Uncharted 3: cosa ha da dirci Nathan Drake a pochi giorni dal lancio
Abbiamo assistito all'evento di lancio per l'Italia di Uncharted 3 L'Inganno di Drake, uno dei giochi per console più evoluti tecnicamente e uno dei principali esponenti della commistione tra cinema e videogiochi. All'interno anche l'intervista con Justin Richmond, game director di Uncharted 3.
di Rosario Grasso pubblicato il 21 Ottobre 2011 nel canale VideogamesIntervista
In questa pagina, eccovi il resoconto dell'intervista con Justin Richmond, game director di Uncharted 3 L'Inganno di Drake.
Gamemag: Inizio con una domanda sul contesto. La serie Uncharted è sempre stata basata su fatti storici iconici per la gente e su mitologie popolari. Quanto è stato importante dunque il contesto per i giochi della serie Uncharted?
Justin Richmond: È molto importante. Guardiamo sempre al mondo reale quando iniziamo a progettare una nuova storia per Uncharted e cerchiamo di estrapolare quanti più fatti possibili dagli accadimenti reali. Vogliamo raccontare da una prospettiva differente quello che è successo, o quello che pensiamo sia successo, nel passato. In questo caso, ad esempio, abbiamo scelto il mito di Lawrence d'Arabia e dell'Atlantide del Deserto.
Gamemag: Quali tipi di cambiamenti devono aspettarsi i fan della serie rispetto Uncharted 2?
Justin Richmond: Innanzitutto vogliamo evitare di ripetere due volte gli stessi errori. Partiamo da questo presupposto per ogni nuovo progetto. Sul piano del gameplay, una delle introduzioni più significative riguarda il nuovo sistema di gestione del combattimento ravvicinato. Ci sono poi enigmi più raffinati nel nuovo gioco rispetto al precedente, che spingeranno i giocatori al ragionamento. Ma ci sono tantissime altre introduzioni che è difficile riassumere in poco tempo: tra queste la nuova grafica e le nuove modalità e feature per il multiplayer.
Gamemag: Quanto è importante la componente cinematografica per la qualità di Uncharted?
Justin Richmond: Ovviamente per un gioco basato sulla storia la componente cinematografica è molto importante. Abbiamo speso un sacco di tempo sulla narrazione. Per noi è un obiettivo primario rendere il gioco il più cinematografico possibile.
Gamemag: Quanti minuti durano tutte le sequenze cinematografiche presenti nel gioco e quanto tempo hanno richiesto per essere completate?
Justin Richmond: Ci sono circa 90 minuti di sequenze cinematografiche nel gioco e hanno richiesto due anni per essere preparate. Dal momento in cui abbiamo terminato i lavori su Uncharted 2 abbiamo subito iniziato a sviluppare Uncharted 3, che è stato completato circa tre settimane fa, e molto del tempo a disposizione è stato dedicato all'allestimento della componente cinematografica. Praticamente la quantità di sequenze cinematografiche è uguale a quella di Uncharted 2 e l'equilibrio tra parti cinematografiche e parti giocate è rimasto nella sostanza immutato.
Gamemag: Quali sono le principali fonti di ispirazione per Uncharted? Penso innanzitutto a Indiana Jones, ad esempio.
Justin Richmond: Non ci sono particolari fonti di ispirazione, ma sicuramente abbiamo studiato alcuni stilemi cinematografici dei film d'azione, che intendiamo riprodurre nel nostro videogioco. Principalmente, vogliamo catturare il modo in cui un film d'azione produce emozioni sullo spettatore. Per esempio, Indiana Jones può essere un valido esempio perché vogliamo che Nathan abbia un carisma simile al suo e appaia come un personaggio realistico, e non solo come un super eroe, come lo è Jones.
Gamemag: Quali sono i vantaggi nello sviluppare per un unico formato e che tipo di supporto avete ricevuto da Sony?
Justin Richmond: Non devi concentrarti su altri hardware e puoi focalizzare tutte le attenzioni e tutti gli sforzi su uno specifico sistema. La collaborazione con Sony è di grande aiuto per noi e ci consente di sfruttare tutte le potenzialità messe a disposizione dall'hardware di PlayStation 3 e di fare un prodotto perfetto misurato su questo hardware. Non collaboriamo solamente con Sony ma anche con altri team di sviluppo che orbitano intorno ad essa. Naughty Dog è una software house posseduta direttamente da Sony, quindi il tipo di collaborazione che abbiamo con loro è molto intenso. È molto facile lavorare con Sony, e comunque ci lasciano fare quello che vogliamo.
Gamemag: Fino a quale percentuale è stato sfruttato l'hardware di PlayStation 3?
Justin Richmond: Con ogni gioco cerchiamo di sfruttare il 100% dell'hardware di PlayStation 3. Ovviamente, adesso abbiamo un'esperienza dataci dai nostri progetti passati e siamo in grado di ottimizzare al meglio il nostro gioco e di inserire nuove caratteristiche. Cerchiamo sempre di migliorare e di fare per ogni nuovo gioco qualcosa in più.
Gamemag: Una delle parti più grandi di Uncharted 3 è ambientata nel deserto. Quali sono state le sfide più grandi nel design del deserto?
Justin Richmond: È stato molto difficile rendere il deserto reale, fare in modo che fosse denso di location e credibile. Il gameplay nel deserto non deve essere noioso, e quindi abbiamo speso molto tempo per rendere il gameplay interessante e variegato anche in queste parti.
Gamemag: In passato Naughty Dog ha creato un nuovo franchise per ogni generazione di PlayStation. Questo succederà anche nel caso di PlayStation 4 o rivedremo ancora Uncharted nella prossima generazione?
Justin Richmond: Al momento non sono in grado di risponderti. Sicuramente il franchise Uncharted è ancora molto rigoglioso e fin quando avremo nuove storie da raccontare continuerà a esistere. D'altra parte è sicuramente stimolante fare qualcosa di completamente nuovo, ma al momento non è stata presa nessuna decisione.
6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoI primi due son stati eccezionali ed in crescendo, speriamo anche il terzo
uncharted 3
dai che manca poco..non vedo l ora di giocarci sto divorando il secondoDevi effettuare il login per poter commentare
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