Transgender accusa Valve di discriminazione e chiede 3 milioni di danni

Un'ex impiegata, che ha lavorato per Valve come traduttrice, accusa Valve di aver contribuito a creare un ambiente di lavoro ostile nei confronti della sua sessualità.
di Rosario Grasso pubblicata il 25 Maggio 2016, alle 18:31 nel canale Videogames
59 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSe viceversa esteticamente si presenta come un uomo, lo indico come "lui".
Non mi interessa chi fosse ieri/l'anno scorso/dieci anni fa, e non ho diritto/tempo/soldi di fargli/farle un esame del DNA per vedere se effettivamente l'aspetto concorda con quanto dicono i suoi geni (tantomeno vado a sbirciargli/le nelle mutande per vedere cosa trovo, scusa la volgarità ma è per farti capire l'idea).
Discorso diverso, più difficile forse, se questa persona la conosci da una vita. Ma in questo caso c'è abbastanza "confidenza" da domandargli/domandarle "ascolta, prima di fare figure di palta, come preferisci essere chiamato/a?"
Uh... stai dicendo che lo rispetteresti anche se è un degenerato?!?
Se viceversa esteticamente si presenta come un uomo, lo indico come "lui".
Non mi interessa chi fosse ieri/l'anno scorso/dieci anni fa, e non ho diritto/tempo/soldi di fargli/farle un esame del DNA per vedere se effettivamente l'aspetto concorda con quanto dicono i suoi geni (tantomeno vado a sbirciargli/le nelle mutande per vedere cosa trovo, scusa la volgarità ma è per farti capire l'idea).
Discorso diverso, più difficile forse, se questa persona la conosci da una vita. Ma in questo caso c'è abbastanza "confidenza" da domandargli/domandarle "ascolta, prima di fare figure di palta, come preferisci essere chiamato/a?"
Capisco il tuo punto di vista, ma uno potrebbe risponderti che il sesso è quello sui documenti. Certo a prima vista si può cadere in errore, ma è questo il punto, si tratta di un errore.
Se so che quella persona è un trans, non lo considero di certo una donna, per me alla meglio diventa appunto un trans, ossia un uomo che si è mutilato.
Tralascio i miei giudizi personali, non mi va di essere bannato.
Mi sa che l'ignorante sei tu, avendo 5 anni di psicologia sulle spalle ti assicuro che ci sono gli estremi e ben oltre per sostenere questa idea. Anzi è un'idea già sostenuta, di fatto è una malattia e ha anche un nome.
Poi ovviamente c'è l'altra sponda, che pensa che mutilarsi ed avvelenarsi con ormoni sia assolutamente naturale e la giusta cura perché è il corpo ad essere sbagliato, non la mente, quindi è il corpo che va "purificato" e modificato a piacere.
Sono punti di vista.
Poi ovviamente c'è l'altra sponda, che pensa che mutilarsi ed avvelenarsi con ormoni sia assolutamente naturale e la giusta cura perché è il corpo ad essere sbagliato, non la mente, quindi è il corpo che va "purificato" e modificato a piacere.
Sono punti di vista.
Peccato che non ci siano più i manicomi dove rinchiuderli.
PS: e che anche i rieducational camp siano diventati illegali in parte degli USA...
Guarda che l'essere transgender è in sè causato da un disturbo, un disturbo che provoca in discostamento tra il sesso al quale uno si sente di appartenere e quello di nascita, una specie di disturbo d'identità. Non lo dico con disprezzo ma è proprio una cosa medica.
Addirittura, per anni, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito come malattia mentale anche l'omosessualità.
Se si vogliono trattare certe questioni con imparzialità è un conto, altrimenti chi si pone a priori come favorevole a tutto fà la stessa figura barbina dei bigottoni che parlano di certe cose come blasfeme, contro-natura, ecc...
