Recensione Reaper of Souls: è vero riscatto per Diablo?

Recensione Reaper of Souls: è vero riscatto per Diablo?

Anche il terzo capitolo della celebre saga targata Blizzard giunge puntuale all'appuntamento con l'espansione. L'uscita di Reaper of Souls rappresenta l'occasione di riscatto per la storica software house agli occhi di quegli appassionati rimasti delusi da alcune delle scelte implementate in Diablo III. Reaper of Souls è un'espansione e, come da policy di Gamemag per questo tipo di contenuto, non ha una valutazione sintetica. All'interno trovate anche la gallery di screenshot auto-prodotti.

di pubblicato il nel canale Videogames
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Comparto tecnico ed edizioni

Visto che parliamo di un'espansione, dedichiamo solo un piccolo paragrafo al comparto tecnico. Il nuovo quinto atto ci conduce in una serie di nuovi scenari che si incastrano alla perfezione con l'esperienza visiva del titolo principale, tuttavia con qualche evoluzione: l'atmosfera si fa più cupa e oscura, recuperando in parte quel "quid" malvagio che la nuova impostazione grafica aveva inevitabilmente perso rispetto al secondo capitolo, con il vantaggio di garantire una maggior longevità visiva. Ciascuno dei nuovi scenari possiede una struttura decisamente più complessa di quelle esplorate negli atti precedenti, con dungeon più numerosi e intricati, teatro di missioni secondarie più interessanti. Il design del Crociato è molto convincente, come pure la nuova serie di nemici, tutti inseriti con continuità naturale con il resto dell'equipaggio di gioco.

Abbiamo notato però qualcosa che ci è piaciuta meno. Le sequenze di intermezzo sono state realizzate in economia rispetto a quelle del titolo principale, e differiscono nello stile, ora decisamente meno evocativo. La differenza è lapalissiana se confrontate il filmato introduttivo del Crociato e le sequenze di intermezzo: quello introduttivo mostra lo stesso magnifico stile apprezzato nel titolo principale, ovvero quella sorta di acquerelli e chine animate (artisticamente eccelsi), segno evidente che il filmato è stato prodotto nella fase iniziale dello sviluppo assieme agli altri. I filmati di intermezzo dell'espansione, invece, sono evidentemente frutto di una produzione più recente, meno entusiasmanti (più statici e meno curati) e uguali per tutte le classi. Altri piccoli dettagli che rivelano economia (o fretta) sono alcuni NPC diversi con lo stesso ritratto nelle schermate di dialogo, perfino due soldati situati l'uno di fronte all'altro, ma ci rendiamo conto che sono sottigliezze. Quello su cui non si è risparmiato di certo è il filmato introduttivo (quello diffuso come trailer di gioco), che come sempre è spettacolare, dotato di una qualità cinematografica e una cura maniacale, mentre quello finale mi ha lasciato l'amaro in bocca, in quanto non realizzato in full-motion, ma con la stessa tecnica delle scene animate di intermezzo. Il rimando ad una futura espansione in questa ingenua incompletezza c'è tutto.

Qualche parola anche sul comparto audio. Se il parco effetti si arricchisce in continuità con quanto già ascoltato in precedenza, le musiche di gioco del V atto sperimentano qualcosa di nuovo: meno pompose in alcuni frangenti, ma più d'atmosfera, intimiste in certi casi. Girando per le strade straziate di Cuor della Marca, pressoché deserte e colme dei cadaveri lasciati da Malthael, saremo in parte accompagnati solo da un violino, che riesce bene a comunicare tristezza e desolazione. Ancora ottimo il doppiaggio originale, molto buono anche il doppiaggio italiano: se non erro, per qualche voce il doppiatore è cambiato, ma i sostituti sono stati scelti adeguatamente e le differenze sono quasi impercettibili.

