Dedicato ai fan di Dark Souls: ecco Nioh

Dedicato ai fan di Dark Souls: ecco Nioh

Non era affatto scontato, ma la scommessa piazzata da Koei Tecmo e Team Ninja ha dato i suoi frutti. Nioh è un’opera di ottima qualità che, pur rielaborando le già apprezzate dinamiche Soulslike dei titoli From Software, riesce ad avere personalità da vendere.

di pubblicato il nel canale Videogames
SonyPlaystation
 

William, l’era Sengoku e una secolare lotta contro il Regno Yokai

Prima di descrivere il resto, conviene provare a contestualizzare i contenuti, in modo da avere un’idea un po’ più precisa tanto delle tematiche quanto dei personaggi che si avvicendano nel corso dell’avventura. Le vicende che fanno da sfondo alla mitologia di Nioh hanno infatti un fondamento storico ben preciso e si collocano a cavallo tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo nei territori del Giappone feudale. Più nello specifico il periodo preso come riferimento è la cosiddetta Era Sengoku, una fase storica durata oltre un secolo, durante la quale i clan più influenti delle isole nipponiche si diedero battaglia per provare ad acquisire la supremazia gli uni sugli altri. Questo lungo periodo di instabilità culminò nel 1600 con la battaglia di Sekigahara, dove il clan guidato da Tokugawa Ieyasu ebbe la meglio sulle truppe dello storico rivale Ishida Mitsunari.

Il team è partito dagli eventi storici per costruire un background narrativo originale, intrecciato tra l’altro con alcuni dettagli tratti dal romanzo Shogun di James Clavell, che a sua volta si ispira al personaggio di William Adams
Poco prima di questi eventi un navigatore inglese chiamato William Adams – conosciuto in Sol Levante con lo pseudonimo di Anjin – giunse sulle coste giapponesi per instaurare rapporti di carattere commerciale con le popolazioni locali. Adams viene comunemente ritenuto il primo britannico ad aver messo piede sul suolo nipponico tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘600, ed è anche ricordato come uno dei consiglieri più fidati di Tokygawa Ieyasu. Il Team Ninja è partito proprio da questi punti di riferimento per la creazione del personaggio principale di Nioh, seppur con notevoli licenze creative: laddove il soggetto storico eccelleva nelle capacità diplomatiche e nella creazione di nuove reti commerciali, il William di cui si vestono i panni all’interno del gioco è invece decisamente più votato all’azione, essendo in possesso di talenti da guerriero decisamente fuori dal comune.

Come ha spiegato il game director Fumihiko Yasuda, il team è partito dagli eventi storici per costruire un background narrativo originale, intrecciato tra l’altro con alcuni dettagli tratti dal romanzo Shogun di James Clavell, che a sua volta si ispira al personaggio di William Adams. Su queste basi si è innestata un’ulteriore rielaborazione che ha avuto per oggetto alcuni elementi tipici del folklore giapponese. Miti che narrano di creature simili a bestie, capaci di mutare aspetto e di vivere in un mondo eternamente sospeso tra la vita e la morte. Nel gioco queste entità provengono dal cosiddetto Regno Yokai e vengono attratte in gran numero in terra nipponica a causa della raccapricciante ondata di morte che sta affliggendo la popolazione locale.

A dispetto delle impressioni iniziali, William è un predestinato. Lo si incontra per la prima volta rinchiuso in una cella nella Torre di Londra. Il tentativo di evasione sta per andare a buon fine, quando improvvisamente l’alchimista Edward Kelley riesce a sottrargli un prezioso spirito guardiano, chiamato Saoirse, prima di dileguarsi senza lasciare traccia alcuna. Intenzionato a recuperare ad ogni costo l’entità a lui cara, William decide di mettersi sulle tracce dell’acerrimo nemico. E così, dopo essere salpato a bordo della nave mercantile Liefde e aver navigato per quasi due anni, riesce ad individuare tracce di Saoirse che lo conducono nel cuore del Giappone feudale, una terra a prima vista dilaniata dall’incessante lotta tra clan rivali, ma che sotto la superficie cela minacce ancora più inquietanti.

Nella lunga campagna in terra d’oriente si incontreranno altri personaggi di origine storica, a partire dal celebre Hattori Hanzo, uno dei più fedeli servitori di Tokygawa Ieyasu, passando per altre figure note in Estremo Oriente come Ishida Mitsunari, Kuroda Nagamasa e Tachibana Muneshige. Peraltro in più occasioni si narra anche del condottiero Oda Nobunaga, ricordato per il suo tentativo di unificare il Giappone sotto al proprio dominio prima di essere assassinato nel 1582. Come è stato spiegato dagli sviluppatori, l’intenzione era quella di collocare il giocatore all’interno di un contesto che fosse allo stesso tempo storico e fantasy. Peraltro gli scenari e i combattimenti traggono ispirazione diretta anche da due pellicole cinematografiche fondamentali nella cultura nipponica del ‘900, ovvero I Sette Samurai (1954) e La Sfida del Samurai (1961) di Akira Kurosawa.

Terminato questo excursus di carattere contenutistico generale, tutto sommato necessario per mettere un minimo più a fuoco la lore del gioco, è possibile compiere qualche considerazione di massima sullo stile narrativo scelto dal Team Ninja. Come abbiamo detto, Nioh trae sotto vari punti di vista evidenti ispirazioni dal genere Soulslike. Anche in questo caso abbiamo a che fare con un background complesso, numerosi personaggi di cui non viene spiegato praticamente nulla e situazioni che, al di fuori della main quest, risultano per lo più oscure e poco interpretabili. Contrariamente ai titoli di From Software, dove l’occultamento delle informazioni e l’attività deduttiva sono sempre sembrate una specifica scelta di design, qui la difficoltà trae origine proprio dal limitato livello di consapevolezza del pubblico occidentale nei confronti della Storia, dei costumi e del folklore tradizionale di matrice giapponese.

 
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