Epic Games annuncia la Free Fortnite Cup, con una pioggia di premi anti-Apple
Continua la battaglia tra Epic Games e Apple, con risvolti a dir poco interessanti. Lo sviluppatore del popolare battle royale ha annunciato la #FreeFortnite Cup, dove i giocatori avranno la possibilità di vincere tanti premi: alcuni di questi, però, sono estremamente unici...
di Pasquale Fusco pubblicata il 22 Agosto 2020, alle 11:01 nel canale VideogamesFortniteEpicApple
82 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info[INDENT][I]"In tal caso è legittimo che il produttore si tuteli e non sblocchi alcunché, per [U]tutelare le sue IP[/U]."[/I][/INDENT]
Le autorità devono tenere conto non solo dei clienti, ma anche delle esigenze delle aziende: le parti in causa sono due, e non soltanto una.
Sul resto siamo sostanzialmente d'accordo, anche se definirmi liberista lo trovo esagerato visto che ho una visione ideale della società molto diversa.
[INDENT][I]"In tal caso è legittimo che il produttore si tuteli e non sblocchi alcunché, per [U]tutelare le sue IP[/U]."[/I][/INDENT]
Il produttore non ha nessuna necessità di proteggere le IP dagli utenti, e con le aziende la via corretta è il brevetto, altrimenti scegli la via del segreto industriale, ma in tal caso non hai nessuna tutela. Se Coca Cola brevetta la sua ricetta questa diventa pubblica, ma nessuno può copiarla. Se Coca Cola sceglie di non brevettarla e di affidarsi al segreto industriale chiunque, se ci riesce, può copiarla, perché Coca Cola non avendola registrata legalmente non sarà mai in grado di dimostrare che quella era proprio la sua ricetta.
O l'una o l'altra, o brevetto o segreto, e i segreti, per definizione, te li tuteli da solo, senza nessun supporto istituzionale.
BTW, mi sfugge in che modo un bootloader bloccato possa proteggere una IP, l'unica cosa che protegge è il diritto di esclusiva sul software installato su quell'hardware.
O l'una o l'altra, o brevetto o segreto, e i segreti, per definizione, te li tuteli da solo, senza nessun supporto istituzionale.
C'è anche il copyright per il software, e il relativo EULA per gli utenti.
L'avevo già scritto prima: se sbloccando il bootloader si trovasse il modo di accedere alle chiavi private che l'azienda usa per cifrare il suo codice e/o i suoi dati.
Dice solo che non posso distribuirlo, rivenderlo... riguarda ciò che posso o non posso fare nei confronti di terzi. Finché non lo distribuisco non c'è nulla che, legalmente, possa impedirmi di farlo a pezzi.
Le chiavi private stanno sui server del produttore, un dispositivo hardware al massimo ha la chiave pubblica che serve per validare il software che il produttore invia, firmato con la sua chiave privata.
Concettualmente sarà pure possibile, ma parliamo di un qualcosa che è fuori portata per pressochè chiunque. Tant'è che negli ultimi 15 anni (circa) l'unica che ci è riuscita è proprio la Apple, tra l'altro sfruttando il suo marchio comunque già noto in pieno rilancio da anni e la sua capacità di investimento, nonchè quel genio nel vendere i propri marchi tale che riuscirebbe a dare via ghiaccioli al Polo Nord (Jobs) e in un momento di evoluzione tecnologica molto particolare. Pure la Microsoft, mica pizza e fichi, ha naufragato fragorosamente.
La stessa Epic, che pure non è piccola, ha possibilità ridotte al lumicino per entrare efficacemente nel mondo degli OS per smartphone. E questo per cosa?
Per riuscire a fare il vero business che gli interessa (in questo caso far soldi con Fortnite) in un'ottica di investimenti che richiederebbero anni per arrivare all'obiettivo prefissavo. E, ripeto, con bassissime probabilità di riuscirci.
Questo poi parlando di Epic: ci sono tantissimi sviluppatori di App che fanno quello di mestiere e cercano di far soldi in quel modo. Che facciamo, ad ognuno di loro gli diciamo che se non gli va bene lo store di Apple può farsi il suo OS e sperare di arrivare ad avere una buona penetrazione nel mercato?
