Recensione DooM Eternal: il ritorno del Doom Slayer è più glorioso che mai
L'intramontabile sparatutto in prima persona torna con il capitolo più ricco (e cattivo) dell'intera serie: DOOM Eternal è un indimenticabile viaggio tra Inferno e Paradiso, l'ultima avventura del leggendario Doom Slayer, tornato per salvare l'umanità dall'avanzata demoniaca. Abbiamo provato in anteprima l'ultima opera di id Software e siamo pronti per dirvi la nostra
di Pasquale Fusco pubblicato il 17 Marzo 2020 nel canale VideogamesDooMBethesda
Quattro anni dopo il reboot dello storico first-person shooter, id Software compie un'altra impresa titanica con DOOM Eternal, un titolo che si è fatto attendere ansiosamente e che, pertanto, non ha bisogno di troppe presentazioni. In ogni caso, parliamo di uno sparatutto massiccio, viscerale e dannatamente frenetico, il quale ci catapulta nelle profondità dell'Inferno per debellare ancora una volta la minaccia demoniaca, vestendo i leggendari panni del Doom Slayer. Un viaggio che abbiamo intrapreso più che volentieri e che ci ha infine lasciati a dir poco estasiati.
Vi raccontiamo la nostra avventura infernale e vi sveliamo i principali punti di forza che rendono DOOM Eternal uno dei migliori giochi su cui potrete mettere le mani quest'anno.
DOOM Eternal: l'eterna lotta contro le forze dell'Inferno
Una sequenza tanto breve quanto epica ci introduce agli eventi di Eternal: dopo aver invaso Marte, le legioni infernali sono approdate anche sulla Terra per sterminare miliardi di innocenti. La Union Aerospace Corporation (UAC) rappresenta l'ultimo baluardo della resistenza, ma ogni disperato tentativo di salvezza sembra ormai inutile. Il destino dell'umanità è dunque riposto nelle mani di un solo uomo, il leggendario Doom Slayer, "colui che essi temono", l'unico che sia mai stato in grado di affrontare la minaccia demoniaca.
Alla base del gameplay di DOOM Eternal troviamo la tradizionale formula 'corri, spara e dilania', corrispondente a un'esperienza di gioco adrenalinica in cui non sono concesse pause. I riflessi del giocatore sono costantemente messi a dura prova da una serie di scontri al cardiopalma: ci muoveremo rapidamente per eliminare grosse ondate di demoni, sfruttando ognuna delle micidiali bocche da fuoco del nostro arsenale per sfoltire l'orda e rifornirci di munizioni. Doppi salti, scatti e piattaforme di ogni tipo agevoleranno i nostri movimenti all'interno delle vaste arene di gioco, dove troveremo anche boost e power up che ci regaleranno un piccolo vantaggio tattico sui nemici.
È ormai chiaro che il team di id Software abbia deciso di partire dalle stesse, solide fondamenta del capitolo del 2016, ma solo per poter innalzare una struttura di gioco del tutto inedita per la serie. Le novità vanno dunque individuate nel sistema di combattimento, nel level design e, in parte, persino nel comparto narrativo.
Anche nel caso della sua ultima incarnazione, DOOM spinge il giocatore ad abbracciare un approccio aggressivo all'azione, ricordandoci al tempo stesso che la nostra sopravvivenza si basa su tre essenziali parametri: Salute, Corazza e Munizioni. Energia vitale, armatura e proiettili potranno essere recuperati dai corpi dilaniati dei demoni o dai rifornimenti disseminati nell'arena. La strategia più efficace per superare indenni le battaglie di Eternal prevede, in un primo momento, il fuoco concentrato sui mob più grossi e resistenti, sfruttando minion come i classici Zombi o Imp per ricavare nuove munizioni. In questi casi, la Motosega dello Slayer diventerà la nostra migliore amica, pronta a ricompensare le nostre uccisioni con un unico ghiotto refill - e con uno spettacolo fatto di sangue e budella demoniache.
