Recensione Warhammer 40,000 Space Marine 2: epicità allo stato puro

Recensione Warhammer 40,000 Space Marine 2: epicità allo stato puro

Sequel dell'intramontabile action del 2011, Warhammer 40,000: Space Marine 2 celebra l'iconico universo grimdark di Games Workshop con un gioco esaltante, un ibrido tra action e third-person shooter ad alto tasso di testosterone che vi farà sentire degli autentici Adeptus Astartes.

di pubblicato il nel canale Videogames
Warhammer 40.000Playstation
 

L'universo di Warhammer 40.000 è tanto affascinante quanto vasto. Incredibilmente vasto. Controparte fantascientifica dell'iconico wargame ideato qualche anno prima, dal 1987 a oggi il franchise di Games Workshop ha intrattenuto milioni di fan in tutto il mondo, non solo con le sue miniature di metallo e resina, ma anche con i suoi videogiochi.

Negli anni abbiamo visto diverse trasposizioni videoludiche della serie, ma una in particolare venne apprezzata dal grande pubblico: Space Marine (2011). L'action di Relic Entertainment aveva conquistato il favore dei neofiti e anche quello dei veterani di Warhammer 40.000, con il suo brutale gameplay e con una storia alquanto coinvolgente. L'eroe di questa avventura, Demetrian Titus, è un personaggio del tutto inedito, eppure ha fatto rapidamente breccia nei cuori dei fan con il suo carisma e l'incrollabile fede nell'Imperium - e anche grazie alla voce di Mark Strong.

Ci sono voluti ben 13 anni, ma oggi possiamo finalmente tornare a indossare l'armatura potenziata di Titus e onorare l'Imperatore dell'Umanità. Saber Interactive accoglie il testimone di Relic per realizzare un sequel ancora più possente, maestoso ed epico. Un titolo che combina meccaniche hack 'n' slash con quelle dei più apprezzati third-person shooter della storia, dando vita a una formula di gioco esaltante che parte dal single player e si estende al multigiocatore.

Warhammer 40.000: Space Marine 2 è questo e molto altro, ma affianca ai suoi brillanti pregi anche alcuni difetti di un certo peso. Dopo aver sviscerato il gioco su PlayStation 5 nel corso delle ultime due settimane, vi raccontiamo la nostra esperienza nella recensione.

Né tregua né perdono.

"Questo non è tempo di pace. Non ci sono né tregua né perdono". 41esimo Millennio, Era Indomitus. L'umanità rischia l'annientamento totale, essendo minacciata su ogni fronte da alieni ostili, traditori ed eretici. È un periodo di guerra perenne che coinvolge miliardi di esseri viventi, in una galassia in cui sopravvivono solo i più forti, mentre i deboli sono condannati a morte certa. La razza umana ripone le sue fragili speranze nel suo ultimo bastione, gli Space Marine, guerrieri che, grazie a numerosi innesti e potenziamenti genetici di varia natura, hanno trasceso l'umanità. Solo loro possiedono la forza necessaria per respingere i nemici della nostra specie.

L'avventura di Space Marine 2 ha inizio sul pianeta Kadaku, dove seguiamo l'operazione di un Kill Team della Deathwatch, Capitolo degli Adeptus Astartes dedito interamente alla caccia e allo sterminio delle specie aliene - o, più precisamente, delle specie xeno. Impersoniamo così il leader di quest'unità, un ignoto Scudo Nero che è stato appena separato dal resto della sua squadra in seguito a un attacco dei Tiranidi. Dovrà affrontare da solo un intero sciame di alieni famelici.

Mentre ci facciamo strada tra le orde xeno, prendiamo parte a un tutorial che ci illustra le principali meccaniche di gioco: spariamo i primi proiettili autoprepellenti con il nostro Requiem e sfoderiamo la spada a catena per ridurre a brandelli i malcapitati Tiranidi. A differenza di quanto avviene in molti altri giochi contemporanei, l'incipit di Space Marine 2 è divertente e adrenalinico, quanto basta per intrattenere gli esperti di sparatutto - più avvezzi a questo genere di gameplay - e per guidare i neofiti in maniera coinvolgente, il tutto senza porsi troppi, inutili freni.