In questa disputa chi ha più colpe a mio avviso è Epic (ripeto: sempre aspettando il verdetto del giudice). Ma il 99,9% degli sviluppatori di App non può certo neanche ipotizzare l'idea di farsi un proprio sistema per vendere tali App, per tantissimi motivi.
Per cui è ovvio che per poterla vendere ti rimetti nelle mani di chi comanda il mercato smartphone, e in questo caso ai due OS di riferimento. Perchè ricordiamoci che Apple non sarà in posizione dominante, ma ha pur sempre più del 20% del mercato. E mentre su Android posso tentare la via della diffusione della mia App senza il 30%, su Apple sono costretto a passare per il loro store.
Il mercato è libero nella misura in cui chiunque possa realizzare una piattaforma mobile e proporlo ai consumatori. Se poi non riesce a vendere la colpa non può essere addebitata a chi, facendo esattamente la stessa cosa, ha invece avuto successo (che non implica essere in posizione dominante).
Se io voglio sviluppare e vendere la mia App, mentre su Android posso decidere di non passare dal loro store, su Apple io sono "costretto" a farlo dando loro il 30% dei miei introiti. Se iOS avesse, che so, il 2% del mercato, posso tranquillamente dire che le loro quote sono ininfluenti anche per quanto riguarda i miei interessi personali (la diffusione della mia App). Quando invece so che un quarto dei dispositivi in questo mondo sono iPhone, è ovvio che questo ostacolo del 30% diventa un problema effettivo, e non avendo alternative mi ritrovo che nell'ambito globale di vendita del mio prodotto sono ostacolato, per cui non posso muovermi liberamente.
Poi sarà il giudice, o l'antitrust, a stabilire i limiti tali per cui le limitazioni imposte da Apple sono tali da limitare la mia possibilità di competere nel mercato. Ma per quanto Apple possa aver agito nella piena legalità quando doveva crescere all'inizio, le condizioni ad oggi sono comunque cambiate in funzione dei risultati che ha raggiunto.
Secondo il tuo ragionamento, Microsoft avrebbe potuto impedire che sul suo OS (presente sul 90% dei PC) che alcuni programmi potessero essere installati, tanto per fare un esempio estremo, uccidendo in tal modo sul nascere qualunque velleità di competizione o anche solo di ottenere un guadagno. A quel punto che fai, gli dici che tutti possono farsi il proprio OS e competere con Microsoft?
Il software non puoi farlo a pezzi. Potresti fare reverse-engineering, ma in alcuni paesi è proibito.
Non c'è solo questo. Se il dispositivo crittografa dei dati (es.: il disco o persino la memoria, o anche soltanto parte della memoria per conservare delle informazioni sensibili/importanti) ha bisogno della chiave di codifica, che non sta nel server.
Concettualmente sarà pure possibile, ma parliamo di un qualcosa che è fuori portata per pressochè chiunque. Tant'è che negli ultimi 15 anni (circa) l'unica che ci è riuscita è proprio la Apple, tra l'altro sfruttando il suo marchio comunque già noto in pieno rilancio da anni e la sua capacità di investimento, nonchè quel genio nel vendere i propri marchi tale che riuscirebbe a dare via ghiaccioli al Polo Nord (Jobs) e in un momento di evoluzione tecnologica molto particolare. Pure la Microsoft, mica pizza e fichi, ha naufragato fragorosamente.
La stessa Epic, che pure non è piccola, ha possibilità ridotte al lumicino per entrare efficacemente nel mondo degli OS per smartphone. E questo per cosa?
Per riuscire a fare il vero business che gli interessa (in questo caso far soldi con Fortnite) in un'ottica di investimenti che richiederebbero anni per arrivare all'obiettivo prefissavo. E, ripeto, con bassissime probabilità di riuscirci.
Dovremmo distinguere le cose.
Che si possa realizzare una piattaforma mobile è dimostrato essere fattibile anche con pochi capitali (vedi l'esempio di Jolla). Di recente c'è pure Huawei col suo HarmonyOS che probabilmente diventerà la terza piattaforma mobile.
Che una piattaforma mobile abbia successo, questo ovviamente è difficile dirlo o pronosticarlo, perché serve attirare massa critica.
Microsoft, come sappiamo, ha fallito, ma ha anche commesso diversi errori che hanno fatto arrabbiare sviluppatori E utenti.