A proposito di gadget, ci siamo rifatti gli occhi su alcune new entry che arricchiscono il già abnorme arsenale del Doomguy. Si parte da una lama retrattile posta sull'avambraccio dell'armatura Praetor, che verrà innescata durante le scenografiche glory kill per lacerare i malcapitati demoni. Una nuova torretta di supporto si eleverà dalla nostra spalla montando tre diversi armamenti: un lanciafiamme, che ci permetterà di ottenere frammenti di armatura dai corpi incendiati dei nemici, e due diversi tipi di granate, una classica a frammentazione e una criogenica. Combinando questi gadget otteniamo uno spietato mix che movimenterà ulteriormente il ritmo di gioco, spalancando le porte a nuove potenziali tattiche.
Parlando invece delle armi, ritroviamo i più iconici strumenti di morte scoperti nei precedenti episodi, con qualche piccola aggiunta. Il Doom Slayer imbraccerà ancora il suo amato Fucile a pompa per dominare gli scontri ravvicinati, il Lanciarazzi per demolire i mostri più coriacei o il devastante Fucile al plasma. Ritorna anche il Super Shotgun, con ogni probabilità la bocca di fuoco più versatile del gioco, che monta ora un rampino sottocanna con cui potremo agganciare un demone dalla distanza, proiettarci rapidamente verso di lui e assestare il colpo di grazia.
Rispetto al suo predecessore, DOOM Eternal propone un sistema di progressione più complesso e stratificato, capace di influenzare in maniera diretta lo stesso gameplay. I potenziamenti e le abilità che potranno essere affibiati al nostro Slayer saranno distruibiti in tre diversi aree, dedicate rispettivamente all'Arsenale, all'Armatura e alle Rune.
Si parte dalle suddette armi, molte delle quali vantano due diverse modalità di fuoco potenziabili attrraverso una limitata gamma di mod e, infine, con la sfida Maestria, che darà accesso a un ulteriore bonus. Ecco dunque che il gancio del Super Shotgun diventa infuocato, mentre lo scudo energetico della nostra Chaingun si tramuta in un enorme proiettile da scaraventare contro i nemici. Passiamo all'armatura dello Slayer, potenziabile con i token Praetor raccolti in ogni missione per migliorare le resistenze della corazza e l'efficacia dei nostri gadget. All'armatura è legato un secondo albero di abilità basato sui cosiddetti Cristalli delle Sentinelle, con cui potenzieremo i tre parametri fondamentali (Salute, Corazza e Munizioni) e sbloccheremo un'altra serie di skill. Ultimo, ma non meno importante, il sistema di Rune, incarnato da nove abilità passive che altereranno i consueti movimenti dello Slayer aggiungendo effetti bullet time e manovre evasive.
Dalla Fortezza del Destino alla città di Exultia: il viaggio dello Slayer
Abbiamo visto come DOOM Eternal possa contare su un gunplay solido e su una progressione che non ha nulla da invidiare ai più popolari RPG. Ciononostante, con la sua ultima fatica id Software non ha voluto semplicemente ampliare questa vincente formula: il nuovo capitolo mette in mostra un immaginario affascinante, ambientazioni mistiche e persino una narrazione che cela sfumature del tutto inaspettate.
In questo sequel faremo la conoscenza della Khan Maykr, leader suprema di Urdak, terra promessa delle anime che avranno deciso di abbracciare il credo della Khan e dei suoi Sacerdoti. Con l'intento di far prosperare il proprio regno e la sua razza, la regina dei Maykr scatenerà le forze dell'Inferno contro gli innocenti abitanti della Terra, azione che le permette di guadagnare un posto speciale nella lista nera dello Slayer. Nonostante il comparto narrativo resterà spesso in disparte a favore del mero gameplay, DOOM Eternal racconterà una storia coinvolgente ed intrigante, senza rinunciare a cutscene e ad alcuni, squisitissimi colpi di scena. Dedicandoci alla lettura dei dossier approfondiremo inoltre le origini dello stesso Doom Slayer e scopriremo un'interessante interpretazione della dicotomia Paradiso-Inferno.
L'odissea dello Slayer verrà inaugurata nella Fortezza del Destino, nuova dimora del nostro eroe e hub centrale del gioco. In questo inedito e labirintico spazio i giocatori possono gestire le proprie missioni, aprendo il portale verso la prossima destinazione o selezionando un vecchio capitolo nel tentativo di completare le sfide lasciate in sospeso. Le stanze della Fortezza conterranno potenziamenti aggiuntivi per l'arsenale, esclusive skin con cui personalizzare lo Slayer e tutti i collezionabili raccolti durante le nostre operazioni.
