Xbox Game Pass sotto accusa: il fondatore di Arkane lo definisce 'insostenibile e dannoso per l'industria'

Il fondatore di Arkane Studios, Raphael Colantonio, attacca Xbox Game Pass definendolo un modello insostenibile che danneggia l'industria da anni. Condivide le critiche anche Michael Douse di Larian Studios. I due sviluppatori temono per l'impatto economico a lungo termine, pur riconoscendo un ruolo positivo per i giochi del catalogo storico.
di Manolo De Agostini pubblicata il 06 Luglio 2025, alle 11:01 nel canale VideogamesMicrosoftXbox
In seguito ai recenti tagli alla divisione gaming di Microsoft, si intensifica il dibattito sul ruolo e l'impatto del Game Pass sull'industria videoludica. A sollevare nuove critiche è Raphael Colantonio, fondatore di Arkane Studios (Arx Fatalis, Dishonored, Prey), secondo cui (la fonte sono alcuni suoi interventi su X) il servizio di abbonamento di Xbox danneggerebbe il settore da oltre un decennio.
Colantonio, oggi a capo di Wolfeye Studios, ha espresso le sue perplessità, definendo Game Pass un modello "insostenibile", sostenuto da quella che descrive come "l'infinita disponibilità economica di Microsoft". Secondo il developer, questa strategia starebbe cannibalizzando le vendite tradizionali e creando una distorsione economica non sostenibile sul lungo termine.
A sostenere la sua posizione è intervenuto anche Michael Douse, responsabile publishing di Larian Studios (Baldur's Gate 3), che ha confermato come all'interno dell'industria ci sia forte preoccupazione per gli effetti a lungo termine del modello Game Pass. In particolare, Douse ha sottolineato come molti sviluppatori, specialmente nel panorama indie, evitino il servizio proprio per timori legati alla perdita di ricavi da vendite dirette.
Le critiche si inseriscono in un contesto più ampio: sebbene Phil Spencer, CEO di Xbox, abbia dichiarato più volte che Game Pass sia un modello redditizio, i dati e le opinioni degli sviluppatori dipingono un quadro meno roseo.
Il tema centrale è la "cannibalizzazione" delle vendite, ovvero il rischio che la disponibilità dei giochi via abbonamento riduca sensibilmente l'acquisto diretto, con un impatto tangibile su sostenibilità e profittabilità, specie per i progetti indipendenti o non supportati da grandi editori.
Tuttavia, è emersa anche una visione più sfumata: sia Colantonio che Douse ammettono che Game Pass potrebbe funzionare come piattaforma di rilancio per giochi già usciti o appartenenti al back catalog (librerie pregresse o storiche, che dir si voglia), dove l'esposizione garantita dal servizio può estendere il ciclo vitale commerciale di un titolo senza interferire con il lancio iniziale.
Resta il fatto che, in una fase in cui Microsoft sta rivedendo le sue strategie nel gaming - con tagli, riorganizzazioni e un possibile spostamento di focus sull'intelligenza artificiale - le parole di due protagonisti rispettati del settore alimentano il dibattito sul futuro del mercato videoludico.
5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPenso anche io che Microsoft abbia una pessima gestione e soprattutto che Phil Spenser sia un totale incompetente in fatto di videogiochi.
Ma il punto è che Arkane Studio è lo studio che ha di recente realizzato quegli aborti di Redfall e Deathloop.
Ma imparassero prima a realizzare videogiochi seri prima di aprire bocca.
A criticare dovrebbero essere altri, non di certo Arkan Studio.
Penso anche io che Microsoft abbia una pessima gestione e soprattutto che Phil Spenser sia un totale incompetente in fatto di videogiochi.
Ma il punto è che Arkane Studio è lo studio che ha di recente realizzato quegli aborti di Redfall e Deathloop.
Ma imparassero prima a realizzare videogiochi seri prima di aprire bocca.
A criticare dovrebbero essere altri, non di certo Arkan Studio.
Deathloop ha un punteggio di 87-88-89 su Metacritic a seconda della piattaforma, quindi è un bel gioco. Se non ti piace è solo un tuo gusto personale e non la verità universale.
In merito alla tua valutazione su Deathloop, non sono per nulla d'accordo.
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