Huawei potrebbe anche riuscire nell'impresa.
Quegli sviluppatori conoscono già le condizioni degli store. Quindi non soltanto di Apple, ma di Google, Microsoft, Steam, Epic stessa, e diversi altri.
E' vero che Apple è l'unica che ha un unico store per la sua piattaforma mobile, ma è anche vero che gli sviluppatori potrebbero benissimo decidere di abbandonarla in favore di altre piattaforme a loro più convenienti. Se non lo fanno è proprio perché, nonostante le commissioni (che poi sono simili a quelle di altri store), rimane comunque conveniente per loro.
E se proprio non ci fosse nessuno store di quelli più famosi che li soddisfacesse ci sarebbero altre piattaforme mobile che non hanno quei vincoli e che potrebbero utilizzare.
Non serve reinventare la ruota, insomma: ce ne sono già parecchie, e alcune "libere" da capestri.
Infatti non serve reinventare la ruota: basta usarne un'altra.
Nel momento in cui un'azienda, che ha raggiunto una posizione di dominio (non necessariamente dominante), con le sue scelte indirizza quelle degli altri, non sei più in un libero mercato.
Se io voglio sviluppare e vendere la mia App, mentre su Android posso decidere di non passare dal loro store, su Apple io sono "costretto" a farlo dando loro il 30% dei miei introiti. Se iOS avesse, che so, il 2% del mercato, posso tranquillamente dire che le loro quote sono ininfluenti anche per quanto riguarda i miei interessi personali (la diffusione della mia App). Quando invece so che un quarto dei dispositivi in questo mondo sono iPhone, è ovvio che questo ostacolo del 30% diventa un problema effettivo, e non avendo alternative mi ritrovo che nell'ambito globale di vendita del mio prodotto sono ostacolato, per cui non posso muovermi liberamente.
Invece il punto è proprio che le alternative ci sono, quindi sei libero di abbandonare la piattaforma Apple e abbracciarne un'altra che sia più aderente alle tue esigenze.
Non è una questione di quote di mercato: Apple è arrivata dov'è perché è riuscita ad attirare gli sviluppatori, che hanno inondato di app il suo store. Sono, quindi, gli sviluppatori ad avere contribuito al suo successo. Ricordiamoci che una piattaforma mobile senza app è destinata alla morte: vedi caso Microsoft, per l'appunto.
Allora se gli sviluppatori non sono felici delle condizioni di Apple, chi impedisce loro di spostarsi altrove? Gli utenti seguiranno di conseguenza, proprio perché oggi ciò che è sicuro al 100% è che NON si può fare a meno delle app.
Ovviamente non è cosa che possa succedere dall'oggi al domani, e servirebbe un'azione di massa da parte degli sviluppatori.
Sono loro, insomma, ad avere il coltello dalla parte del manico. Ma non sono in grado di utilizzarlo...
Ho già espresso la mia opinione in merito: sono assolutamente contro legislazioni basate su questioni puramente quantitative. E' inconcepibile che un'azienda possa diventare una criminale soltanto perché un consumatore abbia acquistato un suo prodotto, facendo scattare un numerino.
Se l'impedimento è una regola SUCCESSIVA, sì: sarei contro Microsoft.
Altrimenti no, se fosse già parte delle sue originali condizioni.
In alcuni paesi è proibito anche uscire in strada senza un velo in testa, detta così, genericamente, senza specificare quali e soprattutto in che termini è una frase che non aggiunge nulla di utile al discorso. La distinzione tra uso commerciale e uso personale, che non fai, è importante. Del resto il principio giuridico "ad impossibilia nemo tenetur" vale pure per il giudice, non solo per l'imputato. Voglio vedere in che modo posso essere perseguito per una modifica o uno studio che faccio tra le mura di casa mia per uso strettamente personale, un legislatore che scrivesse una norma senza tenerne conto sarebbe molto superficiale.
Ma non funziona così, altrimenti per leggere i dati da un qualsiasi disco EFS di Windows basterebbe decompilare qualche DLL ed estrarre le chiavi. Quando c'è un sistema asimetrico in locale le chiavi vengono generate al volo e la chiave privata viene crittografata con un algoritmo simmetrico, come AES-256 la cui chiave è legata al login utente o equivalente. Gli utenti non usano chiavi aziendali per crittografare i propri dati, altrimenti che crittografia sarebbe, se i miei dati potessero essere letti in qualsiasi momento da Google o Apple?
