Red River, Operation Flashpoint passa al co-op

Red River, Operation Flashpoint passa al co-op

Sulle orme di Dragon Rising, il nuovo capitolo di Operation Flashpoint offre un approccio più immediato e semplice, soprattutto per quanto riguarda il gioco in multiplayer con una nuova modalità co-op per quattro giocatori. Aggiornata la tecnologia, basata ancora una volta su Ego Engine. L'articolo include l'intervista con Vincent Meulle, Producer di Codemasters.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Intervista

Resoconto dell'invervista con Vincent Meulle, Producer di Codemasters, che abbiamo avuto modo di fare in occasione dell'evento di presentazione italiano di Operation Flashpoint Red River.

Gamemag: Quali sono i principali miglioramenti in Red River rispetto a Dragon Rising?

Vincent Meulle: Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti con Dragon Rising, ma sicuramente c'erano delle cose da rivedere. Abbiamo ricevuto tante segnalazioni dalla community e con Red River cerchiamo di risolvere ogni piccolo malfunzionamento. L'introduzione più evidente di Dragon Rising è il co-op: si può entrare e uscire dalla sessione di gioco in qualsiasi momento e il confine tra offline e online è molto più sfumato rispetto al passato. Ogni partita in Red River deve essere vista come una sessione di gioco multiplayer aperta in cui qualsiasi amico può partecipare in ogni momento. Non ci sono più le lobby e non ci sono più attese frustranti prima di iniziare a giocare, ma il sistema si occupa automaticamente di configurare e gestire le sessioni di gioco online. Un'altra cosa in cui Red River è diverso dal predecessore è l'accessibilità: adesso Operation Flashpoint è un gioco per un pubblico più ampio, che riesce a divertire un più alto numero di giocatori senza prolungate sessioni di allenamento. Contemporaneamente, non è uno sparatutto semplice come Call of Duty, ma lascia al giocatore tanto spazio di azione e la possibilità di prendere tante decisioni in qualsiasi momento all'interno di un campo di battaglia realmente molto grande. Un altro cambiamento riguarda poi i combattimenti ravvicinati. In Dragon Rising si combatteva sempre su lunghissime distanze e, infatti, molto spesso bisognava colmare a piedi ampi tragitti. Adesso invece l'intelligenza artificiale è in grado di operare anche su distanze brevi, e ci sono combattimenti serrati all'interno di villaggi, ad esempio. Poi i giocatori possono configurare la propria classe di soldato, con un sacco di sblocchi e diversi tipi di equipaggiamento. Tutto questo rende il gioco molto più personalizzabile e variegato nella progressione. Se giochi una missione con un certo tipo di equipaggiamento e poi rigiochi la stessa missione con altro equipaggiamento ti rendi conto che si tratta di due esperienze di gioco completamente diverse, perché cambiano le tattiche e il modo di muoversi sulla mappa.

Gamemag: In Operation Flashpoint Dragon Rising c'era il PvP, mentre è stato rimosso in Red River. Perché avete preso la decisione di cambiare completamente il focus del multiplayer?

Vincent Meulle: Dragon Rising ha segnato il debutto di Operation Flashpoint su console, mentre originariamente la serie era pensata per il PC. Nel momento in cui decidi di entrare nel mercato console ti trovi di fronte a una serie di limitazioni. Con Red River abbiamo deciso di rivedere il focus del multiplayer per avere un gioco più semplice e immediato, e soprattutto che riflettesse meglio il modo di giocare di ciascun giocatore. Come abbiamo visto, adesso Operation Flashpoint è molto più personalizzabile.

Gamemag: Ci sarà il supporto ai server dedicati su PC?

Vincent Meulle: Non abbiamo server dedicati perché comunque ci sono solamente quattro giocatori in ogni partita.

Gamemag: Impostando la configurazione hardcore per il livello di difficoltà ci sarà un'esperienza di gioco simile a quella dei vecchi Operation Flashpoint?

Vincent Meulle: Come Dragon Rising, Red River è un gioco che consente di avere un grandissimo livello di coinvolgimento nella mappa di gioco e nella situazione militare in cui ci si ritrova. Se si imposta la configurazione hardcore non si ha più la possibilità di guardare la mini-mappa, di vedere la situazione dei compagni e non si hanno agevolazioni sull'interfaccia utente. Non hai una chiara idea della posizione della squadra e hai la sensazione di essere da solo con la tua arma sul campo di battaglia. Giocare in queste condizioni è molto difficile. Non hai la bussola e fatichi a trovare le direzioni. Penso che, in conclusione, Red River possa garantire lo stesso livello di immersione dei vecchi Operation Flashpoint.

Gamemag: Ci sono sul mercato diversi giochi con ambientazione militare, e molti di questi puntano sulla storia. Cosa può offrire in più da questo punto di vista Red River?

Vincent Meulle: Operation Flashpoint ha una storia in qualche modo realistica che si rifà alla situazione politica internazionale. Il giocatore si ritrova ad agire nei panni di un marine americano, ma non è un super-eroe con risorse infinite. Deve fare i conti con la situazione e deve muoversi con grande precisione e accortezza. Abbiamo cercato di costruire una storia che possa ricordare in qualche modo ciò che succede realmente nel mondo, e ciò si riflette anche nelle location, che ricordano alcuni tristi reali campi di battaglia. C'è la sensazione di ritrovarsi all'interno di un grande conflitto che coinvolge due potenze, gli Usa e la Cina con il PLA, l'Esercito per la Liberazione Cinese, che combattono nel Tajikistan, che ricorda per certi versi l'Afghanistan.

Gamemag: Codemasters sta pensando di realizzare altri giochi della serie Operation Flashpoint?

Vincent Meulle: Si, assolutamente si. Stiamo già lavorando sul prossimo capitolo. Operation Flashpoint è una serie su cui crediamo molto e che penso avrà molti altri capitoli nel futuro sia in questa generazione che nella prossima.

Gamemag: Immagino che il futuro della serie rimanga legato alla piattaforma tecnologica Ego.

Vincent Meulle: Si. È una tecnologia su cui abbiamo investito molto e che si può ancora migliorare in maniera considerevole. Ad esempio, per Red River abbiamo rivisto il sistema di gestione delle illuminazioni. Ego Engine è molto versatile e può essere migliorato in ogni singola parte. Continueremo quindi in questa direzione e aggiorneremo progressivamente la tecnologia.
 
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