Inoltre, vorrei poter lanciare da queste pagine un appello a Blizzard su una scelta narrativa reiterata anche nell'espansione, che ritengo arrechi danno all'atmosfera del gioco: i Boss non devono essere anticipati tramite visioni o comparse prima dello scontro finale! Sia nel gioco principale, con Azmodan e Diablo, che nell'espansione con Malthael, è un continuo di apparizioni, messaggi mistici, dialoghi a distanza del boss finale, ma questo spegne quell'aura di mistero e inquietudine di cui erano capaci i boss dei precedenti capitoli. Ricordo ancora vividamente lo scontro con Duriel in Diablo II: trovata con fatica la Tomba di Tal Rasha, nello spazio di qualche metro quadro, immersi nell'oscurità, ci ritrovavamo da soli a tu per tu con un ignoto colosso di violenza e velocità, impersonificazione del dolore, che incuteva davvero paura. Sarebbe bello che in futuro Blizzard tornasse a rappresentare la paura come un tempo, e Reaper of Souls è una virata verso atmosfere più dark e cupe, che abbiamo apprezzato, ma si deve proseguire in questa direzione.

L’espansione di Diablo III conferma l’utilizzo dell’always on-line, sistema indigesto per i motivi a suo tempo descritti nella recensione del titolo principale, ancor più detestabile se pensiamo che su console è possibile giocare off-line e in multiplayer locale e su PC no. Dobbiamo però ammettere che con Diablo III la pirateria è stata praticamente azzerata. A sostegno di queste riflessioni, proviamo a fare i conti in tasca a Blizzard. Sappiamo che nel 2013 Diablo aveva venduto oltre 12 milioni di copie (Activision Blizzard Q4 2012 Earnings Report - febbraio 2013) e nel 2014 oltre 15 milioni di copie (Investor’s Call - febbraio 2014). Siccome il dato del 2013 riguardava solo la versione PC (era precedente all'uscita su console) e quello del 2014 include le vendite PS3 e XBox 360 (ma non è stato dettagliato), ipotizzando una crescita limitata del dato PC (da ritenersi abbastanza stabile al 2013) possiamo stimare il numero di versioni console vendute intorno ai due milioni circa, contro i 13 circa della versione PC.

Un dato del genere, oltre ad indicare che la versione console è stata un mero diversivo (il target di Blizzard resta evidentemente il PC), giustifica la scelta dell'always on-line, senza il quale (diciamoci la verità) il record di vendite sarebbe stato nettamente più sobrio.

E a dieci giorni dal debutto dell’espansione, i numeri danno ancora ragione a Blizzard: oltre 2,7 milioni di copie vendute in una sola settimana, server molto affollati, qualche coda in accesso a BattleNet durante il weekend, ma senza le tragedie di due anni fa.

Passando in rassegna le varie edizioni con cui è stato pubblicato il gioco, a parte le solite versioni digitali e retail base, si fa notare la Collector's Edition di Reaper of Souls, replica nelle dimensioni dell'edizione da collezionisti del titolo principale, da cui differisce nel colore, oscura e metallica, contro la precedente bianco avorio. La grande confezione, oltre a contenere il dvd dell'espansione (un'eseguibile di 2,8 Mb, visto che i dati di gioco sono presenti nella patch 2.0.1), contiene un doppio dvd/blu-ray del Dietro le quinte, il CD della colonna sonora di Reaper of Souls, un libro dedicato alla realizzazione artistica (alcune pagine sono predisposte per la realtà aumentata, da visualizzare con apposita app Android/iOS), contenuti di gioco esclusivi (meramente estetici) e un tappetino del mouse che raffigura Malthael. Rileviamo che la precedente Collector's Edition era decisamente più sontuosa, con la bellissima miniatura di Diablo e la penna USB a forma di pietra delle anime (comprensiva della versione completa di Diablo II), in ogni caso i collezionisti non si lasceranno scappare nemmeno questa seconda edizione...

 
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