Non mi pare si facciano distinzioni del genere. Al più ci potrebbero essere eccezioni per i ricercatori in ambito della sicurezza.
Scusa, ma non afferro: non è il mio campo.
Più che altro sarebbe difficile da appurare una violazione del genere.
Comunque è roba che si potrà continuare a fare soltanto finché le Secure Enclave si diffonderanno: poi codice e dati saranno entrambi crittografati in tempo reale, e nessun reverse engineering sarà possibile.
Facciamo un altro esempio: le chiavi per i DRM.
Ribadisco la questione: quella di condannare un'azienda dopo un po' di tempo per il successo che ha avuto è e rimane una mostruosità giuridica
Il tuo punto di vista è basato sull'idea che i mercati siano in grado di regolarsi autonomamente e che il liberalismo economico completo sia la scelta più efficiente. È parzialmente vero eh, ma quest'idea l'ha avuta un economista vissuto 300 anni fa. Negli anni abbiamo avuto esempi pratici che l'equilibrio non viene raggiunto sempre e se questo non succede gli effetti possono essere più o meno negativi.
Secondo te è una mostruosità giuridica perchè hai un'opinione senza cognizione di causa. Non conosci il ragionamento che sta dietro alla legislazione ed estendi alcuni concetti e ideali di giustizia delle persone fisiche (persone) alle persone giuridiche (società ti immedesimi in apple e ti aspetti che lo stesso sistema legale sia applicato a te, questo ti fa sembrare le leggi antitrust ingiuste.
Tu e (molti sostenitori di apple) ragionate in funzione di "cos'è giusto per apple", ma dovreste pensare "cos'è giusto per me".
In generale la legislazione nei settori economici/societari/finanziari è basata su l'aspetto economico. Il punto di partenza non è "cosa è giusto per quella persona giuridica?" ma, dovrebbe, essere "cos'è ottimale per l'economia"?
La mia opinione è che se avessi un iphone vorrei che esistessero negozi alternativi o che comunque il potere contrattuale di apple fosse meno forte. I vantaggi superano gli svantaggi, anche se usassi solo l'app store. Puoi avere un'opinione diversa dalla mia e dirmi che ci siano più svantaggi, ma dev'essere questa la tua logica, non quello che è giusto per apple.
Dire "condannare un'azienda dopo un po' di tempo per il successo", è una semplicificazione ed è una rappresentazione distorta della realtà. Stai rappresentando le leggi antitrust come se avessero solo lati negativi senza considerare quelli positivi, ed è falso.
Una società eventualmente viene condannata non perchè ha avuto successo ma perchè le tecniche che usa sono incompatibili con la sua dimensione.
Aspetta, in questo caso non intendevo la distinzione legale tra uso personale e uso commerciale, dove in genere nel nostro ordinamento si tende ad essere molto morbidi sulla prima e più duri sulla seconda. Per esempio nel caso della violazione di copyright (musica scaricata da Internet) per i fini commerciali c'è la reclusione, per l'uso personale una multa che parte da 50 euro, e che presumo non sia mai stata applicata.
Intendevo proprio dire che se il fine del reverse engineering è personale non c'è modo di perseguirlo, per cui la norma è inapplicabile. In Europa comunque, in particolare in Italia, il reverse engineering è lecito in qualsiasi ambito, anche non personale, qualora lo scopo sia permettere l'interoperabilità dei sistemi. Non è per tanto il reverse engineering in sé che comporta un illecito, ma l'uso che eventualmente se ne farà. Acquistare un coltello da cucina è legale, piantarlo nella schiena di una persona no. Se mi impedisci di comprare un coltello da cucina perché pensi che tra le altre cose potrei usarlo per commettere un crimine, l'illecito lo commetti tu.
Quanto sopra vale anche per i DRM, se tolgo un DRM di un MIO libro comprato su Amazon per poterlo leggere su un dispositivo diverso dal Kindle, non commetto nessun illecito. Se lo tolgo per regalare ai miei amici una copia di questi libri o rivenderli, allora commetto un illecito.
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