Al termine della prima missione scopriamo la vera identità del membro della Deathwatch: è Demetrian Titus. A giudicare dalle due nuove borchie dorate impiantate sulla sua fronte, devono essere passati circa 200 anni dagli eventi conclusivi della prima iterazione, durante i quali venne arrestato dall'Inquisitore Thrax per presunti legami con le forze del Caos.

Scontata la sua penitenza presso le file della Deathwatch, Titus ha ora la possibilità di redimersi, servendo ancora una volta quegli Ultramarine che, un tempo, erano sotto la sua guida. Conferendogli il grado di Tenente, il Capitano Sevastus Acheran reintegra Titus mettendolo a comando di una squadra: con lui ci sono il Sergente Gadriel e il Fratello Chairon, che con i loro sguardi incerti non celano molto abilmente la loro diffidenza nei confronti del nuovo Tenente.

Sebbene sia a tutti gli effetti un sequel diretto del gioco di Relic, Space Marine 2 propone un'esperienza narrativa a sé stante, che può essere apprezzata pienamente anche da chi non ha mai avuto il piacere di completare l'episodio originale. Certo, avendo già fatto la conoscenza dell'ex Capitano degli Ultramarine, i giocatori di Space Marine potranno subito cogliere i diversi riferimenti presenti nelle battute iniziali di questa nuova storia. Soprattutto, i veterani conoscono gli oscuri motivi dell''esilio' di Titus e, pertanto, possono comprendere la titubanza del protagonista nell'aprirsi completamente ai suoi nuovi compagni e Fratelli.

Space Marine 2 racconta una storia entusiasmante e ci regala momenti di pura e assoluta epicità, servendosi di una messa in scena a dir poco straordinaria. Al tempo stesso, però, utilizza espedienti narrativi fin troppo tradizionali, il che gli impedisce di sorprendere il giocatore con eventuali plot twist. Non aiuta nemmeno il ritmo della campagna, che inizia a sbilanciarsi nelle missioni centrali per poi accelerare improvvisamente nella seconda metà.

In compenso, i dialoghi godono di una scrittura molto matura. È affascinante seguire i battibecchi che coinvolgono Titus, Gadriel e Chairon, così com'è interessante assistere all'evoluzione del loro rapporto - che, di fatto, diventa il vero punto focale della storia. Se Titus incarnava l'unica figura rilevante di Space Marine, nel sequel deve cedere spazio ai suoi commilitoni; fortunatamente, aggiungeremmo. Nonostante le sole 7 ore e mezza necessarie per portare a termine la campagna, Gadriel e Chairon riescono a sfoggiare una caratterizzazione piuttosto profonda e non risultano mai banali o, peggio, incoerenti. Del resto, sono anche loro gli eroi di questo racconto.

I dialoghi contestuali aggiungono ulteriore spessore a Titus e ai suoi nuovi alleati, ma, in qualche modo, è la modalità cooperativa a impreziosire il trio di protagonisti. La campagna di Space Marine 2 può infatti essere affrontata in solitaria o con l'aiuto di altri due giocatori, che assumeranno il controllo di Gadriel e Chairon. Indossando le loro corazze seguiremo la storia dal loro punto di vista: questo favorisce naturalmente una maggiore immedesimazione e fa sì che i due co-protagonisti non sembrino dei meri pupazzi strappati al controllo dell'IA.

Brutale come DooM, massiccio come Gears of War

Intelligenza artificiale che, per giunta, non compie un lavoro davvero eccelso nel guidare i movimenti e le azioni offensive dei nostri Fratelli. Un difetto che è difficile non notare dinnanzi alle situazioni estremamente caotiche in cui ci ritroviamo per gran parte della campagna.

Parlando dei Tiranidi usiamo il termine 'orde' in senso letterale, visto che i mostruosi xeno riempiranno lo schermo nel giro di pochi secondi. Complice una gestione della telecamera a tratti insufficiente, spesso e volentieri ci è risultato difficile seguire le dinamiche delle missioni e anche servendoci delle armi più adatte al cosiddetto 'crowd control' abbiamo provato una certa fatica nell'epurazione dell'esercito alieno. Ci piacerebbe darvi ragione rispondendo agli inevitabili commenti inerenti lo 'skill issue', ma il problema di Space Marine 2 è di natura meccanica.

