I 22 migliori videogiochi dell'E3 2016
Abbiamo selezionato quelli che secondo noi sono i giochi presentati all'E3 che più faranno parlare di sé nei prossimi mesi. All'interno della rassegna non troverete quei titoli che sono stati solamente annunciati senza che sia stato mostrato qualcosa di concreto durante la fiera.
di Rosario Grasso, Davide Spotti pubblicato il 24 Giugno 2016 nel canale VideogamesMicrosoftSonyNintendo
Trials of the Blood Dragon
Trials of the Blood Dragon
publisher: Ubisoft
software house: RedLynx
piattaforme: PC, PlayStation 4, Xbox One
data di pubblicazione: 13 giugno 2016
Nel corso della conferenza Ubisoft dell’E3 2016 è stata annunciata l’uscita sul mercato di Trials of the Blood Dragon, singolare spin-off della serie arcade ideata da RedLynx. Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di portare a termine l’esperienza di gioco che, un po’ a sorpresa, si discosta in modo netto dai capitoli principali della serie, riducendo le componenti arcade e il livello di sfida per sostituirli con alcune contaminazioni di genere e qualche accenno di trama.
Chi ha giocato Far Cry: Blood Dragon ricorderà molto bene l’atmosfera che si respirava nel gioco, ricca di citazioni provenienti dai B-movie anni ’80. Pur trattandosi di una mod di Far Cry 3, Blood Dragon riuscì a farsi apprezzare dai fan e a ricevere una discreta considerazione anche presso la critica specializzata, non snaturando il contesto di gioco di riferimento. Il protagonista era Rex Power Colt, un cyber commando Mark IV incaricato di raccogliere informazioni su una potente arma di distruzione di massa, nel pieno di un conflitto nucleare. Trials of the Blood Dragon è cronologicamente collocato dodici anni più tardi e pone il giocatore nei panni di Rox e Slay Colt, due ragazzini impegnati in improbabili missioni a bordo di motociclette e altri veicoli improvvisati.
Il tentativo di adattare l’universo di Blood Dragon a quello di Trials, per quanto a prima vista allettante, non ci ha saputo convincere soprattutto per le discutibili scelte di design che sono state compiute. L’esperienza di gioco, oltre a risultare scarsamente longeva, è stata anche snaturata più del dovuto. Innanzitutto sono venuti completamente meno sia il generatore di tracciati che le funzionalità multiplayer, che erano tra i fattori di maggior successo dei precedenti episodi. In questo caso sono disponibili solamente 30 nuovi livelli – contro gli oltre 180 disponibili ad esempio in Trials: Fusion – intervallati da una serie di cutscene di dubbia utilità. La storia è stata infatti realizzata in modo approssimativo, la sua presenza limita non solo la quantità di tracciati coi quali cimentarsi ma anche il livello di sfida, certamente imparagonabile a quello dei capitoli principali.
L’unica forma di partecipazione con la community è relegata alla presenza delle leaderboard online, mentre i contenuti supplementari sono limitati alla presenza di un album di figurine collezionabili da sbloccare tramite le medaglie, all’interno di un hub centrale che riproduce la disordinata cameretta dei due pestiferi protagonisti.
A segnare una netta controtendenza rispetto al passato ci pensano i frequenti segmenti platform che intervallano le fasi a bordo della moto. In questi settori è possibile saltare, accovacciarsi dietro alle coperture e sparare tramite l’impiego della levetta analogica destra. Qualora si muoia la ripartenza avviene dall’ultimo checkpoint che è stato varcato, esattamente come avviene quando ci si trova in sella alla moto. In questo caso non è disponibile un cronometro che tenga traccia del proprio tempo, ma solo un conto alla rovescia, scaduto il quale si perderà la possibilità di accedere ai punteggi bonus. Al termine di ogni livello viene infatti assegnata una lettera, dalla A alla F, ed è indicato il punteggio minimo necessario per raggiungere il grado di valutazione successivo.
Peraltro a fianco delle motociclette capita di pilotare anche altri veicoli piuttosto improbabili, come il carrello di una miniera – semplicemente un quad modificato – un veicolo militare cingolato che ricorda tanto il Mako di Mass Effect e una bicicletta BMX. L’alternanza di soluzioni di gioco ci ha ricordato per certi versi l’approccio di un altro titolo arcade di successo come Velocity 2X, sebbene la qualità complessiva di Trials of the Blood Dragon si sia rivelata decisamente poco in linea con il titolo di FuturLab. Le fasi shooter richiamano gli shoot’em’up 2D tipici degli anni ’80 ma, mentre il controllo dell’arma da fuoco si è dimostrato sufficientemente fluido, lo stesso non si può dire per la reattività dei salti da una piattaforma all’altra, davvero troppo lenti rispetto agli input impartiti dal giocatore.
In definitiva Trials of the Blood Dragon rimane un episodio trascurabile. La proposta ludica si rivela infatti troppo ambigua per colpire nel segno, incapace di soddisfare sia chi abbia apprezzato lo spin-off di Far Cry, sia i fan della tradizionale interpretazione arcade tipica di Trials.