PlayStation Classic, recensione: operazione nostalgia
PlayStation uscì in Giappone il 3 dicembre 1994 e, grazie a innovazioni tecniche come il rendering 3DCG in tempo reale e l’adozione del CD-ROM, ebbe un enorme impatto sul mondo dei videogiochi. Proprio oggi, a distanza di 24 anni, debutta sul mercato la nuova PlayStation Classic, una vera e propria operazione nostalgia che vuole riportare indietro uno dei più grandi miti della storia dei videogiochi
di Rosario Grasso pubblicato il 03 Dicembre 2018 nel canale VideogamesSonyPlaystation
Il 1994 è stato l'anno di Pulp Fiction e di Forrest Gump. Nel 1994 abbiamo fatto amicizia con i mitici personaggi di Friends e abbiamo giocato con Solletico in TV. Per non parlare della pubblicazione di romanzi come Jack Frusciante è uscito dal gruppo e Sostiene Pereira, o della scomparsa dell’irriverente Charles Bukowski. Il 1994 è anche l’anno in cui è stata riconosciuta la beautiful mind di John Nash, premiato con il Nobel per l’economia e dell’affermazione dei grandi ideali di Nelson Mandela, vincitore delle presidenziali in Sudafrica. L’anno della morte di personaggi come Massimo Troisi e Ayrton Senna, ma anche della sconfitta dell'Italia ai mondiali negli Usa per il rigore sbagliato da Roberto Baggio.
Il 1994 è stato il teatro di un altro evento, per gli appassionati di videogiochi e di tecnologia altrettanto straordinario. Il 1994 è l’anno di PlayStation: una console che ha rivoluzionato la storia dei videogiochi, introducendo tecnologie memorabili come i CD-ROM e videogiochi con una profondità di gameplay e dal punto di vista artistico fino a quel momento ritenuta irraggiungibile. Gli appassionati ricordano la potenza dei combattimenti con Jim Kazama e gli sforzi di Robbit contro lo scienziato pazzo Baron Aloha. Ma anche personaggi dallo spessore indimenticato come Cloud Strife e Sephirot, così come gli insidiosi labirinti della città di Filgaia e la sofferenza dell'ex-agente speciale Solid Snake, un uomo ridotto a macchina da combattimento.
Grazie a innovazioni tecniche come il rendering 3DCG in tempo reale e l’adozione del CD-ROM, la prima PlayStation ebbe un enorme impatto sul mondo dei videogiochiLe retro console in formato mini continuano a mietere successi: dopo NES Classic, SNES Classic e Neo Geo Mini, e in vista di Atari VCS, arriva anche la PlayStation Classic. Se lo fa Nintendo può farlo anche Sony, diceva qualcuno nel passato, ed ecco che il detto si tramuta in realtà.
Il principale obiettivo con PlayStation Classic attiene dunque alla sfera dell'estetica: deve richiamare in tutto e per tutto la gloriosa console del 1994. Si tratta di una PlayStation in miniatura a tutti gli effetti, del 45% più piccola rispetto alla console originale.
Non solo Sony si è sforzata di replicare gli elementi principali come il logo sulla plancia e il vassoio per i CD (che però non si apre) ma abbiamo tante piccole chicche come i connettori dei gamepad simili a quelli originali (sono comunque USB) o le finte griglie per il raffreddamento ai lati. Ovviamente, predomina il colore grigio.
PlayStation Classic si basa su un emulatore che, girando sull'hardware locale della mini-console, permette di giocare a 20 grandi classici della PlayStation originale. A parte questo, si tratta di un dispositivo ufficiale Sony che, come detto, qui vuole replicare una strategia rivelatasi di successo messa in piedi dalla rivale Nintendo.
Sulla plancia principale abbiamo tre pulsanti: Reset che consente di ritornare al menù dopo una sessione di gioco; Power per l'accensione e lo spegnimento della mini-console; e Open che permette di passare da un disco virtuale all'altro per quei giochi (come Final Fantasy VII) che prevedevano originariamente il cambio del disco. Nonostante siano emulati, infatti, i giochi appaiono in una forma completamente speculare a quella dei titoli degli anni '90, senza alcun ritocco per l'ottimizzazione per la mini-console: nel caso di Final Fantasy VII dunque serve un input per notificare al sistema l'avvenuto cambio del disco e la necessità di andare avanti, e lo si fa con questo pulsante, fisico come gli altri due. Nel caso di Destruction Derby, invece, rimane la possibilità di scegliere se giocare con una PlayStation o con due in multiplayer (lo si faceva tramite il mitico cavo Link), anche se poi questa opzione non corrisponde a un funzionamento reale.