La barra della salute di Titus e dei suoi alleati è affiancata da due ulteriori barre, più corte. Queste rappresentano la quantità di corazza, che verrà scalata con i primi danni subiti e che potrà essere riguadagnata solo mettendo a segno le spettacolari Esecuzioni - che richiamano i più recenti DooM per la loro estrema brutalità. Abbiamo quindi colto i vantaggi offerti dall'eccellente sistema di parate e schivate che premia il giocatore che esegue queste manovre difensive con il giusto tempismo, ma neanche questo è bastato a semplificarci la vita.

Il livello di sfida di Space Marine 2 è tarato verso l'alto e a poco serve selezionare una difficoltà diversa tra le quattro disponibili nel gioco. Infatti, ci siamo spesso ritrovati a vagare per il 90% di ogni missione con la barra della salute ridotta all'osso, protetti unicamente dalla nostra corazza. Questo perché i kit medici (gli Stimolanti), inseriti nella mappa seguendo un pattern intuitivo e prevedibile, sono presenti in numero davvero esiguo. Un problema che diventa ancora più grave in co-op, dove le risorse non vengono condivise con i propri compagni di gioco.

Almeno sul pianto teorico, Titus e gli altri Space Marine possono recuperare la vitalità persa - indicata da una barra grigia che, dopo aver subito danni, va sovrastare quella degli HP - attaccando i nemici negli istanti immediatamente successivi. Una meccanica già vista in altri moderni shooter (e non solo), la quale incita il giocatore ad affrontare a testa alta i suoi avversari.

Agli atti pratici, però, l'implementazione attuata dal team di Saber non si dimostra altrettanto efficiente: il lasso di tempo in cui vanno eseguiti questi attacchi 'vendicativi' è estremamente limitato e neanche i giocatori più abili saranno in grado di rimettersi subito in sesto.

Superate le difficoltà legate a quelle che, dal nostro punto di vista, sono discutibili scelte di design, torniamo ad essere rapiti dal sistema di combattimento di Space Marine 2. L'episodio del 2011 aveva già proposto questa curiosa formula ibrida, integrando sia elementi da shooter in terza persona che meccaniche hack 'n' slash, ma solo con il nuovo gioco di Saber Interactive questo concetto riesce a trovare la sua massima espressione.

Impugnare il Requiem e le altre bocche da fuoco degli Adeptus Astartes restituisce grandi soddisfazioni, grazie a un gunplay ben calibrato e 'massiccio': il rinculo dei fucili è pesante e tutt'altro che gestibile, a dimostrazione del fatto che i guerrieri dell'Imperium imbracciano armamenti davvero formidabili. Saremo un po' nostalgici, probabilmente, ma lo shooting di Space Marine 2 ci ha riportato alla mente i primi, intramontabili episodi di Gears of War, un franchise che ha avuto molto da insegnare all'intero genere dei third-person shooter - e, per quanto ci riguarda, questo può essere solo un grande complimento per l'action di Saber.

A tal proposito, il gioco avrebbe giovato molto di un sistema di coperture. Con una struttura dei livelli estremamente lineare, i campi di battaglia di Space Marine 2 non concedono molte difese a Titus e compagni, che devono quindi affrontare le orde di petto. Se non altro, nelle situazioni più concitate - e, come avrete capitato non mancheranno mai - si potrà sempre ricorrere alle armi bianche degli Astartes, come la già menzionata spada a catena o il più versatile coltello da combattimento. In alcuni frangenti dell'avventura sarà anche possibile impugnare il formidabile Martello Tuono, forse l'arma più devastante negli scontri ravvicinati.

Se lo shooting si dimostra appagante, il comparto hack 'n' slash non è da meno. Nei combattimenti corpo-a-corpo, le suddette parate e schivate aggiungono profondità a questo comparto del gameplay, oltre a definire un ottimo bilanciamento tra potere offensivo e difensivo. Sminuzzare, infilzare e randellare i Tiranidi è divertimento allo stato puro e non fateci ripetere quanto siano scenografiche e soddisfacenti le 'fatality' (le Esecuzioni) del gioco.