Dall'hub ci sposteremo nei diversi mondi che compongono il variegato setting di DOOM Eternal. Visiteremo, ad esempio, la città dimenticata di Exultia, dove conosceremo l'ordine delle Sentinelle della Notte e in cui affronteremo le prime orde infernali. Faremo inoltre ritorno sulla Terra, dove ci attende il colossale Nido di Sangue che affligge il nostro pianeta con la sua prole demoniaca. Ogni scenario di Eternal non evidenzia solo una grande cura artistica, ma anche e soprattutto un eccellente lavoro di level design: la maggior parte degli scenari si sviluppa in verticale per favorire le manovre tridimensionali del nostro Slayer, che potrà inoltre sfruttare le diverse piattaforme delle arene per aggirare i nemici. Spazio anche al platforming e agli enigmi ambientali, che richiederanno prontezza di riflessi e un pizzico di ingegnosità.
Qualsiasi sia la nostra destinazione, un'aberrazione demoniaca sarà sempre pronta a darci un caloroso benvenuto. Cacodemoni e Cavalieri Infernali torneranno a darcele di santa ragione e al loro fianco, stavolta, troveremo alcuni volti ben noti ai fan di vecchia data: l'Arachnotron, l'Elementale del Dolore e l'Archvile tornano dal glorioso passato di DOOM per tormentare il nostro Slayer. I nuovissimi membri del roster infernale di Eternal coincidono, guarda caso, con gli avversari più temibili del gioco: il Doom Hunter è un cacciatore cibernetico che richiederà più di qualche semplice pallottola per essere eliminato; il Razziatore invece è, in parole povere, il peggior incubo mai concepito dalle sadiche menti di id Software.
Il sistema di difficoltà di DOOM Eternal abbraccia un range di livelli piuttosto ampio, dimostrandosi perfettamente capace di coinvolgere sia il neofita del genere sparatutto che il veterano pronto alla sfida più impegnativa. Abbiamo affrontato la Campagna di Eternal al livello di difficoltà Ultra-Violenza e portato a termine l'avventura in circa 18 ore, durante le quali abbiamo completato gran parte delle sfide di combattimento e le sei battaglie dei Cancelli Slayer. La longevità complessiva può tranquillamente superare le 20 ore dedicandosi alla raccolta di tutti i collezionabili o al completamento dei Livelli Master.
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Sul fronte tecnico, DOOM Eternal rappresenta la punta di diamante dell'intero parco titoli targato Bethesda. Con il suo id Tech 7, la squadra di id Software ha concepito un versatile motore capace di girare a framerate elevati anche sulle macchine meno performanti, dove troveremo sempre una veste grafica dai colori sgargianti. Non è un caso, insomma, se questo capitolo approderà anche su Nintendo Switch, dove sarà disponibile grazie al porting realizzato da Panic Button.
La nuova versione dell'engine ha permesso agli sviluppatori di decuplicare il livello di dettaglio geometrico e di implementare un inedito sistema di 'distruttibilità' dei demoni stessi: dopo aver subito danni dalle nostre armi i corpi dei nemici si deterioreranno gradualmente, perdendo brandelli e interi pezzi di carne o di corazza. Tutto questo si traduce in uno spettacolo ancora più truculento, impreziosito da nuovi effetti grafici e da un comparto di animazioni semplicemente superlativo, sia per quanto concerne i movimenti dei demoni sia per le mosse finali dello Slayer. I bug non sono mancati, con qualche problema minore riscontrato in alcune animazioni e un paio di glitch grafici avvistati nelle fasi esplorative.
Su PC, macchina utilizzata per la nostra prova, il gioco supporta le API Vulkan e integra sei diversi settaggi grafici - a cui si affiancano, naturalmente, le impostazioni personalizzate dall'utente. Nei prossimi giorni arriverà un ulteriore approfondimento dedicato al comparto tecnico e ai benchmark di DOOM Eternal.
E il multiplayer? C'è, in due forme diverse, ma non abbiamo avuto la possibilità di provarlo in anteprima. Dal day one, fissato per venerdì 20 marzo, tutti i giocatori di DOOM Eternal avranno accesso alla Battlemode, esperienza multigiocatore asimmetrica 2v1: mentre un giocatore indosserà l'armatura del Doom Slayer, altri due assumeranno il controllo di due demoni in una battaglia in cui non basteranno i semplici riflessi, ma servirà anche astuzia e strategia. La seconda modalità multiplayer è invece collegata alla Campagna e consentirà agli utenti di invadere i mondi degli altri giocatori impersonando gli stessi demoni che popolano gli scenari di Eternal.
