Forza Horizon 2: un arcade di guida con i controfiocchi per Xbox One
Questa volta il Festival Horizon sbarca in Europa, dividendosi tra l’Italia e il sud della Francia. PlayGround Games si conferma un team capace e dotato della giusta esperienza per ripresentare sul mercato un titolo arcade di ottimo livello, seppur in una formula ormai consolidata. Tra le principali novità spicca l’introduzione dei Drivatar in chiave open world, un comparto online rivisto e spiccatamente orientato alle dinamiche social, senza dimenticare le variazioni climatiche in tempo reale.
di Davide Spotti pubblicato il 26 Settembre 2014 nel canale VideogamesXboxMicrosoft
Il Festival Horizon investe l’Europa
Sono trascorsi poco meno di due anni da quando la neonata PlayGround Games ha portato sul mercato Forza Horizon. Con questa prima esperienza i veterani di Turn 10 decisero di mettere nelle mani di una software house giovane ma con individualità di spessore la produzione del primo capitolo in chiave arcade di Forza. Interpretabile come un passo laterale per la serie - come lo definimmo nella nostra recensione – aveva lo specifico obiettivo di fare concorrenza ad altri brand particolarmente noti, in particolare la riproposizione di Need for Speed Most Wanted firmata da Criterion (che peraltro non fece propriamente gridare al miracolo). L’obiettivo venne centrato appieno, tant’è che Forza Horizon si rivelò uno dei migliori titoli di guida proposti nel corso del 2012 e riuscì a guadagnarsi un posto di primo piano nel nutrito panorama racing della scorsa generazione.
Gli ottimi risultati conseguiti e i riconoscimenti ottenuti sia da parte del pubblico che della critica, hanno recentemente permesso a PlayGround Games di aggiudicarsi la palma di miglior nuovo studio. Il premio è stato consegnato in occasione dei Develop Awards, kermesse organizzata dall’omonima rivista dedicata allo sviluppo, che si sono svolti a Brighton nello scorso mese di maggio.
Nel frattempo Microsoft ha scelto di puntare nuovamente su questo prodotto e di mettere a punto due edizioni separate del gioco, destinate rispettivamente a Xbox One e Xbox 360. La prima, affidata alla stessa PlayGround, avrebbe dovuto mostrare le potenzialità della nuova ammiraglia, mentre la seconda, sviluppata da Sumo Digital, avrebbe permesso di raggiungere nuovamente la grande base installata che già si era cimentata con il primo capitolo. Dan Greenawalt, leader storico di Turn 10, ha sgombrato il campo da ogni dubbio asserendo che lo sviluppo non avrebbe risentito in alcun modo di questa scelta e anzi avrebbe consentito alle software house di condividere la tecnologia e le rispettive esperienze e capacità.
E’ stata poi operata una scelta mirata della nuova location all’interno della quale avrebbe dovuto svolgersi il gioco, un territorio affascinante e sufficientemente vario da poter sfoggiare le potenzialità del nuovo hardware. Proprio per questi motivi è stato scelto il sud dell’europa e in particolare alcuni territori caratteristici compresi tra l’Italia e il sud della Francia, mantenendo fede alla vocazione open world e garantendone una resa costante a 1080p.