Sniper Elite 3: torna il simulatore di cecchinaggio
Rebellion sposta il suo cecchino Karl Fairburne dal contesto europeo e prettamente urbano del precedente capitolo al fronte africano di questo Sniper Elite 3. Grandi spazi aperti, sabbia e calura sono i protagonisti di quello che promette di diventare la simulazione di cecchinaggio più accurata.
di Stefano Carnevali pubblicato il 16 Aprile 2014 nel canale VideogamesUn nuovo mondo
Come appare presto chiaro, però, il fiore all’occhiello di SE 3 è il mondo di gioco. Lo scenario africano, infatti, oltre a offrire una notevole ‘ventata d’aria fresca’ rispetto agli stra-abusati setting urbani, rende la vita del cecchino molto diversa (e più complicata) rispetto al passato.
In primis, gli spazi africani sono molto più ampi e ariosi di quelli conosciuti nei teatri bellici europei. Questo ha concesso e imposto a Rebellion di lavorare a un differente approccio di gioco: non più livelli ‘guidati’ e ‘a corridoio’ tra palazzi e macerie, ma ampie arene simil-open world, che presenteranno una molteplicità di vie percorribili e garantiranno la massima libertà d’azione all’utente che, finalmente, potrà decidere in modo assolutamente autonomo con che ordine completare gli obiettivi di ciascun livello.
Come ovvio, però, la vita del cecchino, in uno scenario più aperto e ‘piatto’, risulta particolarmente complessa. In questo modo, il giocatore dovrà pianificare ogni azione in modo molto più consapevole, sfruttando ogni strumento a disposizione di Fairburne per non fallire.
A onor del vero, il livello di Halfaya Pass – tra gole, caverne e villaggi abbandonati – si presenta non del tutto dissimile alle vie delle città europee esplorate nei precedenti capitoli della saga. Va anche detto, però, che l’ampiezza della mappa, lo sviluppo multilivello e multi accesso della stessa e la grande varietà di situazioni belliche offerte, si mantenevano assolutamente notevoli.