John Romero: 'vi spiego cosa non funziona negli sparatutto moderni'
Troppa quantità e poca qualità: si può riassumere così il pensiero del creatore di DooM espresso in un'intervista al Guardian
di Rosario Grasso pubblicata il 18 Novembre 2019, alle 18:01 nel canale VideogamesDooM
Gli sviluppatori di sparatutto oggi si concentrano sul numero delle armi e dei contenuti, molto spesso tralasciando la qualità. È questo che non va negli sparatutto moderni, secondo il creatore di DooM, John Romero. "Preferirei maneggiare meno cose ma con maggiore significato piuttosto che un milione di cose con cui non posso identificarmi", ha detto in un'intervista al Guardian.
"Sarebbe più opportuno potersi dedicare a un'unica pistola con un design che sia davvero profondo e con la possibilità di imparare molte cose su di essa". Invece, i moderni sparatutto assomigliano più a giochi di ruolo dove, da una battaglia all'altra, ti ritrovi con un arsenale quasi completamente diverso. Secondo Romero, i giochi di oggi sono troppo orientati sul "bottino", sono diventati servizi in stile Netflix dove il continuo rilascio di contenuti rende l'esperienza sempre nuova ma priva di profondità. "Passi più tempo a confrontare le pistole nei menu che a saggiarne le capacità".
Le armi in questi giochi sono ormai usa e getta. "Più armi ci sono in un gioco, più diventa un gioco di inventario". DooM, invece, aveva solo 8 armi nella prima versione, sottolinea Romero. Il gioco, lanciato nel 1993, è considerato come il capostipite del genere, visto che introduceva alcune caratteristiche che molti titoli avrebbero preso a modello negli anni successivi. "In DooM, ogni nuova arma, non rendeva inutili le armi precedenti".
Inoltre, Romero si concentra sulle aree segrete. Il DooM originale era pieno di stanze nascoste e porte mimetizzate e al loro interno potevano esserci munizioni ma anche aggressivi nemici. Secondo Romero, "gli sparatutto di oggi hanno poche aree segrete, perché costa troppo farle".
Lo sviluppatore statunitense è al lavoro con il suo studio, Romero Games, su Empire of Sin, un gioco di ruolo pubblicato da Paradox Interactive. Recentemente ha rivelato che il suo prossimo progetto sarà proprio uno sparatutto in prima persona, ma non ha divulgato altri dettagli.
A John Romero, e al suo lavoro sulla tecnologia insieme a John Carmack, è stato dedicato il famoso libro Masters of DooM di David Kushner. Questo volume racconta la più grande storia dell'industria videoludica, portando i lettori all'interno dell'incredibile avventura di due imprenditori ribelli che sono stati in grado di dare la forma a una generazione.
24 Commenti
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NON C'è COMPETITIVITA' (mira semplificata rateo morti/uccisioni molto simile tra i giocatori per non far scontenti i bambini che giocano) , nè adrenalina vera (servono mappe studiate bene, con punti chiusi senza mille mila finestre da guardare e molto tattiche).
te lo spiego io facilmente
NON C'è COMPETITIVITA' (mira semplificata rateo morti/uccisioni molto simile tra i giocatori per non far scontenti i bambini che giocano) , nè adrenalina vera (servono mappe studiate bene, con punti chiusi senza mille mila finestre da guardare e molto tattiche).
in effetti
Oddio ... visti gli ultimi "successi" mi sa che il buon Romero ha proprio bisogno di consigli
Comunque quando dice: "Gli sviluppatori di sparatutto oggi si concentrano sul numero delle armi e dei contenuti, molto spesso tralasciando la qualità" segnala il sintomo, ma manca la causa, una volta si cercava di fare un bel gioco e poi di conseguenza si potevano fare soldi, oggi si cerca di fare soldi e basta
In ogni caso.. concordo sul discorso statistiche etc ma non sulla poca varietà di armi: è fondamentale che uno sparatutto abbia un arsenale degno di tal nome e che garantisca un buon feeling.
Premio per la migliore tua argomentazione del mese !
Premio per la seconda miglior argomentazione del mese
Il problema è che prima perdono 2 ore a guardare il loro you tuber preferito, poi lo scimmiottano per 20 minuti in gioco e chiudono. In uno scenario cosi posso pure crederci alla ''poca qualità''.
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