'I giochi appartengono a chi li acquista', interviene il vicepresidente del Parlamento europeo

L'eurodeputato Nicolae Ștefănuță ha espresso pubblicamente il proprio sostegno all'iniziativa europea Stop Killing Games che ha superato il milione di firme. L'obiettivo è garantire che i videogiochi acquistati rimangano giocabili anche dopo la fine del supporto
di Vittorio Rienzo pubblicata il 15 Luglio 2025, alle 10:10 nel canale VideogamesIl vicepresidente del Parlamento europeo, Nicolae Ștefănuță, ha espresso il proprio appoggio all'iniziativa Stop Killing Games, che mira a introdurre una normativa per impedire la disattivazione dei videogiochi acquistati dai consumatori, anche dopo la fine del supporto ufficiale da parte delle aziende produttrici.
In una dichiarazione pubblicata attraverso le Storie di Instagram, Ștefănuță ha affermato: "Mi schiero con le persone che hanno avviato questa iniziativa. Ho firmato e continuerò ad aiutarli. Un videogioco, una volta acquistato, appartiene al cliente, non all'azienda".
L'intervento del politico arriva in un momento cruciale per la campagna, che ha recentemente superato la soglia del milione di firme necessarie per la presentazione formale della petizione alla Commissione Europea. La soglia è solo il primo passo: l'iniziativa dovrà ora passare la verifica ufficiale per poter accedere a una possibile audizione pubblica o essere discussa in sessione plenaria del Parlamento.
Tuttavia, gli organizzatori continuano a promuovere la raccolta firme, consapevoli che alcune sottoscrizioni potrebbero essere invalidate durante il processo di verifica per errori o firme non autentiche. Ross Scott, promotore dell'iniziativa, ha invitato i cittadini a non fermarsi, per mantenere ampio margine di sicurezza rispetto alla soglia minima richiesta.
Parallelamente, Stop Killing Games ha ottenuto riscontri significativi anche nel Regno Unito, dove la relativa petizione ha superato le 150.000 firme. Ciò obbligherà il Parlamento britannico a considerare l'argomento per un dibattito, nonostante la posizione già espressa dal governo, che ha escluso modifiche alla normativa vigente in materia di consumo digitale.
Sul fronte industriale, la risposta non si è fatta attendere. L'associazione Video Games Europe, che rappresenta importanti realtà del settore come Ubisoft, Microsoft, Nintendo e Activision Blizzard, ha criticato l'iniziativa sostenendo che le proposte renderebbero lo sviluppo dei giochi "proibitivamente costoso".
Il confronto tra cittadini, istituzioni e industrie è appena iniziato, ma il supporto politico manifestato da figure come Ștefănuță potrebbe segnare un cambio di passo nell'equilibrio del dibattito europeo sul futuro della proprietà digitale.
10 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoOhhh.....questo tizio mi piace ! Bravo Nicola !
Che poi ti diano retta o ascolto è un altro discorso, però almeno è un piccolo primo passo contro la prepotenza di certi produttori di videogiochi e software.
Vorrei capire bene dove sarebbero tutti questi costi. Per i giochi che di norma richiedono l'always on line, sviluppi una patch che disabilita questo controllo, e la rilasci il giorno in cui decidi di spegnere i server di verifica.
Per i giochi multiplayer, una volta esistevano i server dedicati, basta tornare a crearli. Anche in questo caso si possono rilasciare solo il giorno che spegni i server ufficiali, e quando ci si connette metti un bel disclaimer bello grosso che dice che non è sicuro, che possono esserci cheater e balle del genere. Sicuramente implica qualche costo extra, ma non penso proprio che siano costi proibitivi.
Ultima opzione, data di funzionamento server garantita. Poi starà al compratore decidere se acquistare o meno a seconda del tempo residuo (data garantita che ovviamente può essere aggiornata posticipandola, ma non anticipandola).
Non sono equiparabili ad un oggetto fisico, quindi niente garanzia di due anni e non sono un servizio a contratto con doveri e responsabilità. Devi semplicemente pagare e tacere.
