Torna Deus Ex: bioingegneria rpg in salsa stealth

Torna Deus Ex: bioingegneria rpg in salsa stealth

Resoconto del test di circa tre ore con il nuovo atteso action rpg di Eidos Montreal. Deus Ex torna con un nuovo scenario, nuovi personaggi e una nuova storia, ma è rimasto qualcosa di piuttosto evidente di quello che era una volta.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Stealth

La dinamica principale, come detto, è quella dell’action/shooter stealth. Per forzare la condotta invisibile del giocatore, Eidos ha trovato un espediente discutibile: Adam, infatti, entra in missione con pochissimi proiettili per la propria arma. I nemici, invece, sono fornitissimi. Solo che, quando avremo modo di recuperare una pistola appartenuta a un avversario abbattuto, la troveremo misteriosamente quasi a secco di colpi.

La scarsità di proiettili, insomma, ci spingerà artificialmente e forzatamente verso un approccio stealth che, comunque, sarebbe stato consigliato in ogni caso, visto il realistico impatto dei colpi nemici. Proseguire in modo invisibile diventa quindi imperativo. L’approccio con cui affrontare ogni stanza deve essere attentamente pianificato: bisognerà considerare il numero di nemici presenti, quello che stanno facendo ed eventuali regolarità nel loro comportamento. A questo punto, l’ideale potrebbe essere avanzare del tutto invisibili. Ma in certe situazioni si vorrà o dovrà affrontare qualcuno.

Uno scontro a fuoco porterà tutti i nemici in allerta, per cui, dopo averne eliminato (o addormentato) qualcuno, l’unica salvezza sarà dileguarsi, per far cessare l’allarme e riaffrontare la sezione (un po’ come ci ha abituato Metal Gear). C’è però l’opportunità di compiere uccisioni (o stordimenti) ravvicinati e stealth. Il problema è che essi presuppongono azioni molto spettacolari e complicate che, una volta eseguite, attireranno quasi sicuramente l’attenzione delle altre guardie. In più, queste istant-kill, consumeranno parte della batteria dedicata alle azioni speciali (visto che andranno ad attivare i potenziamenti meccanici delle braccia di Adam), per cui se avremo ‘le pile scariche’, non potremo più uccidere in silenzio. Cosa un po’ strana, visto che un agente speciale come mr. Jensen dovrebbe poter essere letale anche a mani nude.

I ragazzi di Eidos si sono dimostrati molto sensibili a questi ragionevoli dubbi, e hanno garantito che una ‘via di mezzo’ dovrebbe essere trovata, prima dell’uscita del gioco.

Un’altra situazione poco piacevole riguarda l’IA. In questo primo livello, i nemici si comportano ‘bene’. All’ingresso di quasi ogni stanza si assisterà a una ‘scenetta’ che spiegherà cosa sta avvenendo tra le guardie e ne renderà leggibili le mosse (nel magazzino i nemici saranno dediti al saccheggio, nel laboratorio saranno alla ricerca di qualcosa con cui coprire i cadaveri). Potremo così pianificare il nostro avanzare. Il vero problema di questo codice di prova, è sembrato essere insito nell’attenzione delle guardie: Eidos specifica che Deus EX – per fortuna – non sarà un gioco facile, ma in certe situazioni, i nemici sembravano dotati di un ‘sesto senso’ che li faceva passare in stato d’allerta anche mentre Jensen sgattaiolava tra due coperture a una decina di metri di distanza. In certi passaggi questo ‘bug’ era più palese, ma gli sviluppatori ammettevano di essere ancora alla ricerca del perfetto bilanciamento.

Abbiamo anche avuto modo di provare i puzzle dell’hacking. Sinceramente, sono apparsi come la ‘modalità’ meno interessante del gioco. Le reti sono semplici e, a quanto visto, più che ragionamento sembra necessaria destrezza. Forse con più tempo e più tool da hacker a disposizione, anche queste sessioni acquisiranno maggior senso. Plausibile, vista l’insistenza dei ragazzi di Eidos nel celebrare questa ‘modalità’ di gioco.

Al termine della sessione, dopo qualche scoperta ‘strana’ in termini di trama, si arriva al cospetto del capo dei terroristi. L’attivista anti-modifiche del corpo umano tiene in ostaggio la direttrice dello stabilimento. Compito di Adam sarà lavorarsi a parole il nemico, in modo da ottenere la miglior conclusione possibile della vicenda. Il dialogo non è molto sviluppato, ma l’approccio psicologico sembra un’opzione interessante.

 
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