Le indagini e gli interrogatori di L.A. Noire
Dopo il brand che ha reso Rockstar celebre nel mondo, ovvero il pluridecorato Grand Theft Auto, e dopo la novità di setting (ma non di gameplay) di Red Dead Redemption, questo L.A. Noire nasce con un immenso interrogativo alle sue spalle. Sarà un gioco sui generis, con un gameplay dedicato allo scopo che gli sviluppatori si sono prefissi, oppure sarà un nuovo sosia di Gta basato più che altro sul freeroaming?
di Jonathan Russo pubblicato il 13 Giugno 2011 nel canale VideogamesGrand Theft Auto
Conclusioni
Il giudizio finale su L.A. Noire è positivo ma non entusiasta. Il titolo Rockstar ha il grande pregio di portare sulle nostre console qualcosa di unico, dietro cui è impossibile non notare un forte impegno e una grande dedizione da parte degli sviluppatori.
I padri di Gta volevano permettere ai giocatori di fare qualcosa che nessun altro titolo recente permette di fare, e cioè interpretare i panni di un investigatore, indagare sui casi in perfetto stile Csi, aggiungendoci in più il tocco di classe dell’ambientazione retrò. Se cercate queste emozioni e volete provare questo tipo di gioco, L.A. Noire è la vostra unica scelta. Ed è indubbio che Team Bondi abbia fatto sforzi non indifferenti per inventarsi un sistema di gioco che desse la non facile possibilità di cimentarsi nell’impresa di diventare dei novelli Sherlock Holmes. Purtroppo però il risultato è buono solo a metà, perché nonostante lo sforzo sia apprezzabile e l’esperienza finale di L.A. Noire non sia male, i limiti delle meccaniche e dell’impostazione ideata dagli sviluppatori sono grossi ed evidenti.
A questo si aggiungono altri due difetti, ovvero uno script molto poco ispirato (sia in generale, sia nei vari aspetti specifici del gioco) e quella sensazione di inadeguatezza causata dalla presenza del tipico sistema di gioco à la Gta, sistema che proprio non c’entra nulla e sembra solo coprire la mancanza di idee (o di volontà) per dare a L.A. Noire un’infrastruttura di fondo originale.
Detto questo, la valutazione finale dipende da quanto siete disposti a perdonare a un gioco che, ripetiamo, offre nel bene e nel male un’esperienza unica di gioco. E’ indubbio che basta la curiosità nel provare qualcosa che si discosta finalmente dai soliti generi triti e ritriti per dare una carta esci-gratis-di-galera a L.A. Noire, e insomma se anche l’esperimento di Rockstar non è riuscito al 100 per cento, il risultato è comunque di buon livello e il fatto stesso che una software house si impegni nel portare un po’ di novità è una notizia da accogliere con ammirazione.
L’ideale sarebbe stato staccarsi del tutto dagli schemi del passato e creare tutto L.A. Noire da zero, magari prendendo spunto da altri giochi che pur non essendo concettualmente simili potevano dare qualche ispirazione per un gameplay più convincente e di maggiore impatto (penso, ad esempio, a Heavy Rain).
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSe volete un gioco NOIRE d'investigazione con i fiocchi e vi piace l'ambientazione procuratevi Black Dahlia, non il (brutto) film, ma il gioco del '98; non c'è paragone con L.A. noire.
Poi avrei giocato di più sull'aspetto emozionale dell'interrogatorio con la possibilità di poter bluffare o intimidire gli indagati.
c'è già, l'inseguimento a piedi(con tanto di salti vari) e in auto.
non ci sono indagini preliminari in questo gioco, ma si segue il fatto "gia avvenuto" :-(
c'è già, ed è automatica, è l'opzione "Dubbio"
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