Recensione The Last of Us: la nuova perla di Naughty Dog

Recensione The Last of Us: la nuova perla di Naughty Dog

Chi pensava che Uncharted rappresentasse un punto di arrivo per Naughty Dog dovrà ricredersi. L’ascesa di questo studio è inarrestabile, ogni nuova IP che viene messa sul mercato stupisce per la quantità di idee proposte e la qualità dell’intrattenimento offerto. Due protagonisti legati a doppio filo, una trama dal ritmo inaspettato e un gameplay che va a pescare tra i generi, sono soltanto alcune delle caratteristiche che ci consentono di collocare The Last of Us nel ‘gotha’ assoluto del videogioco.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Ellie: un raggio di luce nella disperazione

Insieme alle meccaniche di gioco, Ellie è probabilmente la miglior sorpresa che questo titolo possa riservare ad un possessore di PlayStation 3. Appena quattordicenne, a differenza di Joel è nata quando l’epidemia aveva ormai irrimediabilmente devastato il pianeta, pertanto non deve affrontare il pesante fardello legato ai ricordi della vita precedente al disastro. Al contrario, non mancherà di esprimere in varie occasioni il suo stupore e di interrogare Joel sulle abitudini che le persone avevano prima che scoppiasse la pandemia. Ellie fatica a credere che in passato fosse possibile camminare per strada senza provare terrore, viaggiare tranquillamente a bordo della propria auto, recarsi all’università o prendere parte alle feste notturne.

A dispetto della giovane età è una ragazza pragmatica, la sua chiave di lettura del mondo che la circonda è lucidamente ironica ma al contempo molto risoluta. Appare più matura di quanto non dica il suo aspetto, ovviamente gli eventi hanno contribuito a ‘forgiarla’, ma questa sembra anche essere la sua indole naturale. Il doppiaggio italiano, affidato alle cure di Gea Riva (doppiatrice e attrice teatrale, classe 1985) è senza ombra di dubbio il migliore di tutta la produzione – che peraltro viaggia su altissimi livelli anche per tutti gli altri personaggi – e probabilmente è anche uno dei più efficaci che sia mai apparso in un videogame. Il timbro di voce limpido, cadenzato magistralmente nei momenti chiave, il modo di fare spontaneo e diretto, vi farà letteralmente adorare questa ragazzina, vi farà provare empatia ancor prima che simpatia per il suo modo di esprimersi e di interfacciarsi al difficile mondo che la circonda.

Per assicurarsi di non lasciare nulla al caso, Naughty Dog ha recentemente svelato di aver preteso che alle fasi di testing partecipassero anche un discreto numero di donne. Come è stato spiegato dal direttore creativo Neil Druckmann, lo scopo era quello di ottenere feedback sulle qualità di Ellie, anche dal punto di vista di un pubblico femminile. Peraltro lo studio ha dovuto inoltrare una specifica richiesta in tal senso, in quanto la società di ricerca alla quale era stato esternalizzato il servizio era intenzionata ad effettuare i sondaggi solamente tra soggetti di sesso maschile. “Mi auguro che tutto questo sia un retaggio del passato, destinato a scomparire presto”, aveva dichiarato, contrariato, Druckmann nello scorso mese di aprile.

Ad incrementare il disappunto dello studio ci ha pensato il reparto marketing, inizialmente orientato a collocare Ellie sul retro della confezione, invece che sulla parte frontale. Come avrete notato, qualora abbiate già avuto modo di osservare la box-art del gioco, Naughty Dog si è opposta a questa interpretazione, che in effetti non avrebbe avuto molto senso in relazione all’evolversi della storia e all’inquadramento dei principali personaggi. Non è pertanto un caso che Ellie sia in realtà stata collocata in primo piano sulla copertina di The Last of Us, perché di fatto è lei il vero fulcro di questo titolo, la discriminante fondamentale. Sotto questo aspetto vi sono intuitivi e quantomeno evidenti parallelismi con il personaggio di Clementine in The Walking Dead The Game.

La tematica è particolarmente attuale nel mondo dei videogiochi contemporanei. Si sta cercando di sdoganare il personaggio femminile e di evitare il ricorso a fastidiosi cliché che appartengono ormai a ottusi retaggi del passato. Si tenta così d’interpretare donne carismatiche, indipendenti, che sappiano il fatto loro e talvolta stupiscano i loro alleati di sesso maschile, levandoli persino dai guai. Pensiamo alla psicologia della nuova Lara Croft, a Chase di Uncharted Golden Abyss, a Nilin del recentissimo Remember Me, senza dimenticare la straordinaria Elizabeth plasmata da Ken Levine in Bioshock Infinite.

Per di più, la relazione tra alleati sta assumendo una rilevanza sempre più evidente anche nello sviluppo delle trame videoludiche. Nella fattispecie, Naughty Dog ha compreso il potenziale delle meccaniche di cooperazione tra due personaggi con la sequenza di Uncharted 2 nella quale Nathan Drake deve collaborare con il silenzioso Tenzin. Questa prima esperienza, unita all’apprezzamento da parte del team per Ico di Fumito Ueda, ha indotto alla creazione di un nuovo progetto, che puntasse appunto su una fortissima relazione tra due personaggi e che fosse al contempo funzionale sia alla storia che al gameplay. “Per la prima volta realizzai che è possibile creare qualcosa di significativo tramite l’interazione, invece di limitarsi semplicemente a raccontare una storia. La nostra priorità era quella di rappresentare lo sviluppo di questa relazione”, dichiarava Druckmann a chi gli chiedeva di spiegare ciò che il suo team stava cercando di mettere in pratica. “Qualora Ellie fosse risultata fastidiosa o non umana, avremmo fallito il nostro obiettivo. Tutto dipendeva dalla crescita di apprezzamento del giocatore per quel personaggio”.

E risiede proprio qui il più grande successo di questo titolo: riuscire a trasmettere umanità, progressiva vicinanza tra due personaggi che all’inizio della storia nemmeno si conoscono, ma che hanno moltissimo da condividere e tanto in comune, per vari motivi. L’intensità e la continuità nel ritmo degli eventi che accadono, delle situazioni da superare e il confronto diretto tra questi due protagonisti, rende l’intera campagna un vero piacere. Non vedrete l’ora di poter proseguire, di saperne di più. Vi sentirete perfettamente al loro fianco, condividerete speranze, incertezze e timori, fino all’ultimo istante di gioco.

 
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