Godus per chi ha amato Populous, Dungeon Keeper e Black & White

Godus per chi ha amato Populous, Dungeon Keeper e Black & White

Nelle ultime settimane ho giocato intensamente all'ultimo titolo di Peter Molyneux e, dopo circa 30 ore di gioco, eccovi il mio parere su un titolo che rischia di diventare una nuova pietra miliare per il genere dei God Game, portando a un nuovo livello quanto già fatto con Populous e Black & White.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Molyneux

Molyneux, nonostante molti lo conoscano per la fallimentare serie Fable, è il mago dei gestionali, visto che a più riprese ha perfezionato nel corso degli anni questo genere, al quale dimostra di essere ancora molto affezionato. E lo ha fatto tramite la sua storica software house Bullfrog, poi acquisita da Electronic Arts e chiusa con la fusione con EA UK (2004). Ma prima di questo increscioso fatto, Bullfrog ebbe il tempo di sfornare capolavori cristallini del genere del management e del God Game, a partire dai due Populous, 1989 e 1991.

In quei giochi, nei panni di Dio, bisognava propiziare l'evoluzione del regno fondato e curato dai propri cittadini. Così come anche in Godus e in Black & White, seguito spirituale e tridimensionale di Populous, il giocatore doveva cercare di spingere più in là la sua area di influenza ottenendo sempre più considerazione agli occhi dei suoi cittadini.

Uno strategico che gli appassionati di gaming non potranno mai dimenticare è poi anche Syndicate, sfornato da Molyneux e da Bullfrog nel 1993. Un periodo molto prolifico per il game designer britannico, che avrebbe lavorato anche su Theme Park e Theme Hospital. Dei giochi che, se amate la pianificazione e la gestione di grossi business, dovete assolutamente provare. Anche perché, a parte una grafica leggermente pixellosa, sono assolutamente godibili tutt'oggi, grazie soprattutto alla capacità ironica che sicuramente non si è sbiadita nel corso del tempo.

Nel 1997 avremo poi Dungeon Keeper e nel 2001 il primo Black & White, un gioco per il quale a quell'epoca venne creato un hype enorme. Quella di Black & White è stata una delle mie prime recensioni da quando faccio questo mestiere, e ricordo ancora la grande voglia di mettere il perfect score. Mi aspettavo dei risultati qualitativi semplicemente senza precedenti ma, Molyneux, e anche questo è a conoscenza dei fan dei suoi giochi, è bravo a fare promesse che non sempre possono essere mantenute, perché troppo ambiziose e perché non facili da convertire in fatti concreti per limiti, principalmente, tecnologici. Black & White era un signor gioco, anche perché il giocatore poteva interagire con delle creature incredibilmente intelligenti attraverso le quali si manifestava ai suoi cittadini, ma non era dinamico e profondo come da promesse, e questo vale anche per il suo seguito uscito nel 2005.

Di Molyneux bisogna assolutamente ricordare anche la collaborazione con Demis Hassabis, il suo "luogotenente" che in quegli anni sembrava essere in grado di superare il maestro. Hassabis era un giovane programmatore, dalle idee molto brillanti, che aveva aiutato Molyneux a creare alcuni dei suoi giochi migliori, come lo stesso Dungeon Keeper. I due si separarono e Hassabis, a cui comunque va dato parte del merito dei titoli Bullfrog, tanto per restare in tema, avrebbe prodotto alcuni giochi particolarmente ambiziosi. Il primo fra questi era Evil Genius, del 2004, ma si ricordano anche Republic The Revolution, un titolo dalle enormi pretese, esattamente come Black & White, e forse anche di più. In quel gestionale si prometteva di mettere nelle mani del giocatore un'intera regione, il cui andamento sarebbe stato determinabile non tanto nei panni di Dio, quanto in quelli di un politico, impegnato in campagne elettorali, promesse al popolo e mantenimento di tali promesse.

Anche in quel caso si cercò di creare qualcosa di troppo grande in rapporto ai mezzi a disposizione, ma è sicuramente un'altra storia. Tornando a Molyneux vi lascio solamente immaginare la mia euforia quando venne annunciato il suo The Movies (2005), che metteva insieme la genialità gestionale di questo game designer che così tanto adoravo alla mia passione di sempre, il cinema.

 
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