Curiosamente, il momento in cui la campagna di Space Marine 2 decide di spingere il piede sull'acceleratore coincide con l'introduzione della seconda fazione nemica del gioco: parliamo dei Thousand Sons, ex legione degli Adeptus Astartes e discendenti del Primarca Magnus 'Il Rosso', ora alleati con le forze del Caos. Questi eretici si dimostrano dei veri ossi duri e costringono il giocatore a cambiare radicalmente il loro approccio all'azione e a favorire altre tattiche.

I Thousand Sons aggiungono indubbiamente varietà al gioco e, a dirla tutta, ci hanno viziato al punto da desiderare una terza fazione e, quindi, un'ulteriore stratificazione del gameplay.

Gli scontri con i figli di Magnus diventano alquanto impegnativi e non saranno meno caotici di quelli con i Tiranidi. Se non altro, in queste situazioni sono tornate molto utili le abilità uniche di Titus, Gadriel e Chairon, ovvero una potente skill attiva che potrà essere impiegata quando le cose prendono una brutta piega. Titus, ad esempio, potrà scatenare la sua furia per incrementare l'output dei danni e rigenerare rapidamente la salute persa; Gadriel può respingere gli avversari che lo circondano con un potente ruggito di battaglia, mentre Chairon potrà usufruire di uno scanner per evidenziare i nemici presenti nelle vicinanze e indebolirli ai prossimi attacchi.

Di fatto, è come se i tre protagonisti incarnassero tre differenti classi. Potremmo interpretarlo come un assaggio di ciò che ci aspetta nell'altra modalità PvE di Space Marine 2, quella dedicata alle Operazioni. Parliamo di sei missioni co-op dalla difficoltà crescente, ambientate parallelamente agli eventi della campagna, che vedono protagonisti altri sei legionari degli Ultramarine, unici nella loro caratterizzazione così come nelle loro dotazioni. A ciascun Astartes corrisponde infatti una classe: troviamo il Tattico, l'Assalto, l'Avanguardia, il Baluardo, il Cecchino e il Pesante.

Ogni Ultramarine è specializzato in un determinato stile di combattimento, preferendo ad esempio l'uso di armi bianche ai fucili o viceversa, e alcuni sono anche equipaggiati con gadget unici, come lanciarampini (Tattico), jump pack (Assalto) o possenti scudi (Baluardo). Ci siamo divertiti a sperimentare ciascuna classe nelle epiche e coinvolgenti Operazioni, la cui unica pecca riguarda la loro limitata quantità - anche se Saber ha già promesso il rilascio nuove missioni in futuro.

Per quanto ci riguarda, la classe meno efficiente è quella del Cecchino, che si rende utile solo raramente - e sempre e comunque negli scontri sulla lunga distanza. Il Pesante, al contrario, ci è sembrato leggermente 'overpowered' con le sue colossali armi da fuoco, ma perde molta efficacia nei combattimenti ravvicinati, là dove altre classi possono davvero brillare.

È importante fare queste considerazioni sul bilanciamento delle Classi, poiché sono le stesse che ritroviamo nel comparto multiplayer PvP di Space Marine 2.

Purtroppo non c'è molto da dire sulle modalità multigiocatore del titolo di Saber, perché di fatto le game mode disponibili sono solo tre: Conquista la zona, Conquista e controlla e Annientamento. Mentre le prime due propongono un'esperienza più votata alla tattica e al gioco di squadra, la terza risulta essere la classica modalità Deathmatch dove vince la squadra che effettua più eliminazioni.

In tutti e tre i casi, comunque, la chiave per la vittoria si dimostra essere la collaborazione con i propri compagni. Questa 'tattica' funziona anche in Annientamento, dove contribuire al fuoco di copertura e fornire assist ai giocatori alleati porterà in netto vantaggio il proprio team. Space Marine 2 non è uno sparatutto per lupi solitari: al contrario, punirà coloro che si butteranno a capofitto nelle zone più calde della mappa scatenandogli contro una pioggia di proiettili.

