Homefront: il cupo futuro degli Stati Uniti d'America

Homefront: il cupo futuro degli Stati Uniti d'America

Recensione della versione PlayStation 3 di Homefront. Il nuovo sparatutto in prima persona di Kaos Studios offre uno scenario inedito e un multiplayer variegato basato sui veicoli.

di pubblicato il nel canale Videogames
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Resistere all’invasore: lo stile di combattimento ‘mordi e fuggi’ di Homefront

A livello di combattimento, Homefront non offre stravolgimenti rispetto a quanto visto sin qui nell’ormai inflazionato settore degli shooter.

Il prodotto di THQ risulta comunque coerente nel proprio intento di farci impersonare le forze della Resistenza. Ecco allora la totale assenza di grandi battaglie campali o di operazioni di larga scala. In Homefront si tratterà di effettuare missioni dal respiro limitato, per ottenere piccole vittorie in grado di ostacolare le mosse dell’invasore. In concreto, i ‘livelli’ di gioco saranno costituiti da scenari piuttosto piccoli, ma graziati dalla molteplicità dei percorsi utilizzabili. Uno dei momenti più riusciti, da questo punto di vista, sarà l’assalto portato dalla Resistenza a un deposito riserve Coreano, situato in quello che era un grande store di prodotti informatici.

Il combattimento, in questa sezione, sarà contraddistinto dalla possibilità di spaziare per tutto il negozio, sfruttando le coperture e i percorsi alternativi creati dalla suddivisione dell’ambiente nei classici ‘reparti commerciali’. In questo modo potremo mettere in atto dei semplici aggiramenti, così da sorprendere le soverchianti truppe coreane. La sensazione di credibilità c’è, come il divertimento, garantito da un ritmo sostenuto e dalle possibilità di variare il nostro approccio allo scontro. Insomma: la sensazione data dagli scontri di Homefront è quella di credibili e frenetici operazioni ‘mordi e fuggi’ che risultano più divertenti che gratificanti.

Un fiore all’occhiello del titolo THQ sono sicuramente le armi. L’arsenale a disposizione del giocatore, infatti, è ricco e vario. Ma soprattutto ben realizzato e differenziato. Ogni fucile, dal punto di vista audio-video e, soprattutto, dal punto di vista della sua resa in combattimento, è magistralmente realizzato. Sarà una vera goduria, per l’appassionato di materiale militare, sperimentare il comportamento di ciascuna arma, non appena metterà le mani su un nuovo strumento di morte. Raramente ci si è trovati di fronte a un arsenale così completo e ben realizzato. Certo, non si può interagire sul rateo di fuoco delle armi (che è settato automaticamente), ma esse sono così ben differenziate, da poter soddisfare ogni esigenza tattica.

Il vero problema è quello dei proiettili. Ogni arma, infatti, risulterà equipaggiata con pochissimi colpi. Per cui, ben presto, saremo costretti a fare gli ‘sciacalli’, raccogliendo i mitragliatori dei nemici abbattuti. E se si può accettare che le scorte della resistenza siano scarse, sembra assurdo constatare che anche i fucili rubati ai Coreani siano quasi sempre prossimi allo scaricamento. Questa situazione, oltre che del tutto irrealistica, comporta un altro problema: visto il corposo arsenale che avremo a disposizione, non sarà facile impratichirsi con ogni arma del gioco. E poi, una volta trovata la combinazione ideale (sarà possibile trasportare due strumenti d’offesa), saremo costretti ad abbandonare il nostro fucile preferito perché a corto di proiettili. Gli shooter moderni stanno sempre più trovando stratagemmi per limitare queste situazioni fastidiose (Killzone piazza casse di colpi qua e là lungo il nostro percorso, Medal of Honor ci dà la possibilità costante di chiedere dei caricatori ai nostri compagni), mentre Kaos Studios ha completamente e colpevolmente ignorato la questione. Peccato.

Una notazione negativa anche per quanto riguarda le protezioni dei nemici: i soldati corani sono pesantemente corazzati, ma nonostante ciò vengono uccisi e feriti con la stessa facilità dei ‘non professionisti’ della Resistenza che, tra l’altro, sono equipaggiati alla bell’e meglio.

 
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