Sulla questione più generale della scelta del "modo di essere" ritengo che ci sia molta confusione e soprattutto una supervalutazione dei diritti dei singoli.
Apparentemente da qualche anno a questa parte si è instillata l'idea che ognuno abbia assoluta libertà di diritto.
Ed in nome di questa libertà sembra che ognuno possa fare e dire qualsiasi cosa perché "ha diritto" (la generalizzazione è necessaria per sinteticità
I diritti delle "società" (intesi come aggregato di regole che una comunità si da per poter vivere insieme) sembrano sempre più sfumati e modificabili soprattutto in funzione dei momenti.
Ritengo che la libertà di esprimere il proprio modo di essere sia una libertà fondamentale.
Non ritengo che l'imposizione di una "ideologia" (quale che sia) sia un modo corretto di affermare la propria libertà.
Se un uomo vuole diventare donna, o viceversa, dovrebbe poterlo fare.
Non ritengo corretto criticare chi però non la pensa nello stesso modo.
E non è una questione di "bigottismo" o "ignoranza" ma, forse, di libertà.
Ultimamente sembra che sia corretto essere di differenti orientamenti sessuali e non corretto avere quello che normalmente (e apparentemente ancora per la maggiore) appare l'orientamento prevalente.
L'imposizione, perchè nel momento in cui si "bollano" per ignoranti e/o bigotti tutti quelli che non la pensano nello stesso modo parliamo imposizione (o dittatura), è esattamente allo stesso livello di chi critica chi non accetta le difformità e/o differenze di stile di vita.
Come per qualsiasi cambiamento sociale la discussione ed il tempo sono elementi necessari per potere portare ad un cambiamento.
Ma ritengo che ci sia una sopravvalutazione dei diritti mentre ci dovrebbe essere, prima, un sano richiamo ai propri doveri (tutti).
Il portato di tali discussioni, ritengo, siano prevalentemente determinati da un momento socio culturale povero di idee, di immobilismo culturale e di vera e propria decadenza sociale che ha portato ad un eccesso di individualismo e quindi ad una supervalutazione dei propri diritti e conseguente "dimenticanza" dei propri doveri.
Addirittura, per anni, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito come malattia mentale anche l'omosessualità.
Se si vogliono trattare certe questioni con imparzialità è un conto, altrimenti chi si pone a priori come favorevole a tutto fà la stessa figura barbina dei bigottoni che parlano di certe cose come blasfeme, contro-natura, ecc...
L'omosessualità è stata considerata una malattia fino agli anni '90, se non erro.
L'essere transgender è un disturbo dell'identità di genere ma da qui a parlare di transgender come pazzi malati che godono nel farsi togliere o aggiungere pezzi ce ne passa.
Non si "guarisce" dall'essere transgender.
Ultimamente sembra che sia corretto essere di differenti orientamenti sessuali e non corretto avere quello che normalmente (e apparentemente ancora per la maggiore) appare l'orientamento prevalente.
Per chi non lo sappia, sono quanto di più tradizionale ci possa essere: eterosessuale sposato con figli.
Non ho alcun interesse personale nel difendere persone LGBT.
Non capisco a quali doveri ti riferisci.
PS: e che anche i rieducational camp siano diventati illegali in parte degli USA...
Non ho mai auspicato o accennato a cose del genere, sei a corto di argomenti e vai sulla difensiva.
L'essere transgender è un disturbo dell'identità di genere ma da qui a parlare di transgender come pazzi malati che godono nel farsi togliere o aggiungere pezzi ce ne passa.
Non si "guarisce" dall'essere transgender.
Certo che si guarisce, a suon di ormoni e mutilazioni, perché questa è la cura attuale... Mi chiedo se almeno la metà di chi sostiene questa linea sa che effetti hanno gli ormoni a lungo termine su corpo e mente, e soprattutto se dopo 20 anni vanno a vedere che ne è di coloro che si sottopongono a questa "cura", giusto per vederne gli effetti.
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