Nella nostra esperienza, le partite competitive di Space Marine 2 divertono ed esaltano quanto basta per passare una piacevole serata in compagnia degli amici - o da soli, tramite un matchmaking che incontra un'utenza sempre crescente e che all'occorrenza può diventare cross-platform. Alcuni difetti non passano però inosservati: c'è una gestione confusionaria dei punti di respawn, che non viene facilitata dal design 'basilare' delle mappe - anch'esse poco numerose, per giunta. Inevitabilmente, l'azione di gioco confluirà nelle stesse solite zone di ogni arena.

Siamo rimasti piacevolmente colpiti dal sistema di progressione. Utilizzando una delle sei Classi nelle Operazioni o nei match competitivi faremo progredire quella Classe e sbloccare ulteriori bonus, tra skill attive e passive da impiegare nelle missioni PvE cooperative o una miriade di skin  da sfoggiare in qualsiasi game mode. Elementi cosmetici che, per giunta, attingono all'enorme e variegata lore di Warhammer 40.000, con dozzine di Capitoli presenti sotto forma di colorazioni e gradienti unici per le armature, così come icone ed emblemi associati a ogni legione.

Stando alla roadmap presentata dagli sviluppatori, arriveranno molti altri bonus estetici, tutti sbloccabili tramite il Season Pass a pagamento disponibile dal day one. Tuttavia, come già anticipatovi sono anche previsti degli update contenutistici gratuiti, che si traducono in Operazioni inedite, un quinto livello di difficoltà (Lethal) e nuovi archetipi di armi. Questa distribuzione avverrà attraverso il format delle Stagioni, con la prima inaugurata questo mese.

Bellissimo da vedere, ma a quale prezzo?

Prima ancora di conquistarci con il suo violento e solidissimo gameplay, Space Marine 2 ci strega con il suo strabiliante comparto visivo. Il gioco rende omaggio alle tematiche grim dark di Warhammer 40.000 e alle sue atmosfere neogotiche, trasponendole nel gioco con una cura e una fedeltà che oseremmo definire maniacali. Sul fronte prettamente artistico, si tratta senza dubbio del miglior lavoro mai realizzato dal team di Saber Interactive.

Che siano le missioni della campagna o quelle delle Operazioni, ogni frangente di questo gioco ci regala momenti di pura, spaventosa bellezza. I campi di battaglia difesi coraggiosamente dai Cadiani vengono completamente sommersi dai Tiranidi. Sono i frutti dell'incredibile Swarm Engine, motore proprietario di Saber brevettato con il suo World War Z (2019).

Sterminate orde di nemici riempiranno la schermata sia mentre agiscono sulla terraferma sia mentre sorvolano i cieli di Kadaku e degli altri pianeti esplorabili. La conta dei nemici è incalcolabile e siamo sinceramente sorpresi che un titolo di questa portata possa girare sulle console di questa generazione. Di fatto, come approfondiremo tra poco, abbiamo incontrato non pochi ostacoli su PlayStation 5, piattaforma protagonista del nostro test - reso possibile da un codice di gioco fornitoci gentilmente dal publisher Focus Home Entertainment.

No, non abbiamo ancora analizzato la versione PC di Space Marine 2, ma, dall'impeccabile analisi di Digital Foundry, abbiamo appreso che senza una potente CPU non si andrà molto lontano e, dunque, non si potrà godere appieno dell'esperienza visiva confezionata da Saber. Non a caso, nei requisiti viene raccomandato l'utilizzo di un Ryzen 7 5800X o, in alternativa, di un Core i7-12700, due processori di fascia alta - a cui andrebbe affiancata, idealmente, una GPU con almeno 8 GB di VRAM (come RTX 3070 o Radeon RX 6800 XT). Va sottolineato che l'ottimizzazione non sembra ben calibrata e può esserci spazio per eventuali correzioni.

Tornando alla versione PS5, tra i suoi pregi c'è il pieno supporto al feedback aptico e ai trigger adattivi del DualSense: impugnando il controller dell'ammiraglia Sony ci si sente un autentico Space Marine, potendo 'sentire' tutta la potenza dei loro feroci attacchi e la pesantezza delle loro corazze metalliche. I pregi si limitano qui e lasciano presto spazio a evidenti difetti prestazionali: rispetto alla versione Xbox Series X, che sembra godere di una migliore ottimizzazione, l'edizione PS5 soffre di notevoli rallentamenti del frame rate nella modalità Prestazioni, l'unica che, almeno in teoria, avrebbe dovuto garantire una riproduzione a 60 fotogrammi al secondo.