La profondità autoriale di Hironobu Sakaguchi, Shinji Mikami e Hideo Kojima è già ben evidente con i giochi presenti in questo catalogoAll'interno della confezione i giocatori trovano due gamepad, anche questi repliche pressoché identiche del gamepad originale della prima PlayStation, ma non tutti i 20 giochi presenti nella memoria della mini-console prevedono lo split screen o la possibilità di giocare in due. Lo fa, ad esempio, Tekken 3, ed è possibile anche con Super Puzzle Fighter II Turbo, Battle Arena Toshinden, Twisted Metal, Tom Clancy’s Rainbow 6 e Ridge RacerType 4.
La console è dotata di due porte USB nella parte frontale, a cui vanno connessi i gamepad, mentre dietro si trova la porta micro USB per l'alimentazione e l'uscita HDMI. PlayStation Classic si può collegare, infatti, a qualsiasi monitor HDMI, anche se ovviamente l'aspect ratio dei giochi rimarrà quello a 4:3.
Notate che nella confezione, curiosamente, non è stato incluso il caricatore (un problema del genere c'era anche con NES Classic), ovviamente per un motivo legato alla massima riduzione possibile del prezzo finale per l'utente possibile. Va bene, comunque, qualsiasi caricatore (quasi tutti quelli degli smartphone) da 5V / 1.0A. Nella confezione, invece, c'è il cavo HDMI.
PlayStation Classic non si può connettere al PC e non è compatibile con i gamepad moderni come DualShock 4 o con il DualShock 3 della PS3. Bisogna disporre di una TV con speaker o con uscita per le cuffie, perché la mini-console non ha alcuna predisposizione per l'audio, e lo stesso vale per i due gamepad. L'hardware interno, inoltre, non presenta un modulo Wi-Fi, e questo non rende possibile la connessione a internet. Sony ha, peraltro, già specificato che non sono previsti ampliamenti al catalogo dei giochi disponibili, che presenta alcuni classici indimenticabili nella storia dei videogiochi come Resident Evil Director's Cut, Final Fantasy VII, Metal Gear Solid e Grand Theft Auto, tra gli altri, ma palesa anche delle lacune importanti come Gran Turismo e Tomb Raider, così come non è presente alcun tipo di gioco di calcio.
Per sottolineare l'importanza di PlayStation nella storia dei videogiochi dobbiamo ribadire come alcuni titoli presenti in questo catalogo già gettassero le basi per gli stilemi narrativi e a livello di meccaniche di gioco di grandi autori, poi ulteriormente consolidatisi negli anni successivi. La profondità autoriale di Hironobu Sakaguchi, Shinji Mikami e Hideo Kojima, a di là degli inevitabili limiti tecnici, è già ben evidente con i giochi presenti in questo catalogo, capaci dunque di dare ancora grandi soddisfazioni al giocatore, oltre che tantissime ore di gioco.
Hardware
Visto che abbiamo intrapreso il discorso relativo all'hardware, aggiungiamo che, dopo aver aperto la mini-console, abbiamo verificato la presenza al suo interno del SoC Mediatek MT8167A, il quale è formato da processore quad core ARM Cortex-A35 e GPU PowerVR GE8300. Un SoC abbastanza atipico non utilizzato molto spesso in prodotti commerciali. Fra questi, il più famoso è Acer Iconia One 10.
Potenza di calcolo da tablet vecchia generazione, dunque, per questa PlayStation Classic che, da questi punti di vista come per quanto riguarda la qualità dei materiali, è ovviamente pensata per costare molto poco all'utente finale (99 Euro).
Prestazioni che si rivelano più che sufficienti a far girare molto bene quasi tutti i giochi del catalogo, con i loro personaggi pixellosi, esattamente come erano sulla PlayStation del 1994, e con video output da 720p e 480p.
Sulla scheda madre abbiamo notato, poi, la presenza del chip audio Mediatek MT6392A e del modulo di memoria NAND flash basata sullo standard eMMC 5.1. Si tratta di un modulo Samsung KLMAG1JETD-B041 da 16 GB con data rate da 300 MB/s.
Molto interessante il menù dal quale si sceglie il gioco da giocare, all'interno di una ruota con cui si sfogliano tutti i titoli disponibili. Una delle migliori funzionalità è la Memory Card virtuale: questa memorizza lo stato di avanzamento per ciascuno dei giochi disponibili in modo che sia possibile riprendere la partita esattamente dal punto in cui la si era interrotta senza doversi dedicare a macchinose procedure di salvataggio.
