Dishonored 2 è uno dei candidati al titolo di migliore videogioco dell'anno
Con Dishonored 2 Arkane Studios rimane fedele ai suoi principi e ci mette a disposizione un secondo capitolo ancora più esteso, raffinato e profondo. Nei panni di Emily Kaldwin o di Corvo Attano i giocatori possono sbizzarrirsi nell’identificare lo stile di gioco a loro più congeniale. Riuscirete a salvare Dunwall dall’oblio?
di Davide Spotti pubblicato il 28 Novembre 2016 nel canale VideogamesBethesda
Emily o Corvo: a chi ti affiderai per salvare il Regno?
Quindici anni, tanti ne sono trascorsi da quando Corvo Attano ha vendicato l’uccisione dell’Imperatrice Jessamine Kaldwin per mano di Daud e ha salvato la piccola Emily da un triste destino. La giovane ora siede sul trono delle Isole, protetta sotto l’ala vigile del padre, che nel frattempo è tornato a ricoprire il ruolo di Lord Protettore dell’Impero. La città di Dunwall ha superato da tempo la letale epidemia di peste che l’aveva messa in ginocchio negli anni passati, ma l’atmosfera vissuta a corte è comunque tesa a causa di vicende che stanno infiammando l’opinione pubblica del Regno. Un misterioso individuo, ribattezzato l’Uccisore della Corona, sta brutalmente assassinando i rivali politici dell’imperatrice, addossandole pesanti responsabilità e sospetti. La nuova avventura ha inizio proprio nel giorno delle celebrazioni per il quindicesimo avversario dell’uccisione di Jessamine. Emily e Corvo si apprestano a dare inizio alla cerimonia quando nella sala reale irrompe il Duca di Serkonos con una minacciosa coppia di meccanosoldati. Dalla portantina condotta all’interno della sala viene annunciata Delilah Kaldwin, sorellastra di Jessamine rimasta nascosta nell’ombra per anni. A Delilah bastano pochi istanti per chiarire lo scopo della sua visita: rivendicare il trono e destituire la nipote, utilizzando come pretesto gli incessanti omicidi degli oppositori politici.
I giocatori devono decidere se vivere gli avvenimenti con gli occhi di Emily oppure tornare nei panni di Corvo e risolverla alla vecchia manieraDopo questo breve antefatto il giocatore deve operare la scelta che avrà ripercussioni sull’intera durata dell’avventura, dovendo decidere se vivere gli avvenimenti con gli occhi di Emily oppure tornare nei panni di Corvo e risolverla alla vecchia maniera. Diversamente da altri titoli proposti nel recente passato – si pensi a The Witcher 3 o ad Assassin’s Creed Syndicate – in Dishonored 2 non è quindi prevista l’alternanza tra due protagonisti, ma si esprime una preferenza definitiva che esclude uno dei due soggetti per tutto l’arco della storia.
Non nascondiamo che ci sarebbe piaciuto poter vivere un intreccio più articolato, magari vedendo interagire i protagonisti tra loro con due percorsi intrecciati o parzialmente differenti, ma è chiaro che un’eventualità di questo tipo, per quanto esaltante, avrebbe richiesto molto più lavoro, delegittimando la composizione dei livelli e lo stimolo a giocare più volte le medesime mappe con approcci e strumenti diametralmente opposti. A seconda della situazione i due eroi dovranno mettere fuori gioco l’ufficiale della milizia che li ha traditi per poi fuggire dalla torre di Dunwall in cerca di risposte. La direzione più logica è la città esotica di Karnaca, dove l’Uccisore della Corona è stato avvistato l’ultima volta.
Già dal prologo si iniziano a ricevere tanti dettagli sulla lore, disseminati tanto nei testi quanto nei documenti audio. Alcuni di essi sono specificamente riferiti al primo Dishonored, mentre altri risultano molto utili ad ampliare il contesto culturale e politico delle Isole, che in verità era stato toccato solo marginalmente nel primo capitolo. In Dishonored 2 la propensione di Arkane per la narrazione implicita assume contorni ancora più massicci, sulla scorta di titoli imprescindibili come Bioshock, da sempre citato tra le principali fonti d’ispirazione per la creazione di questo franchise.
La propensione di Arkane per la narrazione implicita assume contorni ancora più massicci, sulla scorta di titoli imprescindibili come BioshockMa la differenza più evidente rispetto alla precedente esperienza, per lo meno sul versante strettamente narrativo, riguarda la caratterizzazione dei due protagonisti. Fedele alla tradizione dei giochi in prima persona, Dishonored ci poneva nell’ottica di un soggetto privo di voce. Per tutto l’arco dell’avventura Corvo non proferiva verbo, lasciando che fossero la sua lama e i letali poteri soprannaturali offerti dall’Esterno a parlare per lui. Viceversa Dishonored 2 ribalta le prospettive, Emily e Corvo iniziano ad interagire attivamente con l’ambiente che li circonda, assistiamo alle loro riflessioni a voce alta e ai dialoghi scambiati con gli altri personaggi.
Il doppiaggio italiano realizzato dai ragazzi di Synthesis si è dimostrato di buona fattura e appare in linea con l’atmosfera oscura che pervade anche questo secondo capitolo, a dispetto di una location dai colori più accesiArkane ha fatto tesoro dei feedback ricevuti dalla community, scegliendo di donare uno spessore psicologico ai suoi protagonisti. La scelta ha conseguenze tangibili soprattutto per quanto riguarda le riflessioni interiori e le deduzioni compiute da Emily e Corvo nella prosecuzione del loro viaggio. A più riprese capita che i due si pongano domande o facciano osservazioni coerenti con ciò che il giocatore sta effettivamente vedendo accadere sullo schermo. In questo senso il doppiaggio italiano realizzato dai ragazzi di Synthesis si è dimostrato di buona fattura e appare in linea con l’atmosfera oscura che pervade anche questo secondo capitolo, a dispetto di una location dai colori più accesi. La caratterizzazione di Corvo è piuttosto particolare ma a nostro avviso adatta a delinearne una personalità decisa e al contempo matura, così come abbiamo apprezzato la risolutezza e la tenacia di Emily.