Tirando le somme, possiamo affermare con certezza che id Software ha centrato il bersaglio.
Questa volta, però, con DOOM Eternal la software house texana si è spinta oltre ogni limite da noi immaginabile, moltiplicando esponenzialmente il tasso d'azione implementato nel reboot del 2006 per ottenere ritmi ancora più frenetici. Il risultato è un'esperienza adrenalinica e avvolgente, capace di catturare il giocatore dal primo all'ultimo minuto concedendogli rarissime occasioni in cui riprendere fiato, prima di scaraventarlo nuovamente nell'arena tra le orde inferocite di demoni. Sarà l'occasione per esplorare un mondo spaventoso, decadente e, al tempo stesso, ammaliante, con torreggianti castelli marmorei e inquietanti fortezze ricoperte di sangue e viscere.
Non ci è dato sapere quale sarà il futuro della serie, ma possiamo augurarci che DOOM Eternal non rappresenti l'ultimo paragrafo, bensì l'ennesimo di una saga destinata a durare in eterno.
PRO
- Ancora più cattivo, violento e divertente
- I nuovi gadget rappresentano un'ottima aggiunta al gameplay
- Progressione più profonda rispetto al passato
- Concept narrativo originale e affascinante
- Un vero gioiellino dal punto di vista tecnico
CONTRO
- Punitivo al punto giusto, ma a volte sa essere davvero frustrante
- Non è mancato qualche bug
- Dubbi e incertezze su un multiplayer che non abbiamo potuto provare
14 Commenti
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questo gioco ha sbancato! Probabile GOTY 2020Probabilmente ha aiutato anche il fatto che siamo tutti confinati in casa
Ad ogni modo il gioco non ha deluso le aspettative, ma era una cosa quasi scontata.
Finalmente un fps decente in mezzo a tanta robaccia.
Link ad immagine (click per visualizzarla)
Fun fact: la Bethesda nel 2016 non voleva che nel gioco ci fosse l'heavy metal per paura di non piacere ad una fetta di utenza, Mick Gordon stava per abbandonare il progetto poi è riuscito a convincerli, c'è il documentario intero su YT
Mick Gordon è un genio, davvero bravo.
Vabbè io giocavo al 2016 con la musica metal dalla playlist quindi non faccio testo, ma quello che ha realizzato Mick calza alla perfezione.
Bellissimo davvero, un po tanto platform ma mi riservo eventuali critiche, se ci saranno, una volta finito.
Grafica e tutto tanta roba, ho visto alcuni video sul tubo che fanno paura, fluidissimo anche su play/xbox.
Per rendere omaggio al gioco del passato hanno sfornato un gameplay di combattimento palesemente pensato per il gioco online, veramente basilare e senza coperture. Per renderlo più avvincente hanno inserito due cose che personalmente trovo odiose: il dover recuperare munizioni tagliando in due i nemici (che palle, stai li che spari all'impazzata e devi ricordarti che non troverai abbastanza munizioni) e la quantità assurda di nemici che rende il gioco frenetico ed a mio parere troppo difficile. Tanto difficile da rendere il gioco frustrante.
Ho iniziato a giocare in modalità "ultra-violence", dopo due livelli ho dovuto abbassare a "hurt me plenty" perché pur andando avanti dovevo ripetere i combattimenti mille volte. Onestamente poi non te lo godi più, devo dire che dalla "cultist base" in avanti anche al secondo livello di difficoltà sono morto un sacco di volte. Problemi mai avuti con le decine di FPS che ho giocato in passato.
Ora mi sono proprio stufato ed uso il trainer e vi devo dire che me lo sto godendo di più ma penso che sia assurda sta cosa. In vita mia ho usato solo due trainer per necessità: questo e quello di Sekiro che oggettivamente è ancora il gioco più difficile che io abbia mai giocato.
Per me giocare dev'essere un relax, giocare a questo gioco senza trainer è oggettivamente uno stress. Unito al fatto che il gameplay è una roba molto basica, per me non è un gioco che supera la sufficienza.
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