Recensione PES 2015: sulla buona strada per tornare ai vecchi fasti
La stagione 2014/2015 segna il ritorno in prima linea di Konami con la sua inedita versione next-gen di Pro Evolution Soccer. Gli ulteriori dodici mesi di sviluppo hanno permesso al team di implementare numerose novità e di rendere questo titolo molto più interessante di quanto non siano stati, da molti anni a questa parte, i suoi predecessori. Tutto questo avviene in concomitanza con i notevoli passi falsi compiuti da FIFA 15, che hanno contribuito a creare malumori tra i giocatori più attenti. Si avvicina la fine di un’epoca e il ritorno ai fasti del passato?
di Davide Spotti pubblicato il 27 Novembre 2014 nel canale VideogamesLe novità di quest’anno sul campo
Il sistema di gioco di PES 2015 presenta numerose innovazioni rispetto ai capitoli precedenti della serie e le scelte svolte da Konami ci sono apparse in buona sostanza azzeccate. La sensazione che si ha nel momento in cui si mette piede in campo è particolarmente positiva, per molti motivi. Là dove FIFA 15 ha mostrato il fianco, assumendo derive insensatamente arcade, snaturando la propria essenza e aumentando la velocità di manovra, il nuovo titolo della casa nipponica si esprime molto bene soprattutto per quanto attiene lo sviluppo delle trame di gioco, il possesso ragionato del pallone e la circolazione nel corso della manovra.
Prima del lancio Konami prometteva l’introduzione di un sistema di tiro completamente rinnovato, che avrebbe permesso un miglior controllo sulla direzione e la potenza da impartire al pallone, dando anche modo di avere una più marcata alternanza degli stili e delle meccaniche associate ai calciatori. Effettivamente se c’è una cosa che ci ha saputo convincere in PES 2015, questa è proprio la fisica della palla, così come la difficoltà nel dosare la potenza nei tiri dalla distanza e il funzionamento del tiro a giro. Grazie ai miglioramenti apportati alle funzionalità Final Pass sono anche state sfruttate nuove tecniche per garantire un comportamento più realistico nella circolazione del pallone, che si riflette nei soddisfacenti passaggi in profondità o nell’esecuzione dei cross. Il ritmo favorisce un risultato particolarmente in linea col gioco del calcio, soprattutto alla luce di una gestione del dribbling che rende difficile potersi districare in solitaria senza che questo metodo si riveli del tutto fallimentare.
Le meccaniche 1vs1 sono infatti state riviste dalle fondamenta, sia dal punto di vista offensivo che difensivo. Dal punto di vista dell’attacco la possibilità di saltare in modo diretto l’avversario viene affidata ad un doppio meccanismo, che coinvolge due pulsanti. Il grilletto destro del pad è sempre destinato al controllo della palla negli spazi, ma in questo caso è anche possibile puntare l’avversario attraverso la pressione del dorsale destro. In questo caso il giocatore rallenterà notevolmente il proprio avanzamento e porterà avanti il pallone con brevissimi tocchi. Imparare a dosare come si deve queste due meccaniche e saltare l’uomo con regolarità non è affatto facile, specialmente nel momento in cui vengono messi in atto dei raddoppi di marcatura. In sostanza viene maggiormente premiato lo scarico per il compagno e la ripartenza, piuttosto che l’azione in solitaria, come è anche giusto che sia. La tecnica del Close Control ha garantito invece l’inserimento di un miglior dosaggio della velocità e della progressione dei calciatori, e ne ha beneficiato in modo importante l’aspetto generale, sia per quanto riguarda i movimenti senza palla che per la corsa palla al piede.
Passando a discutere della difesa, il metodo di marcatura rimane di stampo tradizionale, pertanto è possibile mantenere la posizione in attesa delle scelte del proprio avversario, dirigersi con decisione verso il pallone in 1vs1 oppure propendere per il raddoppio di marcatura attraverso la pressione di uno dei pulsanti frontali. Sotto questo aspetto Konami si è dimostrata conservatrice, e volendo vedere è stata una scelta saggia, considerando che sono proprio le problematiche nel funzionamento della difesa a rappresentare uno dei principali punti deboli della concorrenza in questo momento. EA Sports ha infatti avuto il pregio di osare e introdurre, con il meccanismo di Real Defense, qualcosa che non si era mai visto prima in un titolo calcistico. E la dinamica ha pure funzionato, negli ultimi due anni, aggiungendo soprattutto una maggior sensazione di fisicità. Purtroppo, nel caso di FIFA 15, gli sbilanciamenti nella gestione dell’IA difensiva della propria squadra hanno determinato un’autentica inadeguatezza di questo sistema, che pure si era rivelato bilanciato fino allo scorso anno.
Parlando delle mancanze, una pecca nel sistema difensivo di PES 2015 è costituita proprio dalla scarsa sensazione di fisicità a cui ci eravamo abituati altrove. La marcatura sembra ancora troppo artificiale rispetto alla realtà, l’assenza di meccanismi come la possibilità di tirare la maglia dell’avversario non è di poco conto ed è qualcosa che salta immediatamente all’occhio durante le prime partite. Nondimeno, pur esente da innovazioni di rilievo e aderente alla tradizione, il meccanismo di difesa è bilanciato e permette di adottare le dovute strategie difensive, di coprire gli spazi come si deve, senza che possa apparire improbabile riuscire a fermare con un criterio plausibile l’avanzata dei Messi o Cristiano Ronaldo di turno.
Davvero ottime poi le animazioni dei tackle e la risposta che si riceve quando si entra decisi e col giusto tempismo sul pallone. Anche le animazioni dei portatori di palla sono davvero ben realizzate e danno modo di rendersi conto degli influssi positivi che l’impiego del FOX Engine sta avendo su questa produzione. Rimane infine il capitolo portieri. Anche in questo caso l’impressione è stata più che discreta, il comportamento dell’IA è quasi sempre in linea con lo svolgimento del gioco, raramente ci è capitato di vedere uscite insensate o irritanti smanacciate nel vuoto, anche se a nostro modo di vedere devono ancora essere svolti dei lavori di rifinitura su alcune respinte, soprattutto quando il pallone proviene dalla distanza. Durante le fasi preview Konami ha parlato di Full Pitch AI, nuova tecnica permessa dall’engine di gioco, che consente di gestire in modo più efficace l’intelligenza artificiale e di farla adattare a tutto quello che sta accadendo sul campo. Questi benefici si percepiscono in entrambe le fasi di gioco, i compagni non controllati cercano soluzioni, vanno negli spazi in modo efficace e soprattutto si aiutano l’un l’altro durante la marcatura, rendendo quindi più agevole avere sempre il controllo della situazione.
Un’altra novità collegata al campo – seppur in modo indiretto – riguarda la telecronaca. Dopo anni di tradizione, la stagione 2014/2015 apporta un’inversione di rotta, con Pierluigi Pardo che per la prima volta ha prestato la sua voce in FIFA, mentre Fabio Caressa è approdato alla corte di Konami, dopo otto anni di collaborazione con Electronic Arts. Inalterato invece il commento tecnico, affidato anche in PES 15 a Luca Marchegiani, ormai da tempo apprezzato opinionista nelle fila di Sky.