PlayStation Classic | |
Codice prodotto | Serie SCPH-1000R |
Video output | 720p, 480p |
Audio | PCM lineare |
Ingresso/uscita | Porta uscita HDMI Porta USB (Micro-B) 2 ingressi controller |
Potenza | DC 5 V / 1,0 A |
Potenza massima nominale | 5 W |
Dimensioni esterne | Circa 149 x 33 x 105 mm (larghezza x altezza x profondità) (esclusi i controller) |
Peso console | circa 170 g |
Peso controller | circa 140 g |
Temperatura di funzionamento | Da 5 ℃ a 35 ℃ |
Elenco giochi
- Battle Arena Toshinden
- Cool Boarders 2
- Destruction Derby
- Final Fantasy VII
- GrandTheft Auto
- Intelligent Qube
- Jumping Flash
- Metal Gear Solid
- MrDriller
- Oddworld: Abe's Oddysee
- Rayman
- ResidentEvil Director'sCut
- Revelations: Persona
- Ridge RacerType 4
- Super Puzzle Fighter II Turbo
- SyphonFilter
- Tekken 3
- Tom Clancy’s Rainbow 6
- Twisted Metal
- Wild Arms
Gamepad
Meno brillanti, invece, i due gamepad inclusi nella confezione, perlomeno con alcune tipologie di giochi. Da un lato risolvono il problema che si era presentato con NES Classic, il quale presentava un gamepad con un cavo troppo corto che rendeva ostica l'esperienza di gioco, ma dall'altro sono repliche perfette del gamepad originale della PlayStation, con pro e contro. Sicuramente dal punto di vista della nostalgia e dell'estetica sono perfetti, ma l'assenza di joystick analogici rende pressoché ingiocabili alcuni titoli, nello specifico gli sparatutto in prima persona e i giochi di guida.
L'originale PlayStation, infatti, venne rilasciata con un gamepad con i soli tasti direzionali, mentre il gamepad con joystick analogici, l'indimenticato Dual Analog Controller (antesignano del DualShock), arrivò solo a metà del ciclo vitale della prima PlayStation, introducendo un po' di confusione a livello di giochi che lo supportavano e di giochi che invece rimanevano "fedeli" al gamepad originale.
I gamepad che si trovano nella confezione di PlayStation Classic sono ottimi per i picchiaduro come Tekken 3 e per i platform come Rayman e Oddworld: Abe's Oddysee, ma rendono l'esperienza di gioco frustrante con titoli come Rainbow Six e con i giochi di guida Destruction Derby e Ridge Racer Type 4. Anche perché i giochi di una volta non possedevano il livello di reattività a cui siamo abituati oggi, con ritardi rispetto ai comandi spesso molto importanti (è il caso di Destruction Derby, che era divertente proprio per questo, perché si andavano a causare devastanti incidenti).
Conclusioni
In definitiva, l'operazione nostalgia di Sony è riuscita come per NES Classic di Nintendo? In quel caso Nintendo partì piuttosto in sordina, reclamizzando poco la sua iniziativa nostalgica e producendo NES Classic in volumi limitati. Il resto è storia, con il successo della mini-console che è diventato virale, una domanda di gran lunga superiore all'offerta e l'innalzamento innaturale del prezzo dei pochi esemplari disponibili al lancio.
Sony offre un prodotto più strutturato, che corregge alcuni limiti importanti di NES Classic, come il cavo del gamepad troppo corto. L'esperienza di gioco è incredibilmente immediata, come è giusto che sia per una console, e alcuni tra i titoli disponibili sono delle perle assolute. Titoli come Final Fantasy VII, Resident Evil e Metal Gear Solid garantiscono una longevità molto importante, ma allo stesso tempo la mancanza di titoli altrettanto memorabili e l'impossibilità di accrescere il catalogo dei giochi rappresentano delle carenze non trascurabili.
Non aspettatevi una qualità dei materiali di altissimo livello e il gamepad presenta un limite molto importante nell'assenza di qualsivoglia joystick analogico, che rende ostico l'interfacciamento con alcuni dei titoli presenti nella memoria di PlayStation Classic. Detto questo, bisogna dire che esteticamente PlayStation Classic è meravigliosa e riesce perfettamente nell' "operazione nostalgia": inserirla nella libreria con i cimeli del passato tecnologico potrebbe avere un valore inestimabile per gli utenti legati al loro passato videoludico.
Nei prossimi giorni allegheremo alla recensione un video con il giocato di alcuni titoli di PlayStation Classic.
PRO
- Esteticamente molto bella
- Esperienza di gioco immediata
- Tanti grandi classici del passato
- Ottima funzionalità di salvataggio su Memory Card virtuale
CONTRO
- Nella confezione manca il caricatore
- Gamepad senza joystick analogici
- Impossibilità di connessione a internet e di ampliare il catalogo giochi
32 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoA me sembra una porcata indecente.
anche io avevo quella rabbinata con la modifica rgb e la lente spostata
...ma i giochi li avevo praticamente tutti originali tranne gta
...pero' in questa potevano anche includere la saga resident evil 1-2-3
100 euro a me non sembrano affatto molto pochi
Per 20 giochi di 20 anni fa, con nessuna possibilità di espansione nessuna altra funzionalità per me è un furto
Ogni tanto anche io compravo la gloriosa TGM. Ma non ricordo questa sigla B.O.C. Cosa significa e a quale videogame si riferiva? Grazie
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