Intervista a Dino Dini, il padre dei giochi di calcio con Kick Off
L'intramontabile autore di Kick Off e di Goal ha risposto alle nostre domande, raccontando le origini di quei giochi di calcio e il perché dell'abbandono del mondo dei videogiochi, non esitando a nascondere una certa frustrazione per come è diventata oggi l'industria del videoludo.
di Rosario Grasso pubblicato il 20 Maggio 2013 nel canale VideogamesKick Off e Goal
Chi non ha mai sentito parlare di Kick Off e di Dino Dini lasci subito le pagine di Gamemag! È uno scherzo, chiaramente, ma vuole trasmettere quanto siano stati importanti questi giochi per l'evoluzione del genere sportivo, e calcistico nella fattispecie. I più moderni giochi di calcio insomma affondano le origini in quelle che oggi sembrerebbero delle primordiali simulazioni, mentre proprio Kick Off fu uno dei primi giochi a introdurre la simulazione realistica del controllo del pallone.
Dino Dini è nato il 5 giugno 1965 a Bristol, in Gran Bretagna, da una famiglia di origini italiane, come suggerisce il suo stesso nome. Fin da bambino, Dino si è interessato allo sviluppo di videogiochi, visto che il suo primo titolo in assoluto risale a quando aveva 13 anni. Si trattava di un videogioco per l'home computer Acorn System 1.
Nel 1989, ANCO, un publisher di videogiochi piuttosto in voga in quel momento, commissionò a Dino Dini la realizzazione di un videogioco di calcio. Fino a quel momento avevano fatto parte del genere dei titoli estremamente approssimativi, che non riuscivano a catturare il fascino di questo sport anche perché non realistici. Dino non era un appassionato di calcio, ma riuscì comunque a realizzare una simulazione calcistica accurata e realistica e con vista dall'alto, che fu chiamata proprio Kick Off.
Kick Off, che fu rilasciato nei formati Amiga e Commodore 64, meravigliò tutti soprattutto per la simulazione avanzata della palla. Chiaramente non dovete fare un confronto con i titoli di oggi, ma per la prima volta in un gioco di calcio la palla non rimaneva inerte, quando era agganciata ai piedi dei calciatori. Aveva, piuttosto, un suo comportamento autonomo e reagiva realisticamente a varie forze. Grazie a questo, e ad altri fattori come l'immediatezza del gameplay e la grafica, Kick Off ottenne un grandissimo successo.
Nel 1990 Dino Dini produsse altri due titoli che sarebbero rimasti nella storia: Player Manager e Kick Off 2. Il primo aggiungeva degli elementi di managerialità, consentendo di gestire un team di calcio in molti aspetti. Mentre Kick Off 2 migliorava il gioco precedente, aggiungendo la possibilità di gestione dei campionati.
Tre anni dopo Dini lascia ANCO e comincia a lavorare per Virgin Games, il principale produttore di videogiochi in quel periodo. La licenza rimase di proprietà di ANCO, per cui il suo nuovo gioco di calcio avrebbe dovuto prendere un altro nome. Venne scelto, semplicemente, Goal! Questo gioco migliorava ulteriormente Kick Off, pur mantenendone inalterato il feeling di base, e si contraddistingueva ancora una volta per una qualità notevole. In quell'anno ci fu anche Dino Dini's Soccer per SNES e Sega Mega Drive.
Dopo questi successi, Dini passò a MicroProse, per quale iniziò la produzione di un nuovo titolo di calcio. Purtroppo, però, in quegli anni MicroProse affrontava una complessa crisi societaria e il progetto fu abbandonato. Nel 1996 il game designer inglese si trasferisce negli Stati Uniti, per fare esperienza nelle grandi realtà aziendali del settore. Lavora con Z-Axis per Three Lions (titolo che si riferisce al simbolo della Nazionale inglese), gioco conosciuto anche con il nome di Alexi Lalas International Soccer.
Sarebbero stati anni molto intensi per Dino, visto che lavorò nella produzione del film Monster Movie, e collaborò con 3DO, Nintendo e Sony a vari progetti, tra cui Vegas Games 2000 per Playstation, Army Men Sarge's Heroes per Nintendo 64 e Family Game Pack ancora per Playstation. Dopo una collaborazione infruttuosa con THQ, e un progetto abbandonato per ristrettezze economiche, Dino torna in Inghilterra, dove avrebbe fondato Abundant Software e collaborato anche con l'italiana Trecision.
Ma questa software house fallisce nel 2003 e quindi Dini portò a compimento il suo progetto con il sostegno dei DC studios di stanza a Bristol. Il gioco si sarebbe dovuto chiamare Total Control Football e avrebbe dovuto competere addirittura con Fifa e Pro Evolution Soccer, che nel frattempo avevano conquistato lo scettro nel settore dei giochi di calcio. Ci furono dei tentativi di fare hype su questo gioco, con diverse presentazioni stampa, ma il progetto non fu supportato dall'industria e gli stessi DC Studios non riuscirono a sostenerlo come serviva. All'inizio del 2006 si scelse il nome definitivo di Dino Dini's Soccer, come i famosi titoli degli anni novanta, ma in realtà quel gioco non vide mai la luce.
"L'industria non me lo avrebbe permesso alle mie condizioni", ci ha detto Dino, nell'intervista che trovate nella pagina successiva, quando gli abbiamo chiesto perché ha smesso di produrre videogiochi. Evidentemente l'ultima esperienza che abbiamo raccontato è stata un'esperienza molto amara per lui, che ha dimostrato ancora una volta come l'industria dei videogiochi sia estremamente esigente dal punto di vista dei guadagni e come non sia in grado di premiare le produzioni più innovative che però non garantiscono incassi sicuri.
Nell'aprile 2012, Dino ha annunciato che avrebbe abbandonato l'idea di produrre un remake di uno dei suoi giochi, dedicandosi alla musica, la sua seconda grande passione. È, infatti, musicista, compositore e cantante, oltre che acclamato autore di videogiochi. Il resto lo conoscerete attraverso le sue parole.