Abbiamo quindi scelto di giocare l'intera campagna nella modalità Fedeltà, preferendo i più stabili 30 FPS e un evidente incremento del dettaglio grafico. Siamo tornati alla modalità Prestazioni solo per giocare le partite competitive e trarre così vantaggio dalla maggiore fluidità del gioco - quando questa non viene intaccata dai frequenti cali descritti poco fa.

Impeccabile il comparto sonoro, animato dai feroci ruggiti degli Adeptus Astartes e da una soundtrack semplicemente maestosa, firmata dai compositori Nima Fakhrara e Steve Molitz.

Un must have in questo 2024 videoludico - Conclusioni

Con nostra grande sorpresa, Saber Interactive ci regala una delle migliori esperienze videoludiche del 2024. Un gioco che ti fa sentire un vero super-soldato geneticamente modificato, una forza inarrestabile e temuta da tutti. Del resto, i guerrieri che danno il sottotitolo a Warhammer 40.000: Space Marine 2 sono protagonisti di storie epiche e sensazionali, raccolte in centinaia di libri (quelli della Black Library) e in numerose trasposizioni multimediali. Possiamo affermare con certezza, però, che solo un videogioco come questo sarà in grado di raggiungere il grande pubblico.

Abbiamo infatti percepito la stessa epicità e grandezza che caratterizzano le storie del franchise di Games Workshop. Certo, nella campagna del gioco non troveremo una mole di dettagli così elevata sul fronte narrativo, ma l'avventura singleplayer/co-op regala senz'altro momenti memorabili, che potranno essere apprezzati dai fan più sfegatati di Warhammer 40.000 e anche da chi si è avvicinato per la prima volta a questo storico marchio. Anche qui il lavoro di Saber è da elogiare.

I difetti non mancano, come avrete potuto notare. Alcune scelte di design poco convincenti minano l'esperienza e la fruibilità stessa delle modalità PvE del gioco, indipendentemente dal livello di difficoltà selezionato dal giocatore. 'Sviste' che, comunque, passano presto in secondo piano, adombrate da un eccellente gameplay che si ramifica in un sistema di shooting solidissimo e in combattimenti all'arma bianca brutali e galvanizzanti.

Peccato per la deludente ottimizzazione del gioco sulla maggioranza delle piattaforme compatibili. Su PS5 i nostri test hanno incontrato alti e bassi, partendo dall'impressionante impatto visivo e arrivando ai fastidiosi cali di frame rate nella modalità che dovrebbe garantire i 60 FPS.

3 Commenti
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demon7725 Settembre 2024, 18:00 #1
Visto qualche gameplay su YT e devo dire molto ben fatto come impatto visivo.

Mi ruga un po' il fatto che sia in terza persona.. preferisco la visuale in soggettiva. E' possibile settarla?
al13525 Settembre 2024, 18:44 #2
Originariamente inviato da: demon77
Visto qualche gameplay su YT e devo dire molto ben fatto come impatto visivo.

Mi ruga un po' il fatto che sia in terza persona.. preferisco la visuale in soggettiva. E' possibile settarla?


PURTROPPO NO. e non è settabile neanche un minimo di FOV. è sicuramente divertente e di impatto ma tecnicamente ha tante limitazioni. inoltre con mouse e tastiera le combo sono impossibili e buggate. bisogna giocarlo per forza con gamepad e automira (che odio). molte parti scriptate e fin troppo guidate.
demon7725 Settembre 2024, 19:08 #3
Originariamente inviato da: al135
PURTROPPO NO. e non è settabile neanche un minimo di FOV. è sicuramente divertente e di impatto ma tecnicamente ha tante limitazioni. inoltre con mouse e tastiera le combo sono impossibili e buggate. bisogna giocarlo per forza con gamepad e automira (che odio). molte parti scriptate e fin troppo guidate.



minchia.

demolito male in poche righe.

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