Per i giochi multiplayer, una volta esistevano i server dedicati, basta tornare a crearli. Anche in questo caso si possono rilasciare solo il giorno che spegni i server ufficiali, e quando ci si connette metti un bel disclaimer bello grosso che dice che non è sicuro, che possono esserci cheater e balle del genere. Sicuramente implica qualche costo extra, ma non penso proprio che siano costi proibitivi.
Ultima opzione, data di funzionamento server garantita. Poi starà al compratore decidere se acquistare o meno a seconda del tempo residuo (data garantita che ovviamente può essere aggiornata posticipandola, ma non anticipandola).
Io andrei oltre e obbligherei al rilascio del codice sorgente dopo tot anni dal rilascio del gioco.
Dopo tutto se un opera come un libro dopo tot anni scadono i copyright e diventa di pubblico dominio perchè non dovrebbe essere lo stesso per i videogiochi?
Più che i costi, credo pensino ai mancati guadagni...
Se "Terre di Svinpertall 2" continua a funzionare, in molti non andranno a comprare "Terre di Svinpertall 3", che è semplicemente una riedizione del 2 con pochi contenuti aggiunti...
che li mettano a noleggio 10€ all'anno con specificato che dopo 5 anni non sarà più disponibile scritto bene a chiare lettere
il consumatore deciderà se pagare o se rifiutare
I primi tempi ricordo che dicevano che i prezzi in digitale erano più bassi ed effettivamente io sono stato uno dei primi a comprare giochi digitali.. quelli fisici stavano sui 70 euro mentre quelli digitali sui 30 o anche meno...
ora invece i fisici stanno a 80 e i digitali a 50..mediamente...in offerta scendono a 40, ma è difficile....
I prezzi sono aumentati molto di più nel digitale...
Ora ci sono gli abbonamenti, ma non sono su tutti i giochi e per me non hanno molto senso...
Spero che prima o poi implementano la possibilità di vendere i giochi digitali
Dopo tutto se un opera come un libro dopo tot anni scadono i copyright e diventa di pubblico dominio perchè non dovrebbe essere lo stesso per i videogiochi?
Non solo permangono fino alla morte dell'autore, ma vengono poi ereditati dai figli/nipoti/pronipoti, durano almeno per altri 70 anni e hanno provato (e non so se ci sono riusciti) ad estendere tale durata.
E beninteso, io non sono d'accordo con questo sistema (non sto a spiegare le mie motivazioni).
motivo per il quale le copie fisiche sono sparite
vendere il digitale creerebbe un giro online spaventoso che toglierebbe tipo il 70% o più delle loro vendite
Non solo permangono fino alla morte dell'autore, ma vengono poi ereditati dai figli/nipoti/pronipoti, durano almeno per altri 70 anni e hanno provato (e non so se ci sono riusciti) ad estendere tale durata.
E beninteso, io non sono d'accordo con questo sistema (non sto a spiegare le mie motivazioni).
Chiaramente la mia era un'idea grezza buttata li, andrebbe studiata e rifinita la cosa e non sono certo io a poterlo fare.
Ma per esempio direi che andrebbero separati i diritti d'autore sui contenuti (storia, personaggi, meccaniche, ecc.) e il codice stesso.
Perché un gioco ha una durata in anni relativamente breve, basti pensare a giochi di 10 anni fa che hanno bisogno accrocchi per girare.
I contenuti invece durano molto di più proprio come la storia di un libro, ecc. basti pensare a saghe di videogiochi che durano da 40 anni.
Si poi non è realisticamente facile fare una legge del genere, poniamo 10 anni ma 10 anni da quando?
Dal rilascio del gioco? Ma i giochi poi evolvono, basti pensare ai mmo che periodicamente hanno patch non solo con fix ma con nuovi contenuti.
Dall'ultima patch? Ma in tal caso sarebbe facilmente aggirabile, basta ogni 10 anni fare una nuova patch.
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