Castlevania: la serie si rinnova a 25 anni dal primo capitolo
Lords of Shadow parte con un doppio peso sulle sue spalle: non solo è il reboot di una serie che ha quasi venticinque anni sulle spalle, ma è anche l’ultimo tentativo di portare la serie stessa al di fuori dei confini del mondo 2d che l’ha resa celebre e amata. Test della versione XBox 360.
di Jonathan Russo pubblicato il 21 Ottobre 2010 nel canale VideogamesXboxMicrosoft
Introduzione
Venticinque anni di onorata carriera sono un bel traguardo per chiunque e la saga di Castlevania, il cui primo titolo risale al 1986, non fa certo eccezione. Il clan dei Belmont e i suoi vari alleati ne hanno viste davvero di cotte e di crude in questi anni di servizio: non solo si è perso ormai il conto di quante volte abbiano preso a frustate Dracula e altri mostri di vario tipo, ma è difficile anche tener traccia della diffusione della serie sulle tantissime piattaforme di gioco che hanno popolato le case dei videogiocatori dal 1986 ad oggi. Nes, Super Nes, Commodore 64, Amiga, Pc, Nintendo 64, Playstation, senza contare le versioni per Pc Engine, il mondo delle console portatili che va dal Gameboy al Nintendo Ds, addirittura al giorno d’oggi per pocket Pc o l’approdo nel mondo del multiplayer cooperativo con il recente Harmony of Despair su Xbox Live. Arrivati a questo punto, la Konami ha deciso che per una delle sue serie ammiraglie era arrivato il momento di un reboot: ripartire da zero, riscrivere da capo la storia e i personaggi di una delle saghe più popolari di tutti i tempi.
Per l’occasione, la Konami ha voluto puntare su un nome di richiamo per il mondo dei videogames, ovvero quello di Hideo Kojima (il creatore di Metal Gear Solid) e del suo studio di produzione, anche se va sottolineato che questo nuovo Castlevania è sviluppato principalmente dalla MercurySteam. In effetti chi si aspettava (o temeva) un incrocio tra MGS e Castlevania può tranquillamente ricredersi: meglio chiarire subito che questo Lords of Shadow non ha proprio nulla a che spartire nemmeno lontanamente con l’altrettanto celebre saga di Solid Snake.
Detto questo, è il caso di far notare che Lords of Shadow parte con un doppio peso sulle sue spalle: non solo, come dicevamo, è il reboot di una serie che ha quasi venticinque anni sulle spalle, ma è anche l’ultimo tentativo di portare la serie stessa al di fuori dei confini del mondo 2d che l’ha resa celebre e amata. I casi precedenti, dal Nintendo 64 ai titoli Playstation 2, sono tutti accomunati da un clamoroso insuccesso; insuccesso che ha ormai fidelizzato i fan di Castlevania al classico approccio da platform 2d, in particolare con il sistema ‘ampio’ di gameplay reminiscente dal mai troppo osannato Symphony of the Night. Gli ultimi titoli targati Castlevania usciti su Nintendo Ds sfruttano proprio l’approccio a due dimensioni e sono tutti e tre ottimi titoli, molto amati dai fan. Insomma, Lords of Shadow è per Konami una scommessa importante, su cui vertono sia grandi aspettative vista la fama della saga, sia legittimi dubbi dopo i numerosi passi falsi dei precedenti titoli 3d. A livello di struttura, Castlevania appare subito come uno dei numerosi cloni di God of War, ovvero un hack’n’slash incentrato sia sul combattimento contro molti nemici alla volta, e con boss fight spesso giganteschi e da affrontare seguendo una precisa strategia, sia sul puzzle game che intervalla l’azione costringendo il giocatore a usare il cervello per poter proseguire.
Vediamo nel dettaglio se Lords of Shadow è riuscito a liberarsi della maledizione dei suoi predecessori e a dare nuova linfa a Castlevania.