Star Wars The Old Republic: BioWare dà la caccia a Warcraft
Tutto quello che c'è da sapere sul MMORPG destinato a cambiare il mercato. Resoconto dalla beta, classi, razze, Flashpoint, Operation del videogioco più costoso di sempre.
di Jonathan Russo pubblicato il 12 Dicembre 2011 nel canale VideogamesStar Wars
Introduzione
Quando ormai diversi anni fa Bioware confermò di voler negare un vero e proprio terzo capitolo alla saga di Knights of the Old Republic, trasformando il brand in una testa di ponte per lanciarsi nel business dei Mmorpg, da accanito fan di Revan e dell’Esule provai un momento di grandissimo sconforto. Ho sempre considerato i due Knights of the Old Republic tra i migliori rpg mai fatti, anche superiori ai ben più blasonati Mass Effect I & II. Attratto dalla buonissima narrazione e dal concept ben sviluppato, ci tenevo davvero tanto a sapere che fine aveva fatto Revan, quale minaccia incombesse sulla Galassia e in che modo Bioware avrebbe tirato le fila con un terzo capitolo rigorosamente single player.
Insomma che la storia venisse utilizzata per fare un mmorpg, cioè un gioco destinato a ‘tutti’ e in cui difficilmente avrei potuto vivere la ‘mia’ avventura, non mi andava proprio a genio, e con il passare degli anni, accumulandosi dettagli e video di gameplay del nuovo gioco, la somiglianza nell’artwork e nelle meccaniche ormai stranote di World of Warcraft insisteva nel convincermi che Bioware avesse messo a repentaglio uno dei suoi titoli migliori cercando di introdursi in un mercato tutt’altro che facile e nel quale, tutto sommato, la sua presenza non era nemmeno desiderata.
Tutto questo per dire che quando ho avviato il client di Star Wars: The Old Republic per partecipare al breve beta weekend dei giorni scorsi, confesso di averlo fatto con non pochi pregiudizi. Io volevo un gioco single player, volevo continuare una storia che mi aveva appassionato e di cui io ero il protagonista; non un gioco con milioni di protagonisti, e, quindi, di fatto nessun protagonista e nessuna storia. Per di più dopo aver passato quasi sette anni, tra una pausa e l’altra, a giocare a World of Warcraft, non avevo proprio voglia di rivedere i soliti concetti ormai un po’ stantii riproposti pari pari in un gioco che bussa alle porte del 2012.
Aggiungiamoci, come ciliegina sulla torta, che associare i termini “Star Wars” e “mmorpg” porta inevitabilmente alla luce il triste ricordo di Star Wars Galaxies, il gioco sviluppato da Sony ed entrato di diritto nella storia dei videogames per essere stato uno dei mmorpg trattati peggio dai suoi stessi sviluppatori: nato con buonissime idee e molta originalità (in un periodo in cui c’era ancora molta sperimentazione, e molta indecisione su come realizzare questo genere di giochi), azzoppato e mutilato orrendamente nel corso degli anni con patch ed espansioni che lo hanno completamente sfigurato e spento. Certo, dietro Swtor c’è una software house completamente diversa, ma insomma il ricordo di Galaxies a molti giocatori brucia ancora.
Come accade nelle migliori storie a lieto fine però, questi giorni di beta mi hanno fatto inaspettatamente rimangiare buona parte dei pregiudizi che avevo. Entreremo nei dettagli dei pregi e dei difetti nella preview ma l’aspetto principale che vale la pena riassumere è: il primo impatto con The Old Republic è stato davvero divertente. Pur partendo con molto scetticismo, senza nemmeno accorgermene mi sono ritrovato risucchiato nella storia che il gioco presenta in perfetto stile single player, adattandola alla classe e alla fazione scelta creando il proprio personaggio. Unito a un sistema di quest sviluppato con estrema intelligenza, questo approccio ci permette in parte di dimenticare che siamo parte di un mondo persistente in cui anche il nostro vicino è ‘il protagonista’, e ci fa sentire a tutti gli effetti gli eroi della storia.
Sembrano parole vuote, le stesse che peraltro si stanno ripetendo ormai da mesi e mesi riguardo a Swtor; ma la verità è che è difficile spiegare con quanta attenzione è stato curato questo aspetto senza averlo provato, e soprattutto è difficile capire quanto questa cura sia fondamentale nel creare, nonostante le ovvie somiglianze, una differenza sostanziale tra Swtor e altri mmorpg canonici come Wow. Certo il feeling generale è grosso modo quello, il sistema di combattimento nello specifico è molto simile.
Ma pensateci un attimo: ci sono molti rpg single player sul mercato che sono, tutto sommato, molto simili a livello di gameplay e meccaniche. Eppure basta la qualità di scrittura e dei dialoghi per renderli a volte immensamente diversi. Ecco, la caratteristica di spicco di Old Republic, almeno al primo impatto, è questa. Pur facendo un mmorpg, un rpg di massa, Bioware non ha voluto trascurare di farci sentire davvero i protagonisti di una storia. E per una volta non si tratta solo di un comune slogan pubblicitario.