Red River, Operation Flashpoint passa al co-op
Sulle orme di Dragon Rising, il nuovo capitolo di Operation Flashpoint offre un approccio più immediato e semplice, soprattutto per quanto riguarda il gioco in multiplayer con una nuova modalità co-op per quattro giocatori. Aggiornata la tecnologia, basata ancora una volta su Ego Engine. L'articolo include l'intervista con Vincent Meulle, Producer di Codemasters.
di Rosario Grasso pubblicato il 25 Marzo 2011 nel canale VideogamesGuerriglia
Una volta scesi dall'elicottero che ci porta nel fulcro del conflitto, si ha la stessa sensazione tipica della serie, ovvero che si è soli all'interno di un enorme mondo di gioco. Le mappe di Red River, così come quelle di Dragon Rising, sono molto ampie e presentano diversi elementi diversi tra di loro. Ci sono dei villaggi, che potrebbe capitare di dover attaccare o difendere, così come tanti elementi naturalistici che possono fornire copertura.
Red River ovviamente rimane uno shooter tattico, in cui bisogna coordinarsi con gli altri membri del battaglione, ai quali è possibile dare ordini attraverso un menu sensibile al contesto. I soldati sono dotati di attrezzatura tecnologica, dando la sensazione che si sta svolgendo un conflitto tra Usa e Cina con superarmi. Ovviamente, inoltre, non bisogna semplicemente andare avanti, ma controllare un territorio.
L'intelligenza artificiale di Red River non è mai scriptata e prevedibile, come accade nei Call of Duty. In ogni momento della campagna single player, infatti, i soldati prendono decisioni in base alla situazione, ai movimenti dei soldati alleati e ai movimenti dei soldati avversari. Codemasters parla di intelligenza artificiale adattiva. Non abbiamo provato Red River in maniera esaustiva, ma ci sembra di aver notato qualche miglioramento all'IA rispetto a Dragon Rising, visto che i soldati sono adesso più reattivi e rispondono prontamente agli ordini assegnati dal giocatore. Bisogna comunque aspettarsi ancora qualche waypoint sbagliato e qualche, seppur sporadico, ritardo nell'eseguire gli ordini.
Gli ordini agli altri membri della squadra sono fondamentali. Si può ordinare di pattugliare una zona, di conquistare e difendere un insediamento, di recarsi in una certa zona della mappa, di uccidere uno specifico bersaglio. La componente tattica rimane fondamentale, e si può decidere se intervenire personalmente o se schierarsi dietro l'IA, oppure ovviamente preparare delle tattiche di accerchiamento.
Se non si impostano i settaggi alla difficoltà hardcore, si hanno una serie di strumenti che notificano sulla posizione dei nemici e danno al giocatore altri aiuti per preparare le proprie tattiche. Nella zona in alto a sinistra della schermata c'è la classica mini-mappa con la posizione di alleati e nemici. In alto, invece, un indicatore mostra in rosso l'ultima zona in cui il nemico ci ha visti. Questo indicatore dà diverse opportunità strategiche, in modo da interagire con l'IA e attaccarla quando le sue attenzioni sono focalizzate in una parte inadeguata della mappa.
In basso a sinistra, invece, si hanno notifiche sullo stato di salute degli altri membri della squadra, sulle loro armi e sull'ordine assegnato loro. Si può selezionare un singolo soldato dei quattro, oppure selezionare l'intero battaglione, e quindi dare ordini individuali o di squadra. Sulla mappa ci sono delle icone che evidenziano gli obiettivi da raggiungere e da attaccare.
Ovviamente, si possono rimuovere tutti gli aiuti e giocare in modalità hardcore, similimente a quanto accadeva in Dragon Rising. In queste condizioni non si ha più l'interfaccia utente, e non ci sono segnalazioni sulle direzioni, sulle posizioni dei nemici e degli alleati, sugli obiettivi da raggiungere, sulle zone in cui il nemico ci ha scorto, sulla quantità di proiettili rimasta. Scompare anche il mirino olografico della propria arma. Insomma, si è completamente soli sul campo di battaglia, e bisogna mettere in pratica un sesto senso militare per mettere in atto le tattiche militari.