The Banner Saga: un elegante viaggio in un mondo disegnato a mano

The Banner Saga: un elegante viaggio in un mondo disegnato a mano

Dopo The Old Republic, un trio di sviluppatori Bioware decide per un salto nel vuoto, affacciandosi su Kickstarter per raccontare una storia di ambientazione Vichinga - senza corna sugli elmetti - con un approccio maturo ed un combattimento tattico a turni a far da collante. Sarà valsa la pena di intraprendere questo viaggio?

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Un passo alla volta

Oltre la componente di avventura testuale, sono presenti meccaniche di gioco più classiche e familiari. Dalla gestione delle risorse della carovana - a dir la verità piuttosto semplice, le scorte di cibo durano per un numero di giorni inversamente proporzionale alla dimensione della carovana e rimanendone privi inizieranno ad esserci delle morti a causa della fame e del freddo, abbassando di conseguenza anche il Morale - al combattimento tattico a turni, accompagnato dalla crescita dei personaggi che sceglierete di coinvolgere nelle vostre battaglie: sarete infatti chiamati a comporre una squadra di cinque elementi, scelti a partire dai tanti avventurieri che avranno la fortuna di unirsi a voi.

Ogni personaggio è definito da una classe (che include due abilità, una attiva e una passiva, l'arma utilizzata ed i valori massimi raggiungibili dalle varie statistiche) e da una serie di valori che potrete andare ad aumentare nel corso dell'avventura. Tre di questi sono più evidenti, e mostrati anche durante il combattimento vero e proprio: l'Armatura (Armor), ovvero la quantità di danno che viene assorbita ad ogni colpo ricevuto. La Forza (Strength), che rappresenta sia la capacità di infliggere danno, sia i punti ferita a disposizione. La Volontà (Willpower), che invece viene spesa per utilizzare le abilità speciali, muoversi di caselle extra o aumentare il danno inflitto dai colpi normali. Altre due sono meno visibili, ma non meno importanti: Spezza Armatura (Armor Break), ovvero la capacità di ridurre l'armatura avversaria, e Sforzo Fisico (Exertion) che indica la quantità di volontà spendibile per singolo attacco.

Descriverlo è probabilmente più complesso che giocarlo: semplificando, si basa su due equilibri fondamentali. Tanto più si riduce l'armatura dell'unità nemica, tanti più danni si potranno poi infliggere con i propri attacchi. Tanto più un'unità subisce danni, tanti meno sarà in grado di infliggerne. Il risultato è un sistema interessante, non scontato, che si presta a molteplici valutazioni tattiche, conferisce notevole importanza al movimento ed al posizionamento ed è in grado di offrire una sfida soddisfacente già al livello di difficoltà di partenza. I turni vengono gestiti in maniera alternata ed indipendente dal numero delle unità in campo, riducendo l'effetto di una disparità numerica ed aprendo di conseguenza la strada a possibili ribaltoni da situazioni che sembravano disperate.

Dopo ogni battaglia vinta, avrete a disposizione una quantità di Fama (Renown) che potrete utilizzare per far crescere di livello i personaggi con sufficienti uccisioni sulla coscienza. Ogni livello (il massimo è 5) consente di assegnare in maniera definitiva due punti, divisi tra le varie statistiche esaminate in precedenza, e garantisce la possibilità di utilizzare oggetti (che potrete trovare come risultato di eventi durante l'avventura, oppure acquistare nei vari mercati degli insediamenti che attraverserete) della qualità corrispondente - soltanto uno, per ogni personaggio, anch'esso da scegliere accuratamente per aumentare l'efficacia dello schieramento da battaglia. Una struttura decisamente in controtendenza rispetto a molte altre recenti, colme di livelli, oggetti e tratti - semplice e diretta, comunque ben pensata e funzionale al risultato.

Eventuali unità cadute in battaglia - a meno che non si giochi ad Easy - avranno bisogno di qualche giorno di riposo (e relative risorse della carovana consumate) per riprendersi: possono essere comunque schierate, ma partiranno con le statistiche più basse a causa delle ferite non recuperate. Considerando che non c'è modo di curare in battaglia, è un problema non da poco con cui fare i conti.

La pecca maggiore di questo aspetto del gioco, comunque divertente, interessante e ben integrato, è la varietà dei nemici. Sono in effetti presenti vari tipi di avversari, ma in molti casi le differenze sono abbastanza sottili da essere poco rilevanti ed - in alcuni casi - non sufficientemente evidenti a schermo. Anche l'interfaccia può suscitare qualche perplessità iniziale, che svanisce dopo un paio di battaglie appena ci si fa l'abitudine.

 
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