League of Legends: una guida per il MOBA più giocato
Vi proponiamo una guida per 'novizi' di League of Legends, con lo scopo di affascinare i giocatori con l'universo del titolo free to play di Riot Games, e aiutarli a comprendere le meccaniche di base del MOBA ideato da Steve Feak, conosciuto come Guinsoo. Per la realizzazione di questa guida ci siamo avvalsi del supporto del nostro prezioso collaboratore Marco Fiore, e del pro-gamer Mattia Rosselli (nickname malgax92), che ha partecipato alla finale della Coppa Go4IT di Esl.
di Marco Fiore, Rosario Grasso pubblicato il 04 Aprile 2013 nel canale VideogamesMultiplayer online battle arena
Action real-time strategy, un sotto genere degli RTS, o più semplicemente, appunto, MOBA, Multiplayer online battle arena. Si tratta di uno stile di gioco nato in maniera indipendente, senza che sia stato foraggiato dagli ingenti capitali delle major, che vede i giocatori divisi in due squadre. Ognuno dei giocatori prende il controllo di un campione con l'obiettivo di penetrare nella base avversaria e distruggerne il Nexus, ovvero l'edificio principale della base, il tutto mentre ondate di mini-soldati controllati dall'IA, i 'minion', proseguono in maniera imperterrita verso il Nexus stesso seguendo una serie di strade principali che collegano le due basi.
Nonostante la natura indipendente di questo genere, sembra che oggi il MOBA sia una delle tipologie di gioco più giocate in assoluto: insomma si potrebbe dire che LoL e soci (per citare i più famosi ricordiamo Heroes of Newerth e Dota 2) sono il World of Warcraft dei nostri giorni. A differenza di un MMORPG, si tratta di titoli più immediati, perché la progressione degli eroi o, meglio, Champion, è limitata alla singola partita ma non per questo sono giochi meno complessi o meno skill-based. Anzi, si potrebbe dire che i MOBA games sono tra i giochi più skill-based in assoluto.
Benché ci fossero esperimenti precedenti, come Aeon of Strife, una mappa personalizzata per Starcraft, il genere MOBA acquisisce la popolarità che oggi gli si riconosce con Defense of the Ancients, la celebre mappa per Warcraft III Reign of Chaos e The Frozen Throne. L'autore di quella mappa, conosciuto come Icefrog, lascia il timone a Steve "Guinsoo" Feak, che è alla base della creazione di Dota Allstars. Guinsoo, insieme a Steve "Pendragon" Mescon, l'amministratore dell'ex supporto ufficiale della mappa, fu contattato proprio da Riot Games, per un nuovo progetto indipendente, appunto League of Legends.
Guinsoo usa il Dota originale come base, ma aggiunge diversi contenuti personalizzati e decide che il roster di eroi disponibili deve essere molto più ampio. Ci sono vari cambiamenti nel gameplay e soprattutto una base artistica non indifferente: per ogni Champion non mancano, infatti, schizzi e bozzetti, oltre che un lore dettagliato che collega in qualche modo molti campioni tra loro. Tutto ciò conferisce a LoL una dimensione alternativa e artistica, squisitamente fantasy, un immaginario che accompagna tutti i giocatori in ciascuna delle sessioni di gioco e che risulterà la chiave di un successo talmente grande da coinvolgere un enorme pubblico sia maschile che femminile.
LoL è dunque un gioco a sé stante, che da una parte è basato su Dota, ma dall'altra presenta una motore grafico proprietario, mantenendosi indipendente rispetto a qualsiasi altro gioco. Insomma, è la consacrazione del suo genere: il MOBA ha bisogno di un esponente che viva di vita propria. LoL ha un suo client di gioco, ha aggiornamenti che vengono veicolati indipendentemente da altri software e ormai una struttura capillare, con un'organizzazione in Season e strumenti in-game avanzati. Si può dire, da questo punto di vista, che gli strumenti in mano ai giocatori e la struttura delle Season e della ladder sono allo stesso livello qualitativo di titoli come Starcraft 2, specialmente nella visione delle partite.
Riot Games è stata fondata da Brandon Beck e Marc Merrill proprio con l'obiettivo di portare il genere MOBA in auge, per cui ben presto i due raggiungono un accordo con i già citati Feak e Mescon. La software house apre nel 2006 e oggi conta 40 dipendenti, tutti al lavoro su League of Legends. Parte di questi dipendenti si occupa di revisionare il gioco e di ottimizzare la piattaforma tecnologica su cui è basato, mentre altri badano alle relazioni con la community.
Oggi League of Legends è considerato come uno dei videogiochi in assoluto più giocati, alcuni dicono addirittura che è il numero uno in questa classifica. Secondo i dati divulgati da Riot Games, 70 milioni di giocatori si sono registrati a LoL, mentre 32 milioni di giocatori accedono ai server di gioco ufficiali almeno una volta al mese. 12 milioni di utenti giocano ogni giorno a League of Legends, e complessivamente accumulano un miliardo di ore giocate per mese. Ci sono 6,5 milioni di morti in un giorno, ovvero 75 morti per ogni secondo. Oltre il 90% dei giocatori di LoL sono maschi, l'85% ha tra 16 e 30 anni e il 60% è iscritto o ha completato il college.
Si può dire che LoL sia diventato un vero e proprio tormentone, un fenomeno di massa apparentemente inarrestabile. Sempre più persone di ogni età, sesso, etnia, religione, dalle scuole medie ai licei, dall'università fino al mondo lavorativo, si aggregano in tutto il mondo per giocare e parlare della loro esperienza di League of Legends. Molti dei nostri lettori rivedranno sicuramente in queste parole la loro esperienza quotidiana, con amici vecchi e nuovi che passano le serate a giocare o a raccontare di epiche vittorie o di sonore sconfitte (col disappunto di alcune fidanzate non interessate ai giochi o l'interesse di altre che invece hanno gradito LoL).
League of Legends è un prodotto free to play, nel senso che vi si può accedere senza pagare alcunché. Tutti i Champion possono essere riscattati in due modi: o utilizzando la valuta reale per acquistare Riot Points, utilizzabili poi per acquistare ogni campione, runa, skin nel gioco; o utilizzando gli Influence Points, una seconda valuta virtuale ottenibile semplicemente giocando. Rimane anche la possibilità di personalizzare i Champion con skin speciali, anch'esse acquistabili con valuta reale, rendendo quindi l'esperienza di gioco e il campione utilizzato qualcosa di personale e personalizzato. Ma se si ha pazienza, si è bravi e si gioca costantemente, LoL rimane sempre completamente gratuito, e non c'è modo di avvantaggiarsi spendendo soldi veri, principalmente per il fatto che l'esperienza di gioco e la progressione sono confinate a ogni singola partita.
Questo nuovo approccio al free to play è stato il vero asso nella manica di LoL: i ragazzi di Riot hanno saputo trovare il giusto equilibrio tra micro-transazioni e gratuità, garantendo da un lato tutto ciò che serve per diventare i migliori al mondo a tutti i giocatori, e offrendo però allo stesso tempo delle skin talmente accattivanti, di tale qualità e con così tanti riferimenti al mondo del cinema, dello sport, dei videogames, da riuscire a conquistare milioni di giocatori. Se pensiamo che, grazie a questo unico sistema di micro-transazioni, Riot è cresciuta al punto da poter gestire server in tutto il mondo, da poter creare la propria infrastruttura per gli e-sports, da poter assumere le squadre più forti del mondo per farle competere dal vivo in un vero e proprio campionato giocato ogni sabato e domenica della settimana con tanto di esperti, commentatori, premi milionari, ci si rende conto di come questa visione del free to play sia senz'altro vincente e, senza dubbio, la migliore al momento sul mercato videoludico.
LoL è, insomma, un qualcosa che nasce da Blizzard, e che oggi ha un successo fenomenale senza che Blizzard possa più controllarlo, addirittura andando a togliere giocatori all'universo della software house californiana, visto che molti aficionados di WoW si stanno spostando su LoL. Quest'ultimo non è costruito direttamente su tecnologia Blizzard, ma ripropone lo schema di gioco di Dota in maniera pressoché pedissequa. Una cosa simile, inoltre, accade anche con Dota 2, ormai nelle mani di Valve. Dopo una lunga diatriba, Blizzard ha fatto un passo indietro e ha lasciato a Valve la libertà di utilizzare commercialmente il marchio Dota. Realizzerà invece il suo MOBA proprietario, una mod di Starcraft II, chiamato Blizzard All-Stars.