Pro Evolution Soccer 2012: continua la rincorsa di Konami
Il nuovo titolo calcistico di Konami introduce alcune migliorie interessanti, tra cui la presenza dell’Active IA e del Teammate Control, volti a restituire un maggior senso di realismo rispetto al trend delle precedenti edizioni. Il risultato è soddisfacente, anche se il gioco della casa di sviluppo nipponica deve fronteggiare un FIFA che ogni anno riesce a rinnovarsi e a stupire sempre più.
di Davide Spotti pubblicato il 14 Ottobre 2011 nel canale VideogamesNovità di gameplay: Active IA e Teammate Control
Tra le principali trasformazioni che erano state promesse da Konami per PES 2012, spiccava nello specifico l’inedito sistema di gestione dell’Intelligenza Artificiale, indirizzato a favorire il gioco di squadra e a garantire pertanto una fluidità maggiore della manovra e dei fraseggi, una più ampia gamma di scelte nello smistamento del pallone e, in linea di principio, un incremento del grado di realismo rispetto agli episodi precedenti, identificati da una buona fetta di critica e pubblico come eccessivamente arcade, ma soprattutto supportati da meccaniche di gioco ormai superate.
Grazie all’utilizzo di nuovi algoritmi sono infatti state applicate nuove meccaniche alla gestione del pallone, consentendo di padroneggiare all’occorrenza non soltanto i movimenti del giocatore che sta portando palla, ma anche i tagli e gli inserimenti dei compagni. Nelle intenzioni di Konami questo tipo di approccio dovrebbe mettere in condizione la squadra gestita dal giocatore di comprendere ciò che sta avvenendo in campo, comportandosi di conseguenza e accrescendo le opportunità di raggiungere la porta con azioni avvolgenti, rapide e tecnicamente interessanti. Anche la difesa si avvale di questa struttura, funzionando in maniera più ordinata e compatta rispetto al passato e offrendo una maggior affidabilità soprattutto in fase di ripiego.
Il “Teammate Control” è strettamente collegato al miglioramento dell’IA dei propri compagni di squadra, almeno per quello che riguarda la sua fase automatica. Esistono infatti due differenti approcci possibili: il primo, più immediato e basilare, prevede la gestione automatica dei movimenti della squadra da parte della CPU, senza quindi alcuna intermediazione attiva da parte del giocatore. Il secondo approccio viceversa prevede la gestione manuale di tutti gli spunti e gli inserimenti messi in atto dal resto della squadra mentre un compagno sta portando avanti la palla, attivabile all’occorrenza tramite l’utilizzo della levetta destra del pad. Compiere brevi scatti, tagli in diagonale o ad allargarsi verso le fasce, può rivelarsi molto utile per rendere la manovra più offensiva e determinare il risultato. Va detto peraltro che l’utilizzo contemporaneo delle due levette per impartire i movimenti corretti di due giocatori all’unisono si rivela a tratti macchinoso e non efficace come potrebbe apparire nelle premesse.
Nonostante gli sforzi profusi dalla casa di sviluppo nipponica per cercare di sopperire alle carenze lamentate in passato dagli appassionati, ancora una volta è evidente come i movimenti dei calciatori seguano l’abituale struttura su binari. E’ pressoché superfluo sottolineare che questo genere d’impostazione è sempre meno al passo con i tempi, specialmente tenendo in considerazione gli ulteriori passi in avanti compiuti dal rivale FIFA quando si parla di fluidità, libertà di movimento, realismo nella gestione dei contrasti e in generale delle animazioni. Tutti coloro che abbiano avuto l’occasione di testare con mano il nuovissimo “Impact Engine” possono comprendere molto facilmente di cosa si stia parlando. PES 2012 dimostra in questo senso di sapersi migliorare rispetto all’anno scorso, ma risulta come d’abitudine inevitabilmente ridimensionato allorquando lo si metta a confronto con il blasonato rivale.
Anche per quanto riguarda la naturalezza e la concatenazione dei passaggi, il nuovo capitolo di Electronic Arts appare evidentemente superiore, privilegiando un dinamismo e una necessaria gestione del pallone che nel gioco di Konami non si evidenzia con la medesima forza. La sensazione, ad una prova comparativa, è quantomeno chiara ed evidente.