro.

Il giocatore deve quindi essere bravo a ottimizzare tutte queste tempistiche e a individuare le rotte commerciali più proficue. Il tutto servendosi di una mappa galattica in cui risultano evidenziate le tratte più remunerative e i mercati che si trovano nei vari porti spaziali. In quest'ultima schermata possiamo apprendere, per ogni tipo di merce, verso quale porto è conveniente commercializzarla, o da quale porto conviene acquistarla. Tutto questo, come da tradizione per il genere a cui Elite Dangerous appartiene, rende questa tipologia di gioco particolarmente consigliata a chi ama la gestione e la pianificazione commerciale oltre che dei trasporti.

Per estrarre risorse, invece, bisogna disporre di due elementi: un laser minerario e un modulo di estrazione. Dopo aver praticato la scansione alla ricerca dei materiali più preziosi, bisognerà usare il laser per frantumare le rocce e prepararsi a raccogliere i frammenti da rivendere. Come per molte altre componenti di Elite Dangerous, Frontier vuole ricompensare i piloti più precisi nel volo e nell'esecuzione delle procedure, offrendo un'ulteriore opportunità per fare denaro. Ne abbiamo discusso nel dettaglio nella guida già menzionata.

Elite Dangerous, a differenza dei suoi predecessori, è contestualizzato all'interno di un mondo online, che permette ai giocatori di interagire con altre persone in carne e ossa. Questo succede nei combattimenti, ma è possibile vedere altra gente anche all'interno dei porti spaziali o nei siti di estrazione delle risorse. Quando si procede verso un porto spaziale bisogna richiedere l'autorizzazione ad atterrare e la direzione del porto risponderà positivamente solo se c'è una casella di atterraggio disponibile. Se c'è molta richiesta, quindi, potremmo venire respinti e quindi dover aspettare che tutti gli altri giocatori presenti nell'istanza di gioco liberino le caselle di atteraggio occupate. Si può anche chattare con loro (premendo il tasto "2") e si possono in qualsiasi momento avviare delle conversazioni vocali.

Il sistema di gioco multiplayer è basato su istanze: si entra, infatti, in una nuova istanza per ogni nuovo sistema planetario esplorato, mentre in ciascuno di essi si può trovare un massimo di 32 giocatori contemporaneamente. Potrà sembra un numero basso, ma vi assicuro che la presenza umana vi farà innervosire non poco in quelle situazioni in cui vorrete atterrare in una stazione orbitante magari non molto grande e quindi dotata di pochi slot per l'atterraggio. In questi casi, Elite Dangerous non prevede (ancora) una coda per gestire le richieste, e questo vuol dire che l'unica soluzione è aspettare. In alcuni casi bisogna aspettare anche per diverse decine di minuti, il che è frustrante in considerazione del fatto che tutte le missioni sono a tempo, e quindi potrebbero anche scadere mentre stiamo lì ad orbitare intorno alla stazione in attesa che un altro giocatore liberi la sua piazzola